Testo di Luisa Chiumenti
Il Castello di Mesola è una tra le più imponenti “Delizie Estensi”, ossia quelle dimore fuori città che venivano utilizzate dai principi per il proprio svago, per cacciare, riposare o per impressionare gli ospiti.Completamente ristrutturati, il Castello e la Corte accolgono oggi le testimonianze del passato, ed ospitano convegni, mostre, eventi e altri importanti appuntamenti. Il riconoscimento a Ferrara del titolo d’appartenenza ai Siti Patrimonio dell’Umanità quale “esempio eccezionale di città del Rinascimento”, è stato esteso nel 1999 a tutto il territorio estense proprio per motivazioni che riguardano le “residenze dei Duchi d’Este nel Delta del Po”, illustrando in modo eccezionale l’influenza della cultura del Rinascimento sul paesaggio naturale. E’ possibile percorrere in barca proprio quelle affascinanti vie d’acqua che, legate al parco del Delta del Po, partendo da quello fluviale e golenale, attraversando la spiaggia e la duna, la pineta litoranea, la valle d’acqua salmastra, la valle d’acqua dolce, arriva in certi tratti fino a lambire il bosco. Ci vengono incontro, prima di giungere all’imbarco, i paesaggi suggestivi che circondano, immersa nel verde, la Torre dell’Abate.
Il sole fa splendere il cotto della costruzione, che si specchia nell’acqua sottostante, dove fluttuano i pesci pronti a farsi pescare per essere poi “riposizionati” nell’acqua, “secondo il Regolamento”. Poco oltre, poco prima di raggiungere il grazioso paese e il porticciolo di Goro, ecco la settecentesca Torre Palù, immersa in una campagna sconfinata, a regolare quelle acque che, incanalate, hanno permesso all’uomo di appropriarsi della terra.
Ma noi proseguiamo il viaggio per fare un giro nelle Valli di Comacchio, a scoprire la bellezza dei “Casoni”. L’itinerario prevede la visita di alcune “Stazioni di pesca”, dette appunto “Casoni”, tra cui il Casone Serilla, che era a capo del quartiere di valle, ed era tanto più importante in quanto più esteso era il suo bacino di pesca.
Nella grande stazione risiedeva il fattore, responsabile tecnico degli impianti e dell’attività di pesca dell’intero quartiere della valle. L’arredamento era davvero semplice ed essenziale, sia nelle cucine che nei dormitori, ma c’era la possibilità di collegarsi con un vero “telefono”, fin dai primi del secolo scorso.
La visita permette di captare la vita difficile, la fatica dei “vallanti”, la solitudine durante i lunghi inverni, malamente riscaldati dai camini: tutto un mondo che il Comune di Comacchio tutela con cura per consegnarlo alla storia di un territorio che ha saputo da un lato “rubare” la terra alla prepotenza dell’acqua e dall’altro sfruttare quella stessa acqua, con la fruttuosa pesca delle anguille. Non possiamo qui soffermarci su quel luogo unico per religiosità, arte e bellezza che è Pomposa, ma non possiamo fare a meno di ricordare, che fu proprio da quella Abbazia che partì la prima sostanziale opera di bonifica del territorio.