Di Luigi Gnaccarini
Muggia, affacciata sul golfo di Trieste, è una piccola perla che nasconde una storia complessa e affascinante. Quest’angolo d’Italia, quasi sospeso tra mare e confini, ha un’anima duplice, frutto della sua posizione strategica e delle influenze storiche che l’hanno plasmata. Da sempre al crocevia tra mondi diversi, Muggia ha conosciuto il dominio romano, le contese medievali tra Venezia e il Patriarcato di Aquileia, fino alle tensioni del Novecento, quando il confine tra Italia e Jugoslavia la rese una terra contesa, specchio delle fratture geopolitiche del secolo scorso. Camminando per le vie del centro storico di Muggia, si ha la sensazione di entrare in un luogo dove le influenze italiane e mitteleuropee si mescolano. Le strette calli, le piazzette con le facciate color pastello e le tracce dell’architettura veneziana testimoniano un passato legato a doppio filo con la Serenissima Repubblica di Venezia. La presenza di elementi gotici e rinascimentali nelle chiese e nei palazzi mostra una profonda connessione con il vicino Adriatico.
Il castello di Muggia, una possente fortezza che domina il borgo, racconta le storie di difesa e battaglie che si sono susseguite nel corso dei secoli. Costruito dai Veneziani nel XIV secolo per proteggere la città, è oggi un simbolo della sua resilienza. Dall’alto delle sue mura si può ammirare uno splendido panorama che abbraccia sia il golfo di Trieste che la costa slovena, offrendo una vista che parla di un luogo a metà tra l’Italia e l’ex Jugoslavia.
Muggia non è solo una città di mare; è una città di confini. La sua storia più recente, infatti, è segnata dalla complessità della definizione dei territori tra Italia e l’allora Jugoslavia nel corso del XX secolo. Dopo la caduta dell’Impero Austro-Ungarico, Muggia divenne ufficialmente parte dell’Italia con il Trattato di Rapallo del 1920. Tuttavia, con la Seconda Guerra Mondiale, Muggia è stata messa al centro delle tensioni tra Italia e Jugoslavia per via della ridefinizione dei confini nell’Europa orientale.
Nel dopoguerra, con la firma del Trattato di Parigi del 1947, Trieste e le aree circostanti divennero parte di un delicato territorio di frontiera, e Muggia si trovò improvvisamente vicinissima alla linea di divisione tra il mondo occidentale e quello socialista. Questo periodo ha lasciato un segno indelebile nella vita e nell’identità della comunità locale. I flussi migratori, le tensioni etniche e politiche, e la creazione del confine italo-jugoslavo hanno trasformato il volto della città, rendendola una sorta di enclave sospesa tra due mondi.
Muggia è stata capace di trasformare la sua storia travagliata in un’opportunità per valorizzare la propria unicità culturale. Oggi, il borgo è un luogo dove convivono serenamente lingue, tradizioni e culture diverse. L’influenza slovena è ancora forte, soprattutto nelle frazioni più vicine al confine. Uno degli aspetti più belli in assoluto della vita culturale di Muggia è il Carnevale Muggesano, una festa che mescola tradizione veneziana e mitteleuropea, con sfilate di maschere e carri allegorici che animano le strade della città ogni anno. Questo evento, che attira visitatori da tutta la regione, è un simbolo di come Muggia abbia saputo mantenere vive le proprie tradizioni pur rimanendo aperta all’influenza esterna.
Oltre alla sua storia complessa, Muggia è anche una meta perfetta per chi cerca bellezza naturale e tranquillità. La costa muggesana offre spiagge nascoste e calette tranquille, bagnate da un mare cristallino, dove è possibile godersi il sole e praticare sport acquatici lontano dalla folla. Allontanandosi dal litorale, le colline che circondano Muggia sono ideali per passeggiate ed escursioni. Qui, tra vigneti e uliveti, si possono scoprire piccoli borghi rurali che conservano ancora il fascino di un tempo, lontani dal turismo di massa. Da non perdere è una visita alla località di San Floriano, dove il verde delle campagne si incontra con panorami che abbracciano l’intero Golfo.
Come ogni terra di confine che si rispetti, anche la cucina di Muggia è un riflesso del suo passato e delle sue influenze. A tavola, si possono gustare piatti che uniscono sapientemente i sapori del mare e quelli della terra. Tra le specialità tipiche troviamo le cozze alla muggesana, preparate con aglio, prezzemolo e vino bianco, e il brodetto, una zuppa di pesce che riporta alle antiche tradizioni marinare della città. Non mancano piatti influenzati dalla cucina slovena, come i čevapčiči, piccoli salsicciotti di carne alla griglia, o i strucoli, simili a gnocchi ripieni di ricotta e spinaci. Il tutto accompagnato dai vini locali, come il Terrano e la Vitovska, che riflettono il carattere forte e deciso del territorio carsico. Muggia resta una terra unica, dove il passato si intreccia con il presente in un equilibrio sottile e prezioso. Una destinazione che, pur piccola, offre una straordinaria ricchezza di esperienze per chiunque voglia scoprire il fascino di una città che non ha mai smesso di reinventarsi.