Testo di Anna Maria Arnesano e Foto di Giulio Badini
“La perla d’Africa” lo definì l’ex primo ministro inglese Winston Churchill, uno che di terre esotiche se ne intendeva parecchio. Infatti nel 1962, al termine del dominio coloniale inglese, l’Uganda era considerato uno dei paesi più prosperi e progrediti di tutta l’Africa. Questa nazione al centro del continente, poco più piccola dell’Italia, si presenta come un grande altopiano ad oltre mille metri di quota, costellato da una serie di vasti laghi, tra cui il Vittoria (il maggiore d’Africa e secondo nel mondo) da cui nasce il Nilo Bianco, e sui bordi da una serie di rilievi vulcanici tra cui i Virunga e il Ruwenzori, alti 4-5 mila metri, meglio noti con il nome gentile di Monti della Luna. Parliamo dell’Africa dei grandi esploratori ottocenteschi, alla perenne ricerca delle mitiche sorgenti del Nilo, dove scrisse una pagina fulgida anche il principe italiano Luigi di Savoia-Aosta, duca degli Abruzzi. Sebbene sia attraversato dall’Equatore, l’abbondanza di acque, l’elevata piovosità, l’altitudine e il clima mite ne fanno un paese assai fertile, con elevata produzione di caffè, cotone, the, cacao e tabacco. Vent’anni di conflitti tribali e razziali, di guerriglia e di guerre locali, di politica assurda, di corruzione, ruberie e di sanguinaria tirannia lo hanno messo economicamente in ginocchio, ma da oltre un decennio una classe dirigente illuminata lo sta riportando di nuovo tra i primi della classe.
La stabilità sociale ed economica stanno favorendo anche un ritorno del turismo internazionale, per scoprire una delle mete più belle e più varie del continente africano, con una ricchezza faunistica di elevato pregio dove sono presenti tutti i grandi animali africani e parchi nazionali perfettamente funzionanti. La maggior attrattiva turistica è costituita dalla visita ai gorilla di montagna, una delle specie animali a maggior rischio di estinzione, che in Uganda hanno uno dei loro tre unici santuari di protezione (gli altri due sono nei confinanti Ruanda e Congo-Zaire). Nella Foresta Impenetrabile di Bwindi, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, vivono 340 gorilla, suddivisi in una trentina di nuclei familiari di 10-15 esemplari composti da un maschio dominante, un massiccio patriarca dal pelo argentato, e un harem di femmine con i piccoli e i giovani che si spostano di continuo nel fitto della foresta alla perenne ricerca di cibo fresco, foglie, germogli e bacche. Due di questi sono stati addestrati, con anni di lavoro, ad accettare le visite dei turisti dopo un faticoso trekking: solo due gruppi di sei persone al giorno, per un’ora di contatto, sotto il vigile controllo dei ranger. Un’esperienza unica, emozionante e indimenticabile, a detta di quanti l’hanno vissuta. I 440 euro a testa del permesso, una cifra rilevante in Africa ma con una lista d’attesa internazionale di mesi, servono a finanziare la ricerca e la protezione di questi ormai rarissimi primati dal malinconico sguardo umano, tanto simile a noi da condividere ben il 97,7 per cento del patrimonio genetico, cosa che non avviene con nessun altro animale.
Idea per un percorso in Uganda in fuoristrada di 11 giorni che ne tocca le principali attrattive naturalistiche, compresa ovviamente la visita ai gorilla. Dalla capitale Kampala l’itinerario attraversa una regione collinare di verdi piantagioni di the e banane, per approdare al Ziwa Rhino Sanctuary, un’area di 70 km2 istituita nel 2005 per la reintroduzione del rinoceronte, estinto in Uganda nel 1982 e l’unico posto dove oggi sia possibile avvistarne 13 esemplari, poi al Murchison Fall national park, il maggiore del paese, abitato da leoni, elefanti, giraffe e bufali, dove il Nilo Bianco forma suggestive cascate, e infine al Kibale Forest national park, regno di scimpanzé, scimmie colubus, cercopitechi e babbuini ai piedi del Ruwenzori, dove si registra la maggior concentrazione di primati del mondo, ma anche un gran numero di uccelli e farfalle. Si passa quindi al Queen Elizabeth national park, popolato da leoni, leopardi, elefanti, bufali, ippopotami, antilopi, scimmie, facoceri e innumerevoli specie di uccelli, percorrendo in gommone il Kazinga, canale naturale che unisce i laghi Edward e George, dove ammirare uccelli acquatici e l’ordinata abbeverata di molte specie selvatiche, tra foreste e savane punteggiate da euforbie a candelabro, e visitando una serie di laghi che occupano antichi crateri vulcanici.
Meta clou del viaggio sarà l’emozionante incontro con i gorilla nella Foresta Impenetrabile di Bwindi in Uganda, inoltrandosi a piedi lungo impervi sentieri tra foreste di bambù e di cosso ad oltre 2.500 metri di quota. Ultime tappe il parco del Lago Bunyonyi, nell’Uganda meridionale, una zona di savana con acacie ombrellifere alternata a paludi e laghetti, dove si incontrano tutti gli animali selvaggi africani, e il parco del lago Mburo, una zona di savane e zone paludose ricca di erbivori, carnivori e uccelli.