Non solo per il celeberrimo Esercito di Terracotta, Xian, il capoluogo dello Shaanxi, vale il viaggio in Cina. Una città dalle antichissime origini, sede di importanti dinastie, conserva i segni del suo passato splendore pur vivendo spazi di grande vivacità e folklore come la tradizione serale dello street food nel quartiere musulmano oppure gli spettacoli di sbandieratori sulle mura antiche della città.
Era il punto di partenza della Via della Seta, Xian, un amalgama di culture e religioni, di cui si trovano ancora i segni nei siti storici, nell’imponente cinta muraria intatta, nella testimonianza dei musei, nella Torre della Campana e in quella del Tamburo, o nella Pagoda della grande oca selvatica che di sera si illuminano caratterizzando il fascino della città.
Un viaggio in Cina che permette di entrare nell’intrigante atmosfera del quartiere musulmano, un laborioso dedalo di viuzze interamente dedicato agli artigiani del cibo. Proprio sulla strada c’è chi frigge palline d’impasto in olio scoppiettante, chi arrostisce spiedini, chi elabora rose di pane e chi tende un’elastica treccia di pasta di zucchero e albume per comporre un dolcissimo torrone.
Un’esperienza da non perdere. Il quartiere musulmano culmina nella Grande Moschea, una delle più maestose di tutta la Cina, sintesi seducente di architettura cinese e islamica. Ma, è inutile nasconderlo, chi viene a Xian, pensa soprattutto a quella sorprendente scoperta archeologica che è l’esercito di terracotta, il Bingmayong.
Migliaia di statue a grandezza naturale, plasmate a mano, scoperte per caso nel 1974 da un contadino che scavava il suo terreno. Nonostante le immagini da anni diffuse dei mille guerrieri, l’emozione che prende nell’essere lì realmente è inevitabile e indimenticabile. Sono solo mille, ma si presume che sotto terra ce ne siano ancora 5-6.000, da portare alla luce e restaurare.
Un lavoro immenso e immensamente difficile, ma che alla fine ricostruirà in tutta la sua maestosa imponenza l’opera realizzata per il mausoleo del primo imperatore cinese Qin Shi Huang ( 260-210 a.C.). Un’opera grandiosa che, a quanto risulta dagli studi dello storico cinese Sima Qian, impegnò il lavoro di 700.000 prigionieri per ben dieci anni.
Testo di Teresa Carrubba
Maggiori informazioni sul viaggio a Xian:
sito dell’Ente del turismo cinese