Testo e Foto di Artifex
Città elegante che si apre allo sguardo del viaggiatore con architetture storiche erette con i caratteristici rossi mattoni lungo i tipici canali dalle rive verdeggianti, ma anche con le luminose, aeree strutture contemporanee progettate da grandi firme quali Richard Meier o Rem Koolhaas. Gli edifici del centro storico si fondono infatti nella cittadina dell’Aya, con gli interventi del contemporaneo e una visita al Museo giunge ancor più ad approfondire il rapporto con il passato attraverso la bella sezione di architettura che presenta progetti e plastici dei protagonisti della prima architettura moderna. Riscontriamo così come, nel 1911 l’architetto Berlage, visitando gli Stati Uniti e venendo in contatto con l’architettura di Wright, ne condivise subito il principio secondo il quale Wright credeva che gli antichi ideali della architettura classica, si potessero fondere con le nuove tecnologie per condurre ad un nuovo genere di architettura democratica, da cui furono ben presto influenzate le nuove generazioni di architetti olandesi. E così osservando plastici e i disegni presenti nel museo, possiamo prendere contatto con il lavoro di Peter Oud che nel 1927, con Mark Stam ebbe l’incarico di mettere a punto il progetto per il Weissenhofsiedlung di Stuttgart. Si trattava di progettare un complesso abitativo basato su nuovi sistemi costruttivi e nuovi schemi di vita abitativa, avanzando nuovi principi dell’abitare, mirando ad una innovativa, stretta “collaborazione tra l’architetto e la padrona di casa”.
Non più quindi le sole “ville”, destinate “all’abitare felice di pochi eletti”, ma abitazionin semplici, efficienti e con una distribuzione interna tale da realizzare un nucleo accorpato attorno alla cucina. Ma ecco come, rientrando nella contemporaneità del centro storico dell’Aia, incontriamo il luminoso, imponente edificio bianco con una grande hall in vetro del Municipio de L’Aja. Si tratta di un Progetto di Richard Meier, terminato alla metà degli Anni Novanta. La struttura pubblica, che include anche la biblioteca pubblica e gli archivi municipali e che, a causa del suo colore bianco, è denominata, dagli abitanti de L’Aja “il Palazzo di Ghiaccio”, accoglie nella hall vari eventi e mostre durante tutto l’anno, la maggior parte dei quali ad entrata gratuita. Linee austere, un tetto in vetro e il colore bianco: un atrio molto ampio in cui la luce che filtra dal tetto amplia notevolmente la suggestione spaziale spazio dell’edificio. Per l’architetto Meier, la trasparenza, la luce e la perfezione sono elementi chiave del progetto, mentre “il colore deve essere fornito dalle persone che lo visitano”. Ed il Municipio è circondato da altrettanti edifici che si inseriscono tra passato e presente come: la Dr Anton Philips Hall, il Lucent Danstheater, la Chiesa Nuova, la Spuisplein e l’area dello shopping di Spuistraat. E che dire ancora della suggestione paesaggistica suscitata dal “Panorama Mesdac”?
L’edificio che accoglie l’involucro circolare del Panorama Mesdag, costruito appositamente all’Aya al numero 65 della Zeestraat, (oggi in ristrutturazione ed ampliamento nella sua sede museale), è situato in una zona dell’Aya, non lontana dal centro, piuttosto elegante e contrassegnata da Hotel di lusso come il Carlton Ambassador, ma anche da vaste aree verdi, come il Willemspark o giardini di sedi di ambasciata affacciate sul breve canale, che ne riflette le facciate, in adiacenza alla Mauritskade. L’edificio, eretto appositamente, presenta una facciata imponente in mattoni rossi, con fasce di pietra bianca efa sfoggio, sul grandioso portale della scritta PANORAMA, sulla piattabanda di una grande trifora rettangolare stilizzata, mentre, al di sotto, sopra l’arco che accoglie il portale di accesso al Museo, fa apparire la parola MESDAG, affiancata, a destra e a sinistra, dalla data di ultimazione dell’opera: 1881. Di fronte a questa tanto originale invenzione la suggestione prospettica è tale che l’osservatore immagina di entrare realmente a far parte del paesaggio in cui le figure delle donne attente alle faccende quotidiane ( dal lavare, cucinare o badare agli animali) o la stessa moglie dell’artista che, con il suo cavalletto, protetta dal sole dal vezzoso ombrellino, dipinge il paesaggio con i prati e la serie di casette sul fondo, realizzano un’illusione prospettica davvero eccezionale.
Si ha quindi la visione di una cittadina in grande movimento fotografata in una giornata qualsiasi che l’autore del Panorama Mesdac aveva effettivamente potuto vedere e quindi osservare analiticamente in modo da restituire sulla tela una rappresentazione fortemente realistica. Ma ecco due poli d’attrazione a pochi chilometri dall’Aya: Scheveningen, la famosa spiaggia dell’Aya e Deft, l’altrettanto famosa città della maiolica, entrambi raggiungibili semplicemente con un rapido trenino. Può capitare di giungere, anche in piena estate a Scheveningen e in una di quelle giornate grigie, oppresse da pesanti, neri nuvoloni che tuttavia, proprio con la loro presenza, conferiscono all’ambiente un’atmosfera un po’ irreale che appare davvero quale citazione dei più noti dipinti di paesaggi nordici. In particolare essendo meno numerosi i passanti si per il vento forte che per gli improvvisi scrosci di pioggia, sono i gabbiani i veri “signori e padroni” di quel paesaggio planando superbamente sul selciato e dando ben poco spazio ai poveri piccioni che cercano comunque di difendersi raccogliendosi in gruppo negli angoli sentendosi forse fuori luogo e in realtà più adatti al biondo sole di piazza San Marco a Venezia.
Ma ecco colpisce sul molo che si allunga molto sul mare un grande fermento costruttivo: le vetrine dei negozi in ristrutturazione non solo annunciano grandi aperture di nuovi punti vendita, ma accolgono anche, come poster futuristici, i progetti stessi del nuovo molo arricchito di passerelle e torrette terminali. Ma già fin da ora, sorseggiando un aperitivo nel caffè più centrale (gestito fra l’altro da un italiano che parla con entusiasmo dei futuri lavori), si gode della vista di una lunga spiaggia sabbiosa oltre la quale. Sul mare un po’ burrascoso sembra di scorgere ricchi panfili dalle grandi vele gonfie del vento del nord. Ma prendiamo ora il tram che ci porterà a Deft, un paese che mostra immediatamente la sua antica origine con le case in mattoni resi bruni dal tempo, che riflettono i loro profili sui meandri dei canali che attraversano l’intero centro storico. Arrivando con il tram a Deft colpisce subito un grande vecchio mulino che sovrasta la strada stessa, simbolo pur sempre dell’ Olanda; ma poi subito si penetra nel meandro delle deliziose stradine, sulle quali comunque già si scorge, sovrastante i tetti bassi delle case, il campanile che annuncia la cattedrale. E dai vicoli si sbocca all’improvviso su quell’ampia, storica piazza che costituisce il vero e proprio “sagrato” della bella cattedrale, laddove a fianco della facciata della cattedrale, entrambi i prospetti mostrano il caratteristico profilo delle antiche costruzioni olandesi, il cui piano terra mostra vetrine colme delle azzurre, preziose maioliche.
[wzslider height=”450″ transition=”‘slide’”]