Le carte la definiscono la provincia più povera della Cina, e forse lo è. Ma il Qinghai ha una ricchezza che nessuna economia può eguagliare: la natura.
Una natura spettacolare ed unica dove lo sguardo spazia dai monti maestosi, quasi dei bassorilievi di pietra rosso fuoco o roccia metamorfica a scisti verticali che come armoniose canne d’organo si placano nelle acque del lago, ai ghiacciai disegnati come paesaggi fiabeschi, alle immense praterie gialle di colza, alle dune desertiche di sabbia ocra, agli isolotti dove si riposano più di centomila uccelli migratori.
Una natura che fa del Qinghai una terra affascinante e misteriosa. Non solo per turisti e viaggiatori, ma anche per gli scienziati. Grazie all’evoluzione della sua complessa struttura geologica, l’Altopiano Qinghai – Tibet è considerato una delle zone più significative al mondo per lo studio del movimento tettonico e dei suoi processi dinamici.
Per carpirne i segreti, negli Anni Cinquanta geologi e scienziati cinesi fecero di questa zona un laboratorio naturale. Fino a quando, nei primi degli Anni Settanta, un gruppo di esperti di fisica terrestre, geologia, biologia e risorse naturali, provenienti da più di dieci province cinesi, si trasferirono qui per studiare l’innalzamento dell’Altopiano Qinghai – Tibet, l’influenza di questo fenomeno sull’ambiente naturale e sull’uomo, le condizioni naturali, le caratteristiche delle risorse e il loro sfruttamento. La ricerca scientifica effettuata ancora negli Anni Ottanta sull’Altopiano e sul Qomolangma (meglio conosciuto come Monte Everest), fu considerata all’avanguardia.
E, proprio grazie al monte Everest, la cima più alta in assoluto con i suoi 8.848 metri, e della catena dell’Himalaya, qui siamo sul “Tetto del mondo”. Non a caso, Luorong Zhandui, studioso del Centro di tibetologia della Cina, ha affermato che il Tibet è il luogo più vicino al cielo e più lontano dall’inquinamento.
Una definizione quanto mai appropriata, non solo in termini di altitudine, ma per gli spazi sconfinati della natura che qui si è divertita a disegnare paesaggi singolari, a volte aspri e selvaggi, altre morbidi e rilassanti, che rendono questa zona della Cina, un mondo a parte.
L’aspetto estremamente variegato della natura, infatti, è una delle caratteristiche più suggestive dell’Altopiano Tibetano. Basti pensare al Lago Qinghai, il maggiore lago salato della Cina, inserito dall’ONU nell’Elenco delle zone umide più importanti. Un lago che si carica di fascino per via dei frequenti cambiamenti di colore, dovuti alla profondità disomogenea dell’acqua, all’alternarsi delle stagioni e al contrasto davvero suggestivo tra la riva sud e quella settentrionale.
Il primo impatto con il Lago passa attraverso vaste praterie che d’estate di tingono di giallo grazie alle distese di colza fino a lambire la riva sud del Lago, ridente di bandierine colorate, asinelli bardati, statue che dominano il paesaggio, yacht da diporto attraccati al molo e qua e là il tipico stupa, monumento religioso buddista che conferisce drammaticità all’ambiente.
In mezzo al Lago, cinque isolotti, uno dei quali, detto appunto l’isola degli uccelli, è dimora stagionale dei volatili migratori. Quando si levano verso il cielo tutti insieme offrono uno spettacolo davvero imperdibile. Tutto diverso il nord del Lago Qinghai, che offre al viaggiatore un effetto-sorpresa davvero impensabile.
I verdissimi prati a livello dell’acqua piano piano si trasformano in terra brulla e colline sinuose fino ad aprirsi, ad un tratto, in un vero e proprio deserto. Dune di finissima sabbia ocra orlano le rive del Lago mutando radicalmente l’atmosfera da vivace e colorata a intensa e calda. “Deserto” in tutti i sensi visto che la nostra macchina s’inoltrava in un rettilineo d’asfalto tra le dune senza mai incontrarne un’altra.
Un paesaggio davvero incredibile se si considera che quassù, proprio in mezzo al deserto, siamo a circa 3.800 metri s.l.m. Ma le sorprese per gli occhi non sono finite, all’orizzonte del Lago si frastagliano verso il cielo azzurro le cime innevate dei ghiacciai. Il lago Qinghai non è solamente una zona ricca di mistero, ma anche un grande tesoro a cui prestano attenzione gli scienziati di tutto il mondo.
Il governo cinese ha portato avanti numerose ispezioni generali sul posto, individuando abbondanti risorse minerarie. Inoltre il lago è anche la maggiore riserva naturale ittica del nord-ovest del Paese, soprattutto ricco di un tipo particolare di pesce, l’Huang.
Testo di Teresa Carrubba