di Luisa Chiumenti
Arriviamo in Georgia con il nuovo collegamento, operativo dal 30 maggio scorso: il volo di linea da Bologna verso Tbilisi, ma sappiamo che il Paese caucasico è collegato all’Italia anche grazie ai voli diretti operati dalla Wizz Air da Milano Malpensa – Kutaisi (con 3 voli settimanali) e da Roma Fiumicino a Kutaisi (con 2 voli settimanali) inaugurato il 31 maggio scorso. Il potenziale culturale che in tal modo rende ancora più brillanti i contatti fra il nostro Paese e la Georgia è stato molto bene illustrato dalla rappresentante della Georgian Airways, Tamara Tandashvili, e dal direttore dell’Ente del Turismo georgiano, George Chogovadze. Con previsioni di sviluppo dei collegamenti che, per il 2025, si pensa possa raggiungere gli 11 milioni di arrivi e un nuovo impulso allo sviluppo delle strutture di ricezione con la realizzazione prevista tra il 2018 e il 2019 di 33 nuovi hotel, con 67.145 posti letto.
Tutto ciò si basa sui buoni risultati raggiunti dal settore turistico in Georgia che registra un trend in costante aumento e rappresenta il 6,8% del Pil. Ci fermiamo a Tbilisi, la capitale della Georgia, che sembra, con le stradine acciottolate del suo centro storico, quasi ricordare la lunga e complicata storia di un Paese, che ha dovuto sopportare ben due dominazioni, da quella persiana a quella russa. Ed ecco come vi si possono ammirare diversi stili architettonici, sia nelle chiese (ortodosse orientali), che nei bei palazzi liberty, e nelle strutture “moderniste” di epoca sovietica. E in alto, su una ripida collina tra i bagni di zolfo e i giardini botanici della capitale, vediamo stagliarsi Narikala, la fortezza del IV secolo articolata in due sezioni murate, con la chiesa di San Nicola, recentemente restaurata, posizionata nella sua corte inferiore.
E colpisce vivamente l’originalissima Kartlis Deda, l’iconica statua della “Madre della Georgia” che, eretta sulla cima del colle Sololaki nel 1958, l’anno in cui Tbilisi celebrò il suo 1500° anniversario, è un’enorme figura in alluminio di venti metri di una donna in abito nazionale georgiano, che reca nella sua mano sinistra una coppa di vino per salutare coloro che vengono come amici, e nella sua mano destra una spada per quelli che vengono come nemici.