Di Teresa Carrubba
Fu nel tardo periodo del Secondo Tempio, dal 516 a.C. al 70 d.C., che si sviluppò la forma primordiale del turismo religioso in Israele, il pellegrinaggio. E da allora, grazie alle scoperte archeologiche che ne delinearono gli itinerari in quel tempo praticati, fu possibile perpetuare quella ritualità come forma privilegiata di viaggio in Terra Santa. Ancora oggi, e proprio grazie a nuovi scavi e studi archeologici, è possibile creare e proporre percorsi legati al turismo religioso. E’ quanto emerso da un interessantissimo convegno tenuto recentemente presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma e organizzato Dall’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo e il CNPI, Coordinamento Nazionale Pellegrinaggi Italiani. Il titolo “STORIA E ARCHEOLOGIA DI ISRAELE – NOVITA’ SULLE VIE DEL PELLEGRINAGGIO” introduce la profonda connessione tra i pellegrinaggi attuali e la simbologia di fede che riemerge dalla storia antica di questo Paese. “Conoscere i percorsi religiosi e la storia antica di Israele è per noi, come Ministero del Turismo di Israele, indispensabile per costruire e promuovere itinerari che abbiano un contenuto culturale e spirituale “ha dichiarato Kalanit Goren, direttrice dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo
“ La nostra collaborazione con il CNPI è stata determinante perché ci ha consentito di sviluppare programmi di pellegrinaggio inediti pur nel rispetto della storia e della tradizione religiosa. Le nostre proposte riguardano itinerari nuovi, da percorrere soprattutto a piedi, che permettano di scoprire la profonda spiritualità di quei luoghi. Per esempio i percorsi di Sefforis dedicati a Maria, l’itinerario dal Kibbutz Lavi a Magdala la città delle donne, i percorsi del Gospel Trail lungo i luoghi della Bibbia e siti archeologici, Safed la città della mistica ebraica, Cesarea tra tradizioni romane e ricordi evangelici, Akko città crociata da S. Francesco a Marco Polo, il Parco Sussita o il Parco del Buon Samaritano, il Cammino del silenzio dal porto di Jaffa alla porta di Jaffa a Gerusalemme “ ha concluso Goren. La formazione, tanto caldeggiata dal Ministero del Turismo di Israele, è stata affrontata dagli archeologi e studiosi intervenuti al convegno i quali, con relazioni molto approfondite, hanno illustrato i risultati degli attuali scavi dell’Ophel di Gerusalemme, Le grotte di Qumran e i Rotoli del Mar Morto, il Museo di Israele, il Museo della torre di Davide.
Uzi Leibner, Hebrew University of Jerusalem, co-direttore degli scavi all’Ophel di Gerusalemme: Pilgrimage in the Late Second Temple period in light of the renewed excavations at the Ophel, ha fornito un’analisi tecnica molto puntuale degli attuali scavi del sito archeologico più importante a Gerusalemme.
Marcello Fidanzio, Università della Svizzera Italiana, direttore Qumran Caves Publication Project: Le grotte di Qumran e i Rotoli del Mar Morto: nuove ricerche archeologiche, ha condotto un approfondimento del sito di Qumran, in attesa della mostra dedicata al Grande Rotolo di Isaia che avrà luogo nel 2025 al Museo di Israele di Gerusalemme sotto la supervisione scientifica del dottor Fidanzio. Sempre nel 2025 saranno celebrati i 60 anni del Museo di Israele.
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