Testo di Cora Ebeling – Foto di Oliver Blum
Il giorno seguente vogliamo partire la mattina per Essaouira, una ridente cittadina sull’Atlantico a ca.150 km a ovest di Marrakech. Tuttora non esiste un collegamento ferroviario per Essaouira, ma in sostituzione ci sono due linee nazionali di autobus, che operano in società con le ferrovie statali e collegano tutte le città del Marocco non raggiungibili con il treno.
Arriviamo alla stazione degli autobus, che si trova accanto a quella dei treni, per costatare che i posti sono esauriti fino al tardo pomeriggio. È una linea molto frequentata e avremmo dovuto acquistare il biglietto già un giorno prima. Davanti alla stazione ci aspettano i tassisti dei grand taxi, che percorrono le tratte extraurbane e cercano di approfittare dei turisti sprovveduti e sprovvisti di biglietti come noi. Dopo estenuanti trattative sul prezzo di una corsa per Essaouira, troviamo altre persone nella stessa situazione e con la stessa destinazione, disposte a dividere i costi per un viaggio in taxi. Alla fine ce la caviamo con 180 dirham a testa (ca.18 euro), il che comunque è il doppio di quanto avremmo pagato con l’autobus.
Con noi viaggia Ahmed, originario di Meknes, che vive e lavora a Parigi come ingegnere nucleare. Vuole andare a trovare la sua ragazza a Essaouira per la Pasqua. Gli chiedo quanta strada bisogna fare per arrivare da Meknes, una cittadina dove il tempo sembra essersi fermato, a studiare ingegneria nucleare a Parigi. Mi risponde che questo è stato possibile grazie ai suoi genitori, entrambi insegnanti, che ci tenevano a un’istruzione superiore dei figli. Domando inoltre se l’energia nucleare avrà mai un futuro in Marocco e apprendo con sorpresa che entro il 2030 dovrebbe essere inaugurata la prima centrale nucleare del paese. Per ora il Marocco compra il 95% del fabbisogno energetico all’estero, il resto deriva da energia eolica e solare. Anche la produzione di energia sostenibile sarà incentivata, si prevede che entro il 2020 il 42% dell’energia proviene da fonti rinnovabili. Ahmed è ottimista sul futuro del suo paese, il quale secondo lui si sta trasformando da nazione agraria in un paese industrializzato e moderno. Dopo due ore e mezzo di viaggio arriviamo finalmente a Essaouira, il caldo di Marrakech ha fatto spazio a un fresco vento dal mare e il cielo è coperto.
Questa cittadina di circa 80.000 abitanti un tempo era il più importante scalo marittimo del Marocco e unico porto adibito al commercio con l’estero, da dove venivano imbarcate le merci portate dalle carovane. Fino alla prima metà del XIX secolo Essaouira beneficiava di una notevole prosperità economica, anche grazie alla grande comunità ebraica che si era insediata nell’VIII secolo. Ma sotto il protettorato francese all’inizio del XX secolo e con lo sviluppo dei grandi porti nelle altre città del paese, Essaouira perse il suo ruolo di fulcro commerciale e subì un declino. Con l’insediamento di alcune comunità hippy negli anni sessanta ottenne una vocazione musicale e culturale e da allora la città è diventata sempre di più meta turistica per eccellenza. Ancora oggi vi risiedono molti artisti e bohémien e ogni anno d’estate ha luogo il festival Gnaoua, la musica dai ritmi ipnotici dell’omonimo gruppo etnico discendente dagli schiavi neri provenienti dall’Africa subsahariana. Forse per questo qui si respira un’aria rilassata, assolutamente contagiosa. Non si desidera altro che andare a zonzo facendo un po’ di shopping nei tipici souk, degustare qualche specialità locale, contemplare il mare.
La medina di Essaouira, chiamata prima dell’indipendenza Mogador (piccola fortezza), è stata inserita nel 2001 nella lista dei patrimoni dell’umanità UNESCO. Vista dall’alto si presenta come un groviglio di case bianche, ma camminando per le strade del centro storico si nota una planimetria perfettamente regolare, un disegno urbano dai tratti europei. Infatti, a metà del XVIII secolo un architetto militare francese fu incaricato dal sultano a cambiare il volto della città e farne una base navale fortificata con tanto di cinta muraria, torri e bastioni. Per questo la kasbah e la mellah, l’antico quartiere ebraico, sono circondate da alte mura, per vedere il mare si deve salire in cima o sulla terrazza di uno dei tanti ristoranti. Il porto è esclusivamente destinato alla pesca e ogni giorno vengono scaricate tonnellate di pesce portate dai grandi pescherecci o dalle piccole barche azzurre dei pescatori. È senza dubbio il luogo più autentico della città, qui la vita scorre in modo uguale da secoli, incurante dei turisti curiosi che si aggirano sul molo per scattare foto caratteristiche o degustare il pesce fresco servito nell’unico ristorante al porto. Il vento incessante ha scavato il volto dei pescatori, delle imbarcazioni, e sembra addirittura dei gabbiani e dei gatti onnipresenti, che tentano di aggiudicarsi il bottino più grande degli scarti di pesce.
Essaouira è forse la città dai tratti più occidentali tra quelle finora visitate, anche per il suo lungomare, il quale si estende per chilometri dal porto ed è costeggiato da alberghi di lusso, ristoranti e locali. Una passeggiata sulla lunga spiaggia di sabbia fina, che diventa larghissima con la bassa marea, evidenzia però le contraddizioni di questo paese. Da una parte, la gente del luogo, ragazzini che giocano a calcio, uomini che discutono o giocano a carte, ben separati dalle donne, velate e spesso con una schiera di bambini a seguito, che non vogliono essere fotografate. Dall’altra, i turisti in abiti da spiaggia, che sorseggiano un bicchiere di birra o vino serviti in alcuni locali, praticano il kitesurf o fanno una passeggiata sul cammello o un giro in quad, ignorando completamente i dintorni e le usanze locali. Li unisce forse la passione per facebook e gli smartphone, oggetto immancabile persino per gli anziani e le donne più velate, ma la tecnologia non può unire le diversità culturali. Il re Mohammed VI sta investendo ingenti somme di denaro in nuove infrastrutture e tecnologie per rendere il Marocco una nazione all’avanguardia. Ciò non vuol dire che non resti un paese tradizionalista, dove regnano usi e costumi a volte arcaici e incomprensibili per noi occidentali. La cultura non è intercambiabile e non si può comprare. E questo sicuramente è un bene.
Come arrivare:
Essaouira ha soltanto un aeroporto domestico, gli aeroporti internazionali più vicini sono Agadir e Marrakech. Via terra ci si arriva con le linee nazionali di autobus Supratours e CTM, che partono da Agadir o Marrakech, altrimenti in macchina via autostrada venendo da Agadir, Marrakech o El Jadida.
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