Raffaello in mostra a Palazzo Barberini
Roma. Via delle Quattro Fontane, 13
(fino all’8 aprile 2018)
di Luisa Chiumenti
Si tratta di una piccola, ma preziosa mostra curata da Cinzia Ammannato e allestita a Palazzo Barberini con l’esposizione della famosa “Madonna Esterházy” di Raffaello, contenuta nel suo “box climatizzato” sulla parete in cui era esposta la “Fornarina”. Per valorizzare infatti la collezione permanente del palazzo Barberini (anche prima che si completi il previsto riallestimento), portando avanti quel sistema di collaborazioni e scambi con grandi musei internazionali, iniziato da Flamina Gennari Santori, assistiamo qui ad uno scambio con il Museo di Budapest, che avrà la possibilità, dal canto suo, di esporre alcuni dipinti di Rubens per una mostra che si terrà fra due anni.La tela sottolinea quello che è stato l’arrivo di Raffaello a Roma nel 1508 probabilmente chiamato da papa Giulio II della Rovere, a soli venticinque anni in un ambiente artistico che era allora assai vivace se si pensa come fossero ad esempio iniziati i lavori per le decorazioni del nuovo Vaticano, per la Cappella Sistina e per le Stanze degli appartamenti papali.
Raffaello lasciò il dipinto incompiuto, con quei gesti e quegli sguardi tenerissimi, tipici dell’artista, in particolare nel volto della Vergine e in quelli dei bambini, da cui traspare anche il disegno sottostante. La tela, ambientata in un ampio paesaggio naturale, presenta alcune rovine romane, identificabili nei resti del Tempio di Vespasiano e della Torre dei Conti nel Foro. Al contrario, nel disegno preparatorio (un semplice “cartoncino” da spolvero), conservato nel Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e che appare in mostra in una copia ingrandita, si vede, sullo sfondo, un panorama diverso in cui gli alberi e le colline fanno pensare piuttosto a quel paesaggio fiorentino che l’artista amava tanto.
Tre opere affiancano in mostra la “Madonna Esterházy”, provenienti dai depositi: fra esse ricordiamo il “Gesù Bambino” e la bellissima “Madonna col Bambino” di Giulio Romano, il grande artista, allievo prediletto di Raffaello, che Henriette Hertz acquistò nel 1890, donandolo poi, insieme con la sua collezione, nel 1913, allo Stato italiano.