La linea di costa dell’Oman disegna un angolo quasi retto presso il capo di Ras al Hadd. Ras al Jinz si trova circa 11 chilometri a sudest di Ras al Hadd e rappresenta il punto estremo orientale della Penisola Araba.
Tra le basse scogliere interrotte da spiagge si trovano anche numerosi siti archeologici taluni visitabili. Grazie ai tour specializzati di Al Fawaz Tours potrete scoprire I segreti del grandioso passato dell’Oman.
I molti straordinari siti dimostrano come questo fosse un tempo il punto preferito di approdo delle navi che trasportavano il prezioso rame e la diorite fino alla foce dei fiumi Tigri ed Eufrate.
Lo scavo del principale sito sulla spiaggia di Ras al Jinz ha messo in luce una serie di edifici a carattere commerciale costruiti in pietra e mattoni di argilla cruda, datati alla seconda meta’ del III millennio a.C In una piccola stanza sono stati ritrovati oltre 70 frammenti di bitume, un piccolo sigillo in bronzo con un’iscrizione in caratteri harappani ed un pettine d’avorio importato dalla Valle del fiume Indo.
I numerosissimi frammenti di bitume rinvenuti presentano su una faccia incrostazioni di cirripedi, crostacei esclusivamente marini (conosciuti in Italia con il nome di dente di cane, balani o lepadi) e sulla faccia opposta impronte di stuoie, fasci di canne, corde e tavole di legno. Apparve subito evidente che si trattava di frammenti del bitume utilizzato per l’impermeabilizzazione degli scafi.
Le informazioni fino ad allora esistenti sulle imbarcazioni che navigavano i mari del Golfo Persico consistevano in modellini di barche, incisioni rupestri e rappresentazioni figurative su sigilli, oltre che un’accurata lista in cuneiforme dei materiali necessari per la costruzione delle navi, ed in particolare della nave di Magan.
I ritrovamenti di Ras al Jinz permettevano finalmente di avere delle testimonianze dirette sulle navi del III millennio a.C. e sulla loro evoluzione. Accertato che si trattava di elementi di nave era necessario ipotizzarne la struttura, le dimensioni e la tecnica di costruzione.
Il famoso archeologo italiano Maurizio Tosi, direttore di numerosi progetti di ricerca in Oman, incaricò Tom Vosmer del Western Australian Maritime Museum di Fremantle, di ricostruire la nave di Magan. Il dr. Vosmer ed il suo team si trovarono a stabilire quale fosse la dimensione ottimale.
Numerosi calcoli nautici vennero fatti per rispondere ai mille quesiti che la ricostruzione della nave di Magan poneva: quanto dovevano essere lunghi gli scafi, come installare l’albero per la vela, quanto dovrebbe essere alto l’albero, come disponevano il pesante carico di diorite e rame.
Associando le informazioni iconografiche ed i principi di architettura navale fu possibile ricostruire numerosi modelli ed infine la nave nera di Magan, tra marzo e settembre del 2005.
Il varo della nave di Magan è avvenuto il 7 settembre 2005 dal porto di Sur. Nella notte, a poche decine di miglia dalla costa, è avvenuto il naufragio. La navigazione della nave di Magan è stato un insuccesso, ma non la sua ricostruzione.
Le navi nere di Magan hanno navigato per millenni, questo è un fatto accertato, e così come le popolazioni antiche hanno continuato a sperimentare fino a trasportare pesanti carichi e da terre lontane riportando avorio, bitume e tecnologia, così gli studiosi moderni continueranno a cercare la formula esatta che permetta ancora una volta alle magiche imbarcazioni nere di solcare le acque del Golfo.
Alice, figlia del professor Maurizio Tosi e guida specializzata di Al Fawaz Tours vi condurra’ in un fantastico viaggio nel passato presentandovi le antiche vestigia come testimonianze di vita reale, vissuta migliaia di anni fa da persone che in quei luoghi, passo dopo passo, pietra dopo pietra hanno fatto la storia del paese.
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