Fra castelli e borghi in area modenese
di Luisa Chiumenti
Siamo in quella parte della provincia di Modena dove sorgono numerosi piccoli borghi nati attorno al loro castello e circondati da parchi rigogliosi come il castello di Spezzano, risalente all’XI secolo con funzioni difensive. Con il suo mastio, le torri, la cinta muraria, qualche casa, il pozzo interno alle mura, granai, fienili, magazzini ed una cappella dedicata a Sant’Agata. Circondato da un fossato e quindi munito di un ponte levatoio, subì pesanti distruzioni e quindi vide la sua ricostruzione alla fine del ‘700, allorché il castello ottenne il titolo di Rocca o palazzo nazionale. Ma i suoi valori difensivi a mano a mano persero di importanza finché, passato di proprietà ai Pio, venne ad assumere importanza non più strategica, ma residenziale e amministrativa. E ai primi dell’800 ecco che il castello veniva accorpato al Comune di Sassuolo e diventa residenza della famiglia Coccapani in affitto dal regio demanio. Nel 1811 Luigi Maria Coccapani riottenne la proprietà del castello per decreto reale. Nel periodo che va dal 1862 al 1890, i Coccapani effettuarono consistenti restauri ed ampliamenti della struttura.
Nei primi del 1900 la proprietà del castello passò ai conti Pignatti Morano e due anni dopo, il comune di Fiorano Modenese lo acquistò rendendolo di proprietà pubblica. E Spezzano offre al visitatore un’altra interessante esperienza, quella di seguire, sala per sala, nel Museo della ceramica, quello che è stato lo sviluppo nel tempo, dall’età neolitica in poi, lo sviluppo locale dell’arte della ceramica, dalle caratteristiche più elementari e artigianali, a quelle industriali e postindustriali nell’area di Fiorano Modenese. Si va così dai reperti rinvenuti nel villaggio neolitico rintracciato nelle cave dell’ex fornace Carani – Fiorano Modenese, a quelli dell’età del bronzo e poi del ferro, e così via, esaminati con una profonda interpretazione delle relative tecniche e alcune prove di rielaborazioni attuali delle stesse.
Molto bella è la successione di immagini che decorano le pareti del salone d’onore con i profili dei castelli e dei borghi di tutta la zona, fra cui colpisce il profilo del castello di Formigine sorto nel suo complesso nel secolo XIII, come si evince dai resti del muro di cinta, dell’antica pieve di S. Bartolomeo “della Rocca” e del cimitero medievale che la circondava.Tuttavia l’area ha offerto agli archeologi che vi hanno condotto campagne di scavo anche recenti (Sauro Gelichi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia), alcune indicazioni piuttosto consistenti sulla possibile erezione del nucleo primitivo, già nel X secolo.
Molti furono i cambiamenti della struttura dal XIV secolo in poi, fin ad assumere infine la forma attuale con Marco Pio che ne ebbe il feudo da Niccolò III d’Este. Le ricerche archeologiche condotte tra la fine degli anni Novanta del XX secolo e l’inizio degli anni Duemila, hanno portato alla luce anche il borgo basso-medievale, che si era formato a ridosso delle mura della rocca nel Trecento (area attualmente compresa all’interno della cinta muraria del castello). Oggi, dopo un interessante e oculato progetto di restauro completato nel 2007, il castello, che ospita il Museo multimediale, con installazioni di “Studio Azzurro” e un corposo centro di documentazione, accoglie convegni, vaste riunioni e ricevimenti negli ampi saloni ricavati al suo interno, con le storiche finestrature aperte sulla piazza ed il borgo antistante. In tal modo il castello ha riassunto il suo originario ruolo di “centro della vita sociale e culturale “della città.