Testo di Paolo Ponga
Foto di Paolo Ponga e Archivio
Azzurro, turchese, celeste, indaco, oltremare, cobalto… difficile riuscire ad elencare tutte le sfumature di blu del mare delle Maldive. Se lo si osserva dall’alto di un aereo, il fascino aumenta con la visione delle sue isole incastonate come gioielli, o come sassolini bianchi e verdi gettati da Dio sulla sua superficie. Difficile descrivere le emozioni che suscita l’arcipelago delle Maldive a chi non ha avuto la fortuna di visitarle. Per un subacqueo sono come il mal d’Africa per un esploratore: impossibile sentirsene sazi. Questa emozione entra nel cuore anche se non ci si immerge, ma semplicemente si ama il mare e lo si guarda sotto la superficie con una maschera: una tavolozza animata di mille colori, sempre in movimento. Sulla terraferma, una striscia di sabbia bianca di origine corallina, sempre fresca sotto la pianta dei piedi anche con il sole cocente, circonda le palme e la giungla rigogliosa che nascondono gli edifici all’interno dell’isola. Un vero spettacolo.
Relax totale per chi lo desidera, le vacanze alle Maldive possono rivelarsi invece una vera faticaccia per un subacqueo. Impossibile resistere infatti alle emozioni delle Thila, i pinnacoli di corallo sottomarini che arrivano ad una decina di metri dalla superficie, oppure quelle vissute nelle pass che portano dall’atollo al mare aperto, dove le correnti possono essere molto forti ed offrono sempre immersioni adrenaliniche ed indimenticabili. Un’immersione decisamente particolare per l’arcipelago è Kuda Giri Wreck, situata nell’atollo di Male Sud, a nord di Maafushi. Si tratta, eccezionalmente per le Maldive, di un’immersione su relitto (wreck), che giace in assetto di navigazione sulla sabbia accanto ad un piccolo pinnacolo di corallo (kuda giri). Il nome del posto è divenuto quello del relitto, in mancanza di una certa identificazione dello stesso. Si tratta, probabilmente, di un peschereccio d’alto mare di origine cinese, qui affondato una trentina d’anni fa per un fortunale improvviso, o per la distrazione del capitano che ha portato l’imbarcazione contro la sommità del reef. Lungo una trentina di metri, si trova fra i 25 ed i 35 metri di profondità; considerando la temperatura dell’acqua intorno ai 29/30° C, la magnifica visibilità, la posizione protetta dalle correnti, risulta essere una facile immersione alla portata di quasi ogni livello di esperienza.
Dall’imbarcazione del diving si scende sul tetto del pinnacolo, per poi dirigersi in profondità verso i resti della nave affondata. Lungo il percorso, un tripudio di vita: pesci pappagallo, damigelle, pesci angelo, balestra, farfalla, intervallati da qualche cernia e jackfish in caccia. Arrivati sul fondo sabbioso, si procede per qualche decina di metri fino a distinguere il profilo del peschereccio, che da predatore di queste acque, si è trasformato nella casa di innumerevoli pesci, un vero e proprio reef artificiale. Sulla sua coperta nuotano indisturbati pesci di ogni forma e colore, mentre nelle sue stive hanno fatto dimora centinaia di minuscoli glassfish. Percorrendo lentamente la parete della barriera corallina per risalire verso la superficie, sono frequenti gli incontri che danno emozione: murene nascoste negli anfratti, tartarughe, anemoni coloratissimi con gli immancabili pesci pagliaccio. Guardando nel blu, con un pizzico di fortuna è possibile veder arrivare uno squalo pinna bianca od un grigio di barriera che sembrano marcare il loro territorio. In seguito, seduti sul dhoni, la barca a motore tradizionale maldiviana, guardando nuovamente le sfumature di blu, è impossibile non pensare ai mille colori trovati invece sott’acqua.
Le Maldive sono 1192 isole raccolte in 26 atolli; di queste circa 200 sono abitate da maldiviani di fede musulmana ed un centinaio sono appannaggio dei resort, mentre le rimanenti, a volte semplici lingue di sabbia, sono invece disabitate. Ci sono tre possibilità di soggiorno nell’arcipelago: il primo è costituito dai classici resort, che si trovano su isole a loro dedicate e che offrono eccellenti sistemazioni a prezzi da medi ad elevatissimi. La seconda opzione sono le barche da crociera, dedicate essenzialmente a chi fa attività subacquea, ma adatte anche ai non sub, che vengono accompagnati a visitare le isole di pescatori o quelle deserte, o che semplicemente possono godere della piscina di bordo e del sole comodamente sdraiati sul deck dell’imbarcazione. Vi è infine una terza possibilità nata negli ultimi anni, da quando l’ex Presidente Nasheed ha consentito alle comunità locali di decidere se aprirsi al turismo o meno. Le isole sulle quali è stata fatta questa scelta, hanno visto il nascere di guesthouses e piccoli alberghi di proprietà di maldiviani a prezzi decisamente alla portata di tutti, purché dotati di un minimo di spirito di adattamento agli usi e costumi locali (vietati carne di maiale, alcool e circolare per l’isola in costume da bagno). In tutti e tre i casi, le vacanze saranno meravigliose ed indimenticabili, complice un mare davvero unico.