Testo di Mirella Sborgia e foto di Marcello Peci e Teresa Carrubba
E’ dal “cuore” dell’Egitto, il Nilo, che parte il nostro viaggio nella storia e nella cultura. Un’immensa via d’acqua, che attraversa l’Africa nera e quella mediterranea, le cui inondazioni periodiche hanno garantito per millenni la vita degli esseri viventi a dispetto delle aride regioni circostanti, ed il sorgere di una tra le civiltà più importanti della storia. Il punto di partenza del nostro tour è Assuan, a bordo della lussuosa motonave MS May Fair, inaugurata 2 anni fa, prima della crisi di questa tipologia di turismo a seguito delle vicende politiche egiziane. Oggi, secondo gli operatori del turismo egiziano, gli italiani sono ricomparsi sulla costa del Mar Rosso, ma non si sentono ancora sicuri di tornare a percorrere le mete archeologiche e dell’interno. Assuan è la città più meridionale dell’Egitto e frontiera tra due mondi: quello “civilizzato” e conosciuto l’uno, lontano e impenetrabile l’altro. L’Egitto è infatti un Paese arabo e mediterraneo, che conserva altresì viva la cultura e le tradizioni della Nubia, la regione i cui fieri abitanti dalla pelle nera e dal fisico atletico, resistettero per secoli ad ogni forma di dominazione.
Fino a rischiare di scomparire per sempre insieme alla loro terra negli anni Sessanta, inondati dalle acque del lago artificiale Nasser, creato dalla diga di Assuan. Per salvare dalle acque molti dei siti archeologici della Nubia, l’UNESCO attivò un’imponente operazione per smontare e trasportare quel patrimonio storico in luoghi sicuri. Uno di essi è il sacro tempio di Philae, ora ricostruito sull’isola di Agilkia a pochi chilometri da Assuan, tra le due dighe. Per raggiungerlo ci imbarchiamo su una delle lance a motore che fanno la spola con Shella. Il Tempio è dedicato ad Iside, dea della maternità e della fertilità. Il complesso templare fu un celebre luogo di pellegrinaggio e raggiunse il massimo dello sviluppo in epoca greco-romana.
Proseguiamo la nostra navigazione sul fiume e nella storia. Il sole al mattino illumina d’oro le acque del Nilo su cui stiamo navigando e le sponde rigogliose che da millenni i contadini egiziani coltivano con pazienza e dedizione. Lasciata Assuan, la nave ha iniziato lentamente la risalita del Grande Fiume, in questa autostrada fluida in cui navigano da tempo immemorabile imbarcazioni cariche di genti e di merci. Luxor, la prossima meta, è situata a duecento chilometri più a nord, verso la costa. Durante il viaggio raggiungiamo il tempio di Kom Ombo, situato su una piccola collina da cui, nell’antichità, si poteva controllare il commercio fluviale e terrestre con la Nubia. E’ l’unico tempio in Egitto dedicato a due divinità: il dio Sobek, dalla testa di coccodrillo, e il dio Haroeri, dalla testa di falco.
La cittadina di Edfu ci appare in un’ampia ansa del fiume sacro di notevole bellezza. Qui, ad attendere i turisti che sbarcano dalle navi, ci sono decine di piccole carrozze a cavallo. Ne approfittiamo anche noi per attraversare velocemente la città che, oltre ad attirare un gran numero di visitatori per il suo tempio, è altresì un importante centro commerciale per la produzione di zucchero e per le sue antiche fabbriche di ceramica. Edfu è da sempre famosa per lo splendido Tempio dedicato al Dio falco Horus. Templi imponenti e città nascoste per millenni lungo il Nilo; le città dei vivi si trovano sempre sulla sponda orientale mentre la terra dei morti occupa normalmente quella occidentale.
La navigazione ci conduce fino ad Esna, in passato una delle località più importanti dell’alto Egitto (Tasenet) e successivamente uno dei maggiori centri di fede copta. La città è collegata alla sponda del Nilo da un’importante diga che sbarra il corso del fiume costringendo tutte le imbarcazioni a lunghe soste per accedere alle chiusa e superare il dislivello. Qui lo spettacolo, oltre che dal paesaggio, è arricchito dalle tante barchette degli abitanti locali che, approfittando della sosta forzata, tentano qualche guadagno gettando letteralmente sui turisti una pioggia di vestiti, tappeti e tovaglie multicolori. In serata, si raggiunge finalmente la splendida Luxor, l’antica Tebe. Qui si trovano circa 60 splendide tombe reali delle dinastie dal 1570 al 1200 a.C. Tra le più importanti, quelle dei grandi faraoni Ramsete IV, Seti I e Tutankhamon. Sulla sponda orientale dell’antica Tebe, ovvero nella “città dei vivi”, a colpire sono i due monumentali templi dedicati al Dio Amon, primo fra tutti quello di Karnak.
Vi si accede attraverso un suggestivo viale fiancheggiato da una doppia fila di sfingi a testa di ariete, che un tempo conduceva al porto. Ci fa immaginare le lunghe processioni rituali che si snodavano lungo i circa tre chilometri e mezzo del Viale delle Sfingi fino al tempio di Luxor per la festa annuale delle inondazioni. Ad attendere il popolo egizio di allora, così come i visitatori di oggi, le statue colossali che caratterizzano l’imponente complesso templare dell’Egitto dei Faraoni. Accanto, svetta con i suoi 25 metri il bellissimo obelisco in granito rosa di Assuan, orfano del gemello che fu donato alla Francia nel 1831.
Il nostro viaggio in nave è giunto a termine, lasciamo con nostalgia la bella e confortevole May Fair, poiché da Luxor il nostro viaggio prosegue in pullman, alla volta della New Valley. Questa regione, nuova frontiera del turismo in Egitto, si contraddistingue per il suo paesaggio lunare, caratterizzato dalle dune dorate e dalle pianure pietrose, che contrastano con la vegetazione lussureggiante vista fin qui lungo il Nilo. Si tratta di un’area ancora poco conosciuta e poco battuta dal turismo internazionale, ma che conserva intatte bellezze naturali e tradizioni. Lungo il tragitto, le suggestive oasi di Farafra, Dakhla e Kharga, vere e proprie isole verdi nel mare di sabbia della New Valley. L’unica da noi visitata in questo viaggio è quella di Kharga. Si tratta senz’altro dell’oasi più grande e sviluppata, che è anche capitale del governatorato della New Valley. Per secoli è stata una tappa obbligatoria per i carovanieri egizi e romani provenienti dal Sudan e le fortezze romane e le antiche rovine dei templi che vi si possono ammirare ne sono la tangibile testimonianza storica.
Da Kharga partono due escursioni imperdibili: il tempio di Hibis, dedicato al Dio Tebe Amon (unica grande testimonianza dei persiani in Egitto) e la necropoli copta di Al Bagawat, dell’epoca di Nestorio, composta da 263 tombe in mattoni crudi, realizzata nella peculiare forma imposta dalla religione cristiana.A Dush si trova invece il Tabuna Camp, un “campo tendato” di alto livello per chi ama provare l’ebbrezza di una notte in tenda nel deserto, che nasce dall’idea di “Desert in Style”. Il Tabuna Camp, circondato dal deserto, è situato in prossimità di due importanti siti archeologici, un po’ fuori dai classici circuiti: le rovine della fortezza romana di Qasr El Dush, del I sec d.C. e l’antico tempio dedicato a Iside e a Serapide, eretto da Domiziano.Il nostro viaggio si conclude con il rientro al Cairo e con la visita del Museo Egizio e alle famose piramidi di Giza. Dalla caotica metropoli, il silenzio del deserto e il dolce cullare delle acque del Nilo appaiono lontane, quasi immagini sfumate di un altro tempo. Quello attuale, è fatto di grandi sfide per un grande Paese come l’Egitto. Per i viaggiatori ed i turisti, rimane la possibilità reale di poter visitare facilmente e in tutta sicurezza le tante meraviglie dell’Egitto.
Egitto nel cuore”, è l’indovinato slogan coniato dai tre enti statali di promozione turistica presenti in Italia – Turismo Egitto, Egyptair e MISR Travel – per riportare i turisti italiani sulle incomparabili rotte culturali del paese dei Faraoni.
Ente del Turismo Egiziano
Via Barberini 47
Tel +39064874216
Egyptair
Via Bissolati 76
www.egyptair.it
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+39064747373
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