Il 16 novembre, dopo un ambizioso restauro, ha riaperto (più grande e più sfarzoso) il nuovo Mamì Bistrot di Rivabella, il teatro-baguetteria dove rivivono le atmosfere sgargianti dell’Art Noveau. Al timone sempre Severine Isabey e Max Zamagna: “L’ampliamento obbedisce ad una logica imprenditoriale, ma nasce in primis per creare spettacoli sempre più belli e professionali”
E’ stato lo charme sofisticato di Jolie Papillon, una delle più celebri burlesquer del mondo, ad inaugurare, sabato 16 novembre, il nuovo Mamì di Rivabella di Rimini, il teatro-bistrot sul lungomare Paolo Toscanelli che ha riaperto al pubblico – dopo sei mesi di sfarzoso restyling – nel segno di una nuova “grandeur”.
Simile il concept, ma radicalmente stravolta la fisionomia del locale. Oggi il Mamì ha, di fatto, raddoppiato gli spazi: la capienza è salita da 50 a 90 posti a sedere e la sala teatro misura 250 metri quadrati (come un tradizionale teatro di posa) con un palcoscenico di oltre 60 metri quadrati, un foyer che ricorda i salottini letterari dell’aristocrazia parigina e le toilette ispirate all’arte iconografica del Sol Levante. Il colore dominante è il nero con contrasti in oro alle pareti e le parti tessili – sipario, tende e drappeggi – in magenta-fucsia tendente al rosa caldo.
Una struttura ambiziosa per una programmazione che si annuncia di altissimo livello con un corpo di ballo stabile, il progetto di un’accademia di arti sceniche all’interno, il rituale brunch da giovedì alla domenica e dinner-show tutti i week-end dell’anno fino a primavera inoltrata: “Il vecchio Mamì – spiega Severine Isabey – è stato, e sarà sempre, un indimenticabile scrigno di ricordi, ma gli spazi per gli show erano troppo sacrificati e questo poneva un limite oggettivo alla crescita del progetto artistico. L’ampliamento obbedisce ovviamente ad una logica imprenditoriale, ma nasce in primis per creare spettacoli sempre più belli e professionali”.
I live-show del Mamì (Les Folies) saranno, come da tradizione, un fedele omaggio al mondo del cabaret e del teatro di rivista francese. Interpretati solo da ballerine professioniste (Le Cocotte), gli spettacoli ripropongono le atmosfere seducenti della Belle Epoque, abbinando le gioiose coreografie della Ville Lumière ai piaceri del buon cibo e del buon bere.
Nell’era del digitale e della comunicazione social, il Mamì propone un modello di socialità fatto di contatto e di autenticità, un format di spettacolo rigorosamente dal vivo in cui non c’è distanza tra pubblico e palcoscenico. Non a caso, la stessa Jolie Papillon, dopo Dita Von Teese forse la più celebre burlesquer del pianeta, in una recente intervista ha parlato del Mamì come di “uno dei pochi locali italiani dove si promuovono le vere arti sceniche e dove gli artisti sono realmente valorizzati”.
L’anima del Mamì con le sue raffinate seduzioni e l’atmosfera vibrante della tipica bohémien di Pigalle, sarà sempre la stessa ma, dietro lo sfavillio delle luci e la fluorescenza dei costumi, sta per aprirsi una nuova pagina di questa entusiasmante esperienza. “Cercheremo di valorizzare la spettacolarità scenica del nuovo Mamì proponendo uno show dinamico e dai ritmi mozzafiato – aggiunge Max Zamagna – in linea con lo spirito sgargiante della Parigi dell’Art Nouveau. Tra le nostre performer – tra cui cito la super-coreografa Serena Bojano, la prima ballerina Liza Tovarish e la nostra one-woman-show Lucia Blanco – si respira grande entusiasmo. Sono mesi che provano il nuovo spettacolo e sono sicura che l’effetto finale lascerà tutti a bocca aperta”.
“Fare impresa durante i mesi invernali a Rivabella non è facile – aggiunge Severine – ma abbiamo un sogno e, finché il pubblico ci starà accanto, continueremo a portarlo avanti. Il Mamì Bistrot, del resto, è un omaggio dedicato a mia nonna, oggi 97enne, che negli anni ’60, nella cittadina di Montbéliard, patria delle celebri salsicce francesi, gestiva un ristorante stellato. E’ stata a lei, dolce ma rigorosa, ad insegnarmi l’arte dell’accoglienza e a farmi capire che, nella vita, niente accade se non è preceduto da un sogno”.
E tra i tavoli del Mamì, tutto parla di quella nonna che – tra potage, foie gras ed escargots – ha tramando alla nipote tutti i segreti della nouvelle cousine: la posateria antica, i busti imperiali, le penne di struzzo, le tazzine del caffè ognuna diversa dall’altra e quei dettagli tra il chic e il retrò che raccontano una storia e un’identità che, spigolando tra sentimento e memoria, nessuno potrà mai replicare.