Al Palazzo delle Esposizioni in Roma (fino al 14 ottobre 2018)
Circa quaranta sono le opere di Sergio Ceccotti, presentate a Roma, al Palazzo delle Esposizioni, nella Sala della Fontana. Al primo sguardo, entrando nello Spazio Fontana, non è possibile non pensare ad un grande artista americano, Edward Hopper, specie per le tematiche, ma anche forse per i colori densi e netti degli spazi esterni ed interni. Ma risalta ben presto una diversa posizione mentale e soprattutto emotiva dell’artista, che pone quasi se stesso all’interno di quelle atmosfere, per “narrare” la vita che vi si svolge, con tutte le sue apprensioni, i suoi sogni, le sue stesse aspettative (da cui il titolo dell’esposizione: “il romanzo della pittura”. Curata da Cesare Biasini, l’esposizione presenta dipinti di vario soggetto e di varie dimensioni, accomunati comunque da una stessa attenzione verso la quotidianità, intesa in senso direi “costruttivo”, poiché mostra tutti gli oggetti che in certo modo ne costituiscono l’essenza, la ragione di vita, realizzata attraverso le nostre emozioni e sensazioni.
Ci vengono incontro esterni di città, da Roma a Parigi ed interni di case comuni, di ambienti piacevoli e sereni, con la poltrona pronta ad accogliere il nostro riposo, il telefonino che mantiene i contatti con il mondo degli altri e tanti elementi pregni di una vitalità che si confonde con il nostro stesso vitale pensiero. Ma seguiamo Ceccotti in mostra, fin dai suoi esordi, di quei lavori giovanili dei quali l’A. parla volentieri e con molta semplicità ricordando come avesse iniziato a dipingere a 18 anni, e poi, dopo quattro o cinque anni, avesse cominciato vari “esperimenti” fino a catturare un proprio stile. Si scopre così come già nel 1955 avesse affrontato la sua prima mostra, esponendo nel Palazzo di Via Nazionale, esponendo le sue opere nell’ambito della Prima Mostra Nazionale d’Arte Giovanile, Ed ecco, nel ’60 la prima personale con diciotto lavori, alla Galleria l’Albatro di Roma e l’anno seguente la seconda personale alla Galleria Puccini di Ancona (presentata in catalogo da Mino Maccari). Ma come non guardare con una certa “tenerezza” il “Giradischi” del ’58, che ha accompagnato molti di noi nella giovanile baldanza delle “feste” in casa e poi ecco il “Ricordo d’Olanda” del ’59, o il “Rio dei Mercanti”, per arrivare poi a “Le 4 età della vita” del ’69: tutto il vissuto nella quotidianità e nel fascino del ricordo.
Dopo che, negli anni ’80, Ceccotti visse quello definito “ritorno alla pittura” e fu più tardi considerato “antesignano della nuova figurazione nata negli anni Novanta”, si captano chiaramente tutte le suggestioni derivanti dal febbrile, variegato movimento artistico dell’epoca dalla storia dell’arte, alla fotografia, il fotoromanzo, il cinema, il fumetto, i rebus, i racconti polizieschi e così via. La mostra, che presenta anche un documentario inedito sull’artista dal titolo “Cercando il signor S” 2018, prodotto e realizzato da RUFA – Rome University of Fine Arts, è accompagnata da un bel Catalogo pubblicato da Carlo Cambi.
www.palazzoesposizioni.it
Al Palazzo delle Esposizioni in Roma (fino al 14 ottobre 2018)
Roma. Via Milano 13
Testo di Luisa Chiumenti