Saigon. Una metropoli briosa tra ieri, oggi e domani
Di Pamela McCourt Francescone
Ci sono città che ti fanno innamorare. Quando meno te lo aspetti. Così è stato con Saigon, una metropoli dalle mille contradizioni: alle spalle un conflitto sanguinoso contro gli americani ma che oggi usa il dollaro come valuta, e che nel War Remnants Museum svela impietosamente gli orrori della guerra mentre corre fiduciosa verso il futuro. Da mesi la città si trova nella morsa dei lavori per la nuova metropolitana. Il completamento della prima linea è previsto per il 2020 ma per ora i pedoni e il traffico caotico e impetuoso su due, tre e quattro ruote devono contendersi strade sbarrate, piazze sventrate e cantieri con macchinari pesanti che ruggiscono a tutte le ore. Dal 1976 è Ho Chi Minh City, ma tutti la chiamano Saigon, il toponimo del District N° 1 il cuore della città più popolosa e vibrante del Paese, limitato da un lato dal fiume Saigon e dall’altro dal canale Ben Nghe. A fine 1800 Saigon, conosciuta allora come La Parigi d’Oriente, era l’effervescente capitale dell’Indocina francese e ancora oggi conserva un ricco patrimonio architettonico coloniale con magnifici edifici come l’Ufficio Postale Centrale e la contigua Basilica di Notre Dame.
L’Ufficio Postale, progettato e costruito da Gustav Eiffel ha una facciata elegante e, all’interno, un bel pavimento marmoreo, un’alta volta ad arco e un grande ritratto di Ho Chi Minh, testimonianza della stretta relazione tra città e lo Zio Ho, il rivoluzionario leader della Repubblica Democratica del Vietnam. La basilica, in mattoni rossi importati da Toulouse e con due torri campanile svettanti, fu eletta Cattedrale Basilica nel 1962 da Giovanni XXIII, e ogni domenica mattina la messa delle undici viene celebrata in inglese per i residenti cosmopoliti della città e per i visitatori. Il Teatro Municipale, conosciuto anche come l’Opera di Saigon, richiama l’architettura del Petit Palais di Parigi, ma l’edificio più spettacolare di Saigon è senza dubbio il Palazzo del Comitato del Popolo. Di sera l’illuminazione notturna trasforma la bella facciata gialla, ornamentata con bassorilievi e colonne, in un palazzo fiabesco. Parte proprio dal Palazzo del Comitato il viale Nguyen Hue, la strada più elegante della città: un’ampia isola pedonale alberata dove vengono allestite mostre d’arte e che, durante le festività del Tet il Capodanno vietnamita, diventa un coloratissimo vivaio debordante di piante e alberi fioriti.
Saigon è una città seducente e vibrante che ostenta senza veli, valori e tradizioni spirituali e mondani. Nel quartiere di Chon Lon sorgono due delle pagode più venerate, il Ngoc Hoang, conosciuto anche come il Tempio dell’Imperatore di Giada, e il Tempio Thein Hau dedicato alla dea protettrice dei marinai dove i fedeli accendono grandi spirali di incenso a forma di cono che vengono appese al soffitto. E’ un paradiso per lo shopping; dall’elegante Diamond Plaza alle boutique modaiole nei Distretti 1 e 3, e dai tradizionali e colorati mercati Ben Thanh (con più di 3.000 venditori) e Saigon Square, alle bancarelle stradali dove mercanteggiare diventa un’allegra partita a pingpong dalla quale sia il venditore che l’acquirente ne escono sorridenti e vincitori.
A Saigon si mangia alla grande con un dollaro o con cento dollari. Per un dollaro o poco più il cibo di strada offre un assortimento vertiginoso di piatti tradizionali espressi come il Banh Mi, un panino tipo baquette francese ripieno di carne, verdure e l’immancabile coriandolo. Altre specialità richiedono lunghe ore di preparazione come il Pho, la più famosa minestra vietnamita, un brodo di carne con spaghetti, erbe aromatiche e nam quoc, la salsa di pesce che non manca mai sui tavoli. Per spendere cento dollari a tavola c’è l’imbarazzo della scelta nei ristoranti Michelin, negli alberghi a 5-stelle, nei locali alla moda e negli sky-bar dove baristi acrobatici fanno giochi di destrezza con bottiglie e bicchieri, creando cocktail dai nomi stravaganti ed esotici. Storico il bar al nono piano dell’Hotel Caravelle da dove durante la guerra i corrispondenti esteri avevano una vista ininterrotta verso il fiume e sui combattimenti che quotidianamente massacravano la popolazione e la città.
Quando la sospirata metropolitana entrerà in servizio diventerà più facile muoversi in città, ma nell’attesa bisogna armarsi di tanta pazienza nel traffico aggrovigliato e disordinato scegliendo tra un taxi o un xe om, un taxi-motorino che costa poco ma che non è per i deboli di cuore. Sempre sull’argomento pericolo, persino attraversare la strada richiede un cuore forte perché l’orda di motori e motorini non si ferma neanche col verde. Un segreto c’è. Scendere dal marciapiede con un passo deciso, né troppo veloce né troppo lento e mai, ma proprio mai, accelerare o rallentare. Così lo sciame a due ruote sa calcolare al millimetro come girarvi intorno e, a testa alta, vincerete la sfida. www.vietnamtourism.com