Dagli anni ’20 ai giorni nostri: una cartolina color seppia che racconta la storia di una grande famiglia, i sapori che si sono tramandati e l’usanza di trascorre le domeniche pomeriggio sul fiume.
La sua conformazione naturale lo porta ad essere una grande pagina di libro dove le storie si srotolano nel suo lento trascorrere. Il Po e le sue acque attraversano luoghi e vicende tramandando immagini rarefatte, passate a carboncino che chiedono di essere raccontate perché possano rimanere indelebili nonostante il continuo scorrere del tempo. Siamo nel 1920 quando una famiglia di Polesine, gli Spigaroli, da sempre dedita all’agricoltura, venne in possesso di un traghetto per trasportare passeggeri e merci da una sponda all’altra del fiume. Erano viaggi lunghi che richiedevano tempo e per questo motivo sulle sponde del Po nacquero locali di fortuna per riparare i viaggiatori in attesa dell’imbarco. Attorno vennero poi piantati gelsi e pioppi per fare ombra. Si formarono così veri e propri parchi dove si era soliti trascorrere le calde domeniche, non solo con l’intento di passare il fiume, ma per incontrarsi e stare insieme. Il Grande Fiume sembrava creare sempre più legami tra la terra e le persone richiamandolo al suo Lido. Si cominciarono a friggere anguille, carpe, tinche, ambolina, ad affettare del buon culatello, a produrre il primo gelato della zona. D’estate arrivavano orchestrine campagnole, e la sera si respirava una stravagante magia, la magia del “Lido”. Fu proprio il ricordo di questa atmosfera incantata che riuscì a superare momenti difficili, come la guerra del ’40 e l’alluvione del ’50 che distrussero tutto. Fu nel ’52 che si decise di ritrovare il tempo perduto ricostruendo questo luogo di ristoro con a lato una cucina dove la domenica si cucinavano i tortelli d’erbetta, i pesci del Po, le torte casalinghe e i gelati. Nel ’61 ci fu l’inaugurazione ufficiale di una vera e propria trattoria in muratura e il nome glielo diede un pittore affrescando con cavalli bianchi in corsa tra i pioppeti il bar e la saletta del ristorante.
Oggi si chiama “Al Cavallino Bianco”, a gestirlo sono i due fratelli Massimo e Luciano Spigaroli, figli di papà Marcello e mamma Enrica che tanto si diedero da fare per riportare alla luce questo luogo incantato. Oggi i fratelli Spigaroli hanno dato vita a un mondo unico nel suo genere, autentico e nello stesso tempo completo, che valorizza le materie prime di un territorio, dalla verdura alle carni, seguendone con attenzione la crescita, la lavorazione fino alla fase finale della tavola. Questo è il mondo dell’Azienda Agricola e produzione di salumi Antica Corte Pallavicina, del ristorante Cavallino Bianco e dall’Antica Corte Relais. Luciano si occupa della prestigiosa cantina, della ricca e raffinata selezione di distillati, è lui che accompagna i suoi ospiti nell’atmosfera antica del Cavallino Bianco, dove si respira ancora la serenità e la piacevolezza di un tempo. L’altra figura è Massimo, il noto chef stellato che si occupa della conduzione della cucina e dell’azienda agricola familiare, seguendo in prima persona l’allevamento assolutamente biologico degli animali, per produrre le grandi specialità del territorio come il culatello. Proprio come accadeva nel ’20 il fine settimana e la domenica divengono il momento ideale per ritrovarsi sulle rive del Po per degustare pietanze di una volta preparate con maestria e sapienza. In particolare “Al Cavallino Bianco” si è dato il via a una serie di iniziative gastronomiche per assaporare questi piatti cucinati in modo semplice e rustico, tipicità che ora nei ristoranti non si trovano più. Oltre dunque al menù à la carte (sempre disponibile), il venerdì, il sabato e la domenica, nel Tipico di Casa Spigaroli, una zona del ristorante, si propongono serate a tema che seguono rigorosamente il calendario delle stagioni.
Fino al 29 aprile e dall’1 al 13 maggio 2012 si apre la stagione con la cena a base dei pesci del Po con “Pescando” con il luccio, lo storione, le anguille e il pesce gatto, risotto e tagliolini. Dal 6 al 15 luglio durante i finesettimana le serate sono “Ranando” risotti e rane fritte, le lasagnette ai porri e le pesche ripiene con gli amaretti e il gelato. Dal 20 al 29 luglio 2011 il verbo è “Starnazzando” tra Patè di fegato, anatra arrostita e crostate caserecce. Agosto è invece il mese delle grigliate, in programma per i weekend e degustando non solo carni prelibate, ma tutto il rito di una cottura alla brace tra fiorentine di bue, costine, salsicce, spiedini e gelato alla crema antica con amarene sciroppate. Dal 5 ottobre al 25 novembre è la volta di “Ocando” tra strolghino, salame cotto, ragù d’oca, polenta, timballo e altre leccornie a tema. Con l’arrivo della nebbia e del freddo si sente immancabile la voglia di “Bollendo”: la migliore tradizione della bassa con le carni per fare il brodo e gli amati anolini, dall’1 al 23 dicembre. La rassegna gastronomica a tema riprende dal 4 gennaio fino al 24 febbraio 2013 con “Maialando”. Tra i salumi, le tagliatelle con la pasta di salame, la mariola, il fegato con la polenta, le cotiche e fagioli. Il mese di marzo è invece dedicato agli appassionati di lumache con “Lumacando” con le lumache fritte nella farina di granoturco con polentina morbida, il risotto, le tagliatelle e la zuppetta.
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Per informazioni:
Al Cavallino Bianco – Relais Antica Corte Pallavicina
Via Sbrisi, 2
43010 Polesine Parmense (PR)
Tel. 0524.96136
info@cavallinobianco.it
www.acpallavicina.com/relais
www.fratellispigaroli.it
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