Berna, porta per le Alpi nel cuore della Svizzera, appare subito al visitatore come una città armoniosa nel suo distendersi con i tetti rossi del suo centro storico lungo il corso dell’Aare. Il suo profilo supera ogni contrasto con la particolare atmosfera pur sempre avvolta nel Medioevo eppure proiettata in un grande futuro. Sa offrire al tempo stesso le splendide fragranze del giardino delle rose e il paesaggio aspro degli antichi bastioni e più giù, sul greto del fiume a picco verso la riva, la famosa “Fossa degli Orsi”, habitat di una famiglia di orsi, che tutela l’animale simbolo della città.
Berna, fondata dagli Zahringer nel 1191, ha conservato intatto il suo centro storico originario, che appare suggestivo e perfetto, incorniciato dal fiume Aare, meritando l’inserimento nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco (dal 1983), per la “straordinaria testimonianza di una cultura scomparsa”. Cominciamo la passeggiata ed ecco la Torre dell’Orologio, che rappresenta in effetti la Porta che introduce al centro storico della città con il calendario astronomico del 1530 che, insieme al coloratissimo carillon, segna da sempre il movimento dei passanti e ne assorbe gli sguardi incantati. E’ da questa torre infatti che si contano le distanze che sarebbero poi state segnate sulle pietre del territorio svizzero, come riferimento per i viaggiatori. Fontane scroscianti, facciate in mattoni, vicoli e torri storiche appaiono nel loro intricato avvolgersi fino alla torre della cattedrale, alta 101 metri.
I negozi, i bar e i caffè-teatro del centro storico, in parte ricavati in cantine con le volte a botte, e i piccoli caffè attirano sia i Bernesi, che i turisti. Ed è ricco di emozionanti sorprese percorrere a piedi le strade e i vicoli del centro, scoprendo resti medievali, case in mattoni, palazzetti dalle facciate prestigiose e fontanelle gorgoglianti. Spesso si aprono piazze più piccole che ospitano mercati settimanali ed è da segnalare una curiosità, quella dello “Zibelemärit”, mercato delle cipolle che si svolge il quarto lunedì di novembre: una vera e propria festa popolare che inizia all’alba e dura tutto il giorno, dedicata per tradizione al gustoso tubero. In estate, le rive dell’Aare si animano e i nuotatori più esperti nuotano volentieri nelle acque pulite del fiume, spingendosi fino all’altezza del Bundeshaus, situato a pochi passi dalla stazione principale.
Si tratta, com’è noto, del Palazzo Federale, sede del Parlamento, le cui porte spesso si aprono al pubblico. Ed é ancora passeggiando lungo il fiume che si possono raggiungere il giardino botanico, il giardino zoologico Dählhölzli e il vecchio quartiere della Matte. Le arcate che si articolano come una sorta di galleria coperta lungo tutta la città, permettono anche un delizioso percorso di shopping al riparo dal maltempo. Ma poco fuori città continuano le sorprendenti scoperte: ecco profilarsi infatti le volute intrecciate e articolate in tre blocchi a forma di onda, con cui Renzo Piano, il ben noto architetto italiano, ha dato vita al Centro Paul Klee, in cui é ospitata la collezione più grande delle opere del pittore.
Alla fine della passeggiata, tra i numerosi, bei caffè bernesi, ho ritenuto di scegliere, per una sosta, l’Einstein Kaffee, con i tavolini all’interno, affacciati alla vetrata sul portico che segue la stradina del centro storico. Il caffè è situato al piano terra del numero 49 della Kramgasse, a soli 200 metri dalle Torre dell’orologio. Si tratta proprio dell’edifico in cui Einstein soggiornò con la moglie Mileva e il figlio Hans Albert tra il 1903 e il 1905 in un appartamento che si può visitare al secondo piano, mentre al terzo è possibile anche visionare un filmato sulla vita dello scienziato.
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Testo di Luisa Chiumenti