Testo diPamela McCourt Francescone e foto archivio Seghetti Panichi
Nei secoli il giardino ha rappresentato un luogo di delizie, testimone del livello di cultura del committente, e status symbol di una famiglia.
Il giardino del Borgo Storico Seghetti Panichi a Castel di Lama, a otto chilometri dall’ affascinante e storica città di Ascoli Piceno, è la testimonianza vivente di una passione che risale ai tempi dei bisnonni della Principessa Giulia Panichi Pignatelli, proprietaria del Borgo che, oltre al parco secolare, dispone di un albergo con undici suite di lusso, una piscina, una spa e sale riunioni.
Per dare una impronta colta ed elegante a livello botanico alla loro residenza estiva, gli avi della Principessa hanno chiamato il tedesco Ludwig Winter, un noto paesaggista. Winter trasformò quella che era una dissestata collina rocciosa nel Parco Storico Seghetti Panichi, che oggi è diventato il primo giardino storico italiano con percorsi bioenergetici.
“Spesso mi viene da immaginare la prima impressione di Winter alla vista di una povera, dissestata collina con sopra un rigoroso palazzo in laterizio, che nulla concedeva a fronzoli od abbellimenti, ma possente si ergeva a testimone storico della vallata”, riflette la Principessa.
Winter cerca di modellare la collina, tenendo ben presente il paesaggio circostante: dolci declivi, colline rotonde, nulla di verticale, spigoloso, aggressivo, ma abbonda in linee curve, viottoli sinuosi, forme arrotondate. Poi definisce un perfetto impianto di irrigazione sotterraneo che è tuttora funzionante.
“Nella scelta del giardiniere i miei antenati hanno dimostrato una raffinatezza di intenti. Winter si era laureato in botanica a Potsdam, famoso centro europeo per lo smistamento di piante esotiche, e poi aveva lavorato come capo giardiniere a Les Tuilleries e nei famosi vivai di Hyères prima di eleggere la sua residenza sul meraviglioso golfo ligure, fra la costa francese e quella italiana”.
Winter ha subito intuito che tutta la vallata del Tronto sprigiona un microclima similare a quello del golfo della Liguria. Quindi – studiate le valenze del terreno e delle stagioni – azzarda a piantare rari palmizi a cielo aperto. A quel tempo le palme, in luoghi dove comunque d’inverno nevica e possono soffrire di parecchie gelate, venivano protette in serra. Quindi la messa a dimora di queste specie in giardino aperto rappresentava una vera sfida e abbisognava di profonda competenza.
“Ancora nella vallata sussiste il ricordo di persone anziane che avevano nella memoria il racconto di lunghe processioni di carri trainati da buoi che trasportavano terra fresca e morbida dai bordi del fiume Tronto in alto sulla collina” ricorda la Principessa.
Sui fiori, Winter aveva qualche riserva. Asseriva che quello che importava in un giardino era la monumentalità delle piante, la loro stessa capacità di creare una tavolozza cromatica che andasse dai verdi chiari, al rosso, al marrone, al verde scuro, ai gialli. I fiori, secondo il grande botanico, disturbavano un po’ questa concertazione di tinte, cosicché li accettava solamente bianchi o blu, i meno invadenti in assoluto nel verde.
“ Questo non è un giardino tipicamente italiano”, confida la Principessa Giulia Panichi Pignatelli. “Va definito come giardino romantico franco-ligure, e più precisamente un esempio molto peculiare della grande personalità di un attento botanico”.
Oggi il giardino ha assunto una nuova personalità, grazie alla figlia della Principessa, Stefania Pignatelli Magona Cortés, che ha chiamato Marco Nieri, ecodesigner di Bologna e collaboratore di Walter Kunnen che nel 1960 ha fondato ad Anversa, Archibo Biologica, un centro di ricerca scientifica sulla biosfera e sulle influenze di elementi naturali ed artificiali sull’uomo, per progettare e creare nel parco sistemi naturali capaci di ottimizzare ed amplificare positive radiazioni di origine e di influenza biologica.
Che le piante siano benefiche per le persone è una convinzione molto antica. Lo sapevano i nostri antenati, come dimostrano i boschi sacri, santuari primordiali dove gli alberi erano oggetto di culto e di rispetto. In tempi più recenti studi fatti dal Professor Kunnen hanno permesso il rilevamento dell’esistenza di campi elettromagnetici di interesse biologico presenti in natura, emessi dall’uomo e dai vegetali Il giardino bioenergetico contemporaneo, come quello concepito da Nieri, usa la tecnica innovativa da lui ideata, quella dei ‘Bionenergetic Landscapes’ che permette di rilevare e creare particolari aree terapeutiche.
Nel Parco Storico Seghetti Panichi la presenza di numerose piante benefiche appartenenti alle tipiche specie mediterranee – ad esempio l’agrifoglio, i cui effetti sono molto positivi sul sistema nervoso, il leccio, benefico sul sistema cardio-circolatorio, o ancora l’alloro che ha un ottimo effetto sul sistema immunitario – ha reso possibile evidenziare vaste aree e percorsi che hanno specifiche influenze sugli organi e sulle funzioni biologiche grazie all’interazione dell’elettromagnetismo naturale del luogo e quello specifico emesso dai vari tipi di piante. Spiega Marco Nieri “sedersi con calma o distendersi in queste zone nel Borgo Storico Seghetti Panichi consente di percepire con ancora più facilità i benefìci terapeutici che alimentano il buon funzionamento del nostro corpo”.
[wzslider autoplay=”true” height=”450″ transition=”‘slide’”]
BORGO STORICO SEGHETTI PANICHI
Via San Pancrazio, 1
63031 Castel di Lama (Ascoli Piceno)
Le Marche, Italia
Tel. +39 0736 812552 Fax +39 0736 814528
Lascia un commento