Testo e Foto di Annarosa Toso
Si narra che durante una giornata di pioggia e cattivo tempo arrivò casualmente a Maratea il conte Stefano Rivetti, un industriale tessile del Nord Italia, che nonostante tutto, rimase affascinato da quei territori. Malgrado questo benvenuto non proprio ottimale, il Rivetti si rese conto che era capitato in un posto straordinario, ancora sconosciuto, con poche realtà alberghiere senza il comfort cui era abituato, in un territorio non ancora avvezzo al turismo. Il Conte Stefano Rivetti, definito l’imprenditore gentiluomo, era un industriale tessile nato in Piemonte nel 1914 e che successivamente creò al sud 3 fabbriche (precisamente una in Lucania e due in Calabria), usufruendo degli incentivi della Cassa del Mezzogiorno.
Ma perché e come nasce l’hotel Santavenere? Non c’era in tutto il territorio un hotel che avesse caratteristiche di lusso e comfort e Rivetti aveva le idee ben chiare di come vedeva il futuro di quella zona. L’hotel, nasce con un solo piano, prima di tutto per ospitare i propri amici, le personalità politiche, gli industriali dell’epoca e la gente dello spettacolo. Ma anche per valorizzare la zona che aveva scoperto. In seguito, a fronte del legame con quel territorio, lasciò scritto di voler essere seppellito insieme alla moglie Francesca del conti Barbò Barbiano di Belgioso d’Este ai piedi del Cristo Redentore, statua voluta da lui nel 1965, costruita sul Monte San Biagio e diventata oggi uno dei simboli di Maratea. Nel 1957 Indro Montanelli scriveva sul Corriere della Sera: “Qualcuno ha svegliato una Maratea in letargo. Prima che un industriale del Nord Italia venisse a restituire questi luoghi al loro naturale destino di ottava meraviglia del mondo, i 4.964 abitanti di Maratea vivevano come venti secoli fa, di fichi, pomodori, di carrube, di uva e di cacio pecorino”.
Con la costruzione del Santavenere, anche Maratea aveva così una location di lusso che diede lustro a tutto il territorio. Inoltre il conte Rivetti organizzava eventi di rilievo, chiamando star come Domenico Modugno o le dive del momento come Anita Ekberg che rendevano quella zona sempre più conosciuta. Il conte Rivetti ebbe una visione straordinaria sull’economia del territorio e sul turismo con progetti unici, non solo sulla costruzione del Santavenere ma che hanno riguardato parte della Basilicata. Era anche un fan per la preservazione del territorio, un must che è ancora oggi è rispettato, tanto è vero che esistono molti vincoli che hanno protetto molti angoli della regione dalla cementificazione selvaggia.
L’hotel Santavenere vanta una location straordinaria sul mare, a fronte di una storia che rimane un must. La struttura, cinque stelle lusso, dispone di 34 camere per ospitare fino a 78 persone e attualmente lo staff è formato da 60 persone, vale a dire quasi una persona per ogni ospite. Lo spazio coperto è di tre mila mq con ampi saloni dal gusto ottocentesco, un ristorante stellato, una spa, un parco rigoglioso e curatissimo di 9 ettari che scende fino al mare dove si trova una spiaggia privata e attrezzata con un bar e un altro ristorante. E’ ubicato, neanche a dirlo, in via Conte Stefano Rivetti, il nome del suo fondatore.
La futura ristrutturazione
Francesco Prestanicola, direttore del Santavenere da oltre 20 anni, ha ricordato che la struttura rappresenta il fiore all’occhiello del turismo di tutta la Basilicata e naturalmente di Maratea. “Il Santavenere – ha dichiarato – negli anni ha avuto degli ammodernamenti e in previsione ci sono altri cambiamenti per renderlo una struttura sempre più elegante e attuale. L’idea del gruppo è ampliare leggermente le camere e aumentare anche un po’ la ricettività, mantenendo sempre gli altissimi standard di una struttura 5 stelle lusso. Puntare a quello che è uno svecchiamento tecnologico, tenendo sempre presente la storicità della struttura, quindi non iper moderna, ma con il fascino retro degli anni 50/60. Pensiamo che sia quel di più che l’ospite cerca in un’atmosfera elegante e tranquilla”.