PASSIONE E CORAGGIO: UN CONNUBIO VINCENTE
Di Anna Quaglia
Anni fa ero in vacanza con mio marito in Puglia. Trascorremmo un paio di giorni a Barletta, sua città natale sulla costa Adriatica. Il centro ha profonde radici storiche e ne sono la testimonianza diverse costruzioni che risalgono a secoli passati e a dominazioni che si sono susseguite negli anni. Il castello normanno del X secolo è stato più volte modificato e arricchito con bastioni e fossato dalle successive egemonie Sveve, Aragonesi e Angioine. La Cattedrale di Santa Maria Maggiore, costruita in stile gotico e romanico, assieme alla Basilica del Santo Sepolcro, in stile prevalentemente romanico con alcuni tocchi orientali che ci riportano indietro ai tempi delle Crociate, attestano una presenza storica fortemente radicata in questa città del Sud Italia.
Passeggiando lungo le strette viuzze del centro, in una calda sera d’estate, si ha il piacere di essere letteralmente abbracciati dalla storia e dall’architettura di pietra tipica del sud Italia ma si prova anche un desiderio sfrenato di bere un boccale di birra fresca.
Quella sera camminare era quasi impossibile. Ovunque c’erano gruppi di giovani, specialmente vicino ai bar o alle pizzerie: i locali più frequentati dalla gioventù. Parlavano, ridevano, scherzavano a tal punto che eravamo sopraffatti da un continuo e penetrante brusio, quasi un ronzio che ci impediva di parlare. Era il tipico sottofondo sonoro di una cittadina frizzante e vivace.
Il centro storico, quasi interamente zona pedonale, era letteralmente impraticabile. A fatica cercavamo di farci strada sognando disperatamente un angolo tranquillo dove poter bere quella tanto agognata birra. E l’inaspettato accadde!! Ci imbattemmo in un vero pub, o meglio un pub irlandese visto che il suo nome era Saint Patrick. Non potevo credere a quello che vedevo. Io innamorata dei paesi britannici avevo la fortuna di trovare un pub nel sud Italia dove addirittura veniva servita la Guinness. Era il massimo che potevo desiderare in quel momento.
Non appena vidi il nome del locale e l’insegna che pubblicizzava la famosissima birra, mi diressi in quella direzione seguita da mio marito, anche lui appassionato di Guinness. Una volta all’interno del locale, mi chiesi se fossi veramente a Barletta oppure in qualche isola Britannica. Il classico stile antico dei pub oltremanica era stato ripreso in maniera stupefacente da chi aveva voluto questo locale. Tutto mi riportava ai pub britannici che così tante volte avevo frequentato ogni qualvolta andavo nel Regno Unito o in Irlanda. Il legno, caratteristica dei pub, il grande assortimento di birre e di whisky – o whiskey – il personale molto cordiale ci hanno fatto sentire subito a nostro agio. Non eravamo più nel sud Italia ma proiettati in un altro mondo.
Ricordo perfettamente un particolare: quando entrai nel pub non mi colpì l’odore inconfondibile che avvertivo nei pub britannici e che mi catapultava nella storia del Regno: un odore di legno impregnato dagli effluvi dell’alcol al punto da nauseare l’olfatto. Niente di tutto ciò. Infatti il Saint Patrick è stato aperto nel 1999 quindi non si può definire un locale storico a differenza dei pub britannici che sono stati testimoni di secoli di storia e hanno visto tra i loro tavoli personaggi di ogni genere. Potrei descrivere il Saint Patrick di Barletta come una combinazione di Old Irish Style e Apulian food tradition. Due tradizioni – quella irlandese e quella pugliese – che non hanno nulla in comune ma che riescono a mescolarsi meravigliosamente in questo locale diventato ormai il fulcro della vita notturna di Barletta.
Ho parlato con il proprietario del locale, Francesco Petruzzelli, e gli ho chiesto perché un pub irlandese a Barletta. Ecco il suo racconto: «La storia iniziò nel 1983 quando girovagando per la città passai davanti a un negozio di dischi la cui vetrina pubblicizzava uno degli ultimi successi discografici di un gruppo irlandese di cui non conoscevo l’esistenza. Entrai e chiesi al commesso di farmi ascoltare il brano che in quel periodo stava ottenendo un grande successo. Il brano si intitolava: Under a blood red sky e il gruppo era quello degli U2. Chiesi di riascoltare il brano e acquistai il disco. E quello fu l’inizio del mio amore per l’Irlanda.»
«Quindi amore a prima vista o “suono”!» replicai.
«Assolutamente si! Fu quello l’inizio della mia passione per l’Irlanda. Iniziai a studiarne la storia e tutti gli eventi che hanno portato alla divisione dell’isola in Repubblica d’Irlanda e Irlanda del Nord. E più mi immergevo in quella tormentata storia più mi appassionavo agli avvenimenti che hanno segnato talvolta tragicamente la vita del popolo irlandese.»
«Da dove è partita l’idea di aprire un pub?» gli chiesi.
A questa domanda è seguito un sogghigno e poi la risposta: «Era da tempo che pensavo di creare qualcosa che si distinguesse da tutto quello che mi circondava, qualcosa che fosse diverso ma nello stesso tempo che rispecchiasse anche la tradizione della mia terra d’origine. E l’idea è nata quando per la prima volta assaggiai la Guinness. Un colpo di fulmine!! Ecco che ho pensato al pub in stile irlandese con ampia scelta di birre e whisky e l’immancabile “ fish and chips” con l’aggiunta però delle specialità della mia terra. Così aprii il locale nel 1999 e quest’anno abbiamo festeggiato il 25esimo anniversario.»
Ogni anno mio marito ed io andiamo a Barletta e il Saint Patrick è diventato la nostra meta preferita: la focaccia locale e la mozzarella annaffiate da una pinta di Guinness è una combinazione vincente. Ma il menu è talmente vasto che scegliere è difficile: piatti a base di pesce, carne, svariati primi piatti, taglieri di salumi locali e formaggi ci ricordano che siamo in Italia, più precisamente in Puglia. Dimenticavo: è anche pizzeria!! Qualsiasi cosa si scelga le due tradizioni così lontane si avvicinano. Quindi “Buon Appetito!” e “Salute!” Oppure “Cheers!” o meglio, “Sláinte!”
Un’ultima nota per evidenziare il coraggio del proprietario. Dopo il Saint Patrick, Francesco ha aperto un’altra birreria e un raffinato ristorante dove la scelta dei vino e la musica dal vivo sono elementi fondamentali che rendono unico il locale. Infatti si chiama: A suon di vino.