I GIARDINI NEL TEMPO RACCONTATI DA 200 OPERE D’ARTE TRA DIPINTI, SCULTURE, ERBARI E LIBRI
(1 luglio-16 ottobre)
di Mariella Morosi
Dall’1 luglio al 16 ottobre 2022 la Reggia di Caserta dedica una grande mostra, “Frammenti di Paradiso”, alla storia del giardino nel tempo, con 200 opere, tra dipinti, disegni, sculture, erbari, libri, oggetti d’arte e interpretazioni contemporanee. Lo spazio espositivo si articolerà nelle Sale dell’appartamento della Regina, con vista sul Parco Reale e sulla scenografica via d’acqua. Questa Reggia vanvitelliana, Patrimonio Unesco, è la più sontuosa e ben conservata tra le residenze che Carlo di Borbone, Re del Regno di Napoli dal 1734, e la moglie Maria Amalia di Sassonia vollero quale segno di potere e di raffinata e cosmopolita cultura. La mostra che unisce ricerca scientifica e spettacolarità, intende approfondire temi e vicende ponendo in relazione sistemi di ville e giardini di tutta la penisola, dal Rinascimento ai primi anni dell’Ottocento. Ne risulta un caleidoscopio di rappresentazioni che, nella diversità di paesaggi, modelli culturali e stili di vita, intendono evocare, attraverso il contatto con la natura, l’Eden perduto. Il progetto espositivo che ripercorre la storia del giardino, è stato presentato a Roma nella sede della Stampa Estera da Tiziana Maffei, direttrice della Reggia di Caserta e curatrice, insieme ad Alberta Campitelli e Alessandro Cremona. La giornalista Carmen del Vando ha moderato gli interventi. Nelle varie sezioni, articolate in tre percorsi, saranno presentate opere in molti casi inedite, provenienti da musei e istituzioni italiane ed europee, oltre che da collezioni private, biblioteche e altri istituti pubblici. Tra i tanti artisti presenti, Gaspar van Wittel, Claude Lorrain, Paolo Anesi, Pietro e Gianlorenzo Bernini, Hubert Robert, Hendrick van Cleve III, Jules-César-Denis van Loo, Giusto Utens, Joseph Heintz il giovane e altri famosi vedutisti.
Un ruolo di spicco spetta a Jacob Philipp Hackert che ha dedicato molte opere ai giardini e ai paesaggi campani e dell’Italia meridionale. La mostra presenterà nel suo percorso espositivo varie sezioni sviluppando i temi che sono nati in questo luogo accostando e raffrontando ciò che è stato prodotto da altre committenze e da altri contesti. Sono “La Reggia di Caserta e i suoi modelli“, con le raffigurazioni del Parco Reale affiancate a quelle dei giardini che Carlo e Maria Amalia hanno conosciuto e vissuto nei loro paesi d’origine e che hanno plasmato il loro gusto; “Il rapporto tra giardino e paesaggio” messo in luce nelle vedute di giardini celebri dalla Campania al Lazio, fino alle Marche, alla Toscana e al Piemonte, interpretati dai maggiori artisti delle varie epoche; “I giardini come scenografia” per esplicitare come l’esibizione del potere, le feste, il teatro, hanno sempre avuto i giardini come fondale privilegiato, adattato e declinato secondo le funzioni che accoglievano con diversi modelli come i formali “giardini all’italiana” o “alla francese” o quello più libero “all’inglese”; “L’acqua come protagonista” spettacolare di giochi, fontane e vie d’acqua, ma anche affaccio privilegiato lungo i laghi, i fiumi e il mare; “Il giardino e selvatico” nel quale si esaltano boschi e tenute a complemento delle ville e dei giardini, dalla tradizione dei giardini medicei fino all’Ottocento; “I giardini come scenari di narrazioni sacre e mitologiche“, dalla raffigurazione del Cristo “giardiniere” agli episodi mitologici o letterari, fino alle allegorie delle stagioni, quali quelle di Pietro e Gianlorenzo Bernini, e “La botanica in giardino, elemento vegetale quale protagonista con ruoli e funzioni diverse legate, ad esempio, alla passione per i tulipani o all’introduzione di piante esotiche e l’affermarsi della scienza botanica. La mostra occuperà uno scenario spettacolare nel vasto parco, un Museo Verde di 123 ettari, di cui 60 di bosco e circa 40 chilometri di acquedotto, realizzato a partire dal 1752 con l’iniziale progetto di Luigi Vanvitelli come spazio aperto in connessione con il Palazzo Reale per meravigliare il mondo.
«Parchi e giardini storici sono un’identità culturale profonda dell’Europa – ha detto alla presentazione Tiziana Maffei – il ruolo della sapienza paesaggistica italiana nel passato è indiscussa. L’esposizione della Reggia di Caserta, risultato di un impegnativo lavoro di ricerca grazie alla collaborazione di molti istituti nazionali e studiosi, narra al grande pubblico, così come agli addetti ai lavori, i diversi valori che si celano dietro queste piccole rappresentazioni di paradiso, ricordando le esigenze urgenti di salvaguardia per assicurare la piena accessibilità e la trasmissione nel futuro di tanta bellezza». Presente nell’immaginario dell’uomo nel corso dei secoli e delle varie civiltà, il giardino ha sviluppato diversi modelli compositivi. I disegni formali dei “giardini all’italiana” o “alla francese” e quello più libero del modello “all’inglese”, in parallelo con l’evoluzione della scienza botanica, corrispondono infatti ai diversi contesti culturali dei quali sono espressione. «Nel creare giardini – spiega Alberta Campitelli – si esorcizza l’idea di una natura oscura ed estranea: lo spazio armonioso, controllato e organizzato del giardino è un microcosmo dominato dall’uomo che evoca il paradiso terrestre».
«Di questa straordinaria complessità si fa filo conduttore la mostra – ha sottolineato Alessandro Cremona – che attraversa il labirinto paradisiaco del giardino dipinto e immaginato e induce il visitatore a ‘deliziarsi’ della visione degli splendidi giardini vanvitelliani. Il giardino diviene paesaggio, portatore di pace e in rapporto dialettico con l’uomo, e l’uomo non ha solo dominato il paesaggio, ma si è lasciato dominare». La mostra, organizzata dal Museo della Reggia di Caserta con Opera Laboratori, si è avvalsa della collaborazione di un Comitato scientifico internazionale e del contributo degli Orti Botanici di Napoli e Portici. Determinante anche il partenariato con la Camera di Commercio di Caserta e con il supporti di Amici della Reggia di Caserta, Colonnese&Friends, Associazione Parchi e Giardini d’Italia, Grandi Giardini Italiani e European Route of Historic gardens. L’iniziativa che scaturisce da questo luogo storico che la ospita vuole rappresentare un rilancio della Reggia in funzione paesaggistica anche recuperando alla fruibilità molti spazi inutilizzati. “E’ nel giardino in cui l’uomo si riconcilia con la natura – ha aggiunto Alberta Campitelli– e dove riversa la sua visione del mondo”. Nella presentazione di “Frammenti di Paradiso” è stata anche annunciata la prossima iniziativa: la mostra “Il piccolo Principe. Giuseppe Sammartino alla Reggia di Caserta“. A promuovere il progetto è stato il ritrovamento nei depositi della Reggia di un ritratto in marmo dell’autore del “Cristo Velato”. L’opera rappresenterebbe il bambino Carlo Tito di Borbone, primogenito maschio del re Ferdinando IV e di Maria Carolina d’Austria.
La Reggia di Caserta è un Museo Autonomo del Ministero della Cultura e il complesso monumentale comprende il Palazzo e il Parco Reale, il Bosco di San Silvestro e l’Acquedotto Carolino.
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