Testo di Anna Maria Arnesano e foto di Giulio Badini e Archivio
Enormi ghiacciai che scendono fino al mare formando sfavillanti iceberg, giganteschi fiordi e profondi canyon dalle pareti precipiti, sorgenti d’acqua calda e geyser che spingono in alto i loro getti idrici, vulcani in piena attività, immense e desolate distesa di lava scura: sono gli aspetti ambientali più salienti dell’Islanda, il cui meritato appellativo la definisce come la terra del fuoco e del ghiaccio. In nessun altro luogo del pianeta le forze della natura sono evidenti come in quest’isola dell’estremo nord-occidentale europeo. Una terra carica di possente e traboccante energia, dovuta alla sua posizione sulla faglia che separa l’Europa dal Nord America, dove le forze endogene stanno ancora plasmando il paesaggio. Il nome geysir, che in tutto il mondo indica una sorgente a spruzzo d’acqua calda di origine geotermica, deriva da una località e da una parola islandese, in genere impronunciabili. Non a caso quando gli astronauti americani vollero simulare la futura passeggiata sulla Luna scelsero questo terreno, dove già dapprima lo scrittore Jules Verne aveva localizzato la porta d’ingresso per il suo viaggio di fantasia nel centro della terra. La maggior isola europea, grande quattro volte la Sicilia e situata poco sotto il Circolo Polare Artico, presenta caratteristiche ambientali in apparente contraddizione: il più esteso ghiacciaio del continente e oltre un centinaio di vulcani, di cui parecchi ancora attivi o in latenza, tanto che un’isola è sbucata dal mare una quarantina di anni fa, con un ampio corollario di fenomeni vulcanici e geotermici secondari come sorgenti termali dove è possibile fare il bagno all’aperto anche in pieno inverno, caldere fangose, soffioni boraciferi, getti d’acqua a pressione e altro. L’attività vulcanica e il glacialismo sono inoltre i fattori che hanno determinato rispettivamente la formazione, assai recente rispetto a tutte le altre regioni del pianeta (anche se il suo basamento è uno dei più antichi), e il modellamento di quest’isola, le cui difficili condizioni ambientali consentono una vita stentata ad una vegetazione formata da cespugli, tundra, muschi e licheni ed a pochissimi animali importati. In compenso laghi e paludi interni brulicano di uccelli nidificanti, mentre le coste sono popolate dalle più consistenti colonie di uccelli marini esistenti al mondo e nelle acque marine, assieme a foche e balene, sguazza una gran quantità di pesce, vera risorsa economica per i suoi abitanti. Ma l’Islanda offre anche lo straordinario spettacolo delle aurore boreali, dei miraggi e delle Fate Morgane, del sole di mezzanotte e delle buie giornate invernali. In questa natura selvaggia vive da oltre mille anni un popolo rude e indipendente, discendente prima dei feroci vichinghi e poi di quegli intrepidi contadini e pastori che fuggirono dalla tirannide della Scandinavia medioevale per fondare una nuova nazione, dando vita ad una delle più vecchie democrazie del mondo moderno.
Anche in un breve itinerario di una decina di giorni, in partenza dalla capitale Reykjavik (il cui nome significa baia fumante per le numerose sorgenti d’acqua termale calda), ci sono alcune località imprescindibili, tenendo presente che mentre l’interno si presenta brullo e spopolato, simile ad un deserto di rocce e di sabbie laviche nere dove però piove e nevica, le coste risultano assai più varie e spettacolari, con profondi fiordi e ghiacciai che scendono fino al mare generando enormi iceberg. La riserva naturale di Guelfoss, una delle maggiori attrazioni, offre una cascata che si tuffa in un canyon profondo 70 m, spesso sormontato da un arcobaleno. Geysir, al centro di un vasta area geotermica con sorgenti termali, soffioni e depositi minerali, regala lo spettacolo di giganteschi getti d’acqua intermittenti alti fino a 50 m; poco distante uno minore zampilla con regolarità ogni 8 minuti. Nel cuore dell’isola, una delle maggiori aree incolte del continente e la più vasta zona geotermica, i rilievi del Landmannalangar offrono maestose vette rocciose, zigzaganti colate di lava, azzurri laghi di montagna, sorgenti calde con piscine naturali, crateri vulcanici fumanti. La riserva naturale di Myvatn ospita un suggestivo lago con una cinquantina di isolotti formati da pseudocrateri originati da esplosioni di gas; durante l’ultima epoca glaciale qui si trovava un ghiacciaio, trasformato in lago da esplosioni sotto la calotta che lo hanno fuso. La cascata di Dettifoss è alta appena 44 m, ma con i suoi 500 metri cubi d’acqua al secondo si colloca al primo posto in Europa. Askja presenta una caldera di 50 km2 originata da una portentosa eruzione avvenuta nel 1875 e durata per oltre trent’anni; il successivo collasso del materiale eruttato ha prodotto l’immane depressione attuale, occupata al fondo da un lago color zaffiro profondo 217 m.
La tormentata costa orientale, la regione geologicamente più antica e più stabile, si caratterizza per la presenza di un gran numero di fiordi che dall’oceano penetrano a fondo nell’interno; vi si trovano ripide vette innevate, cascate, ampie foreste e piccoli villaggi di pescatori. La regione sud-orientale risulta in gran parte occupata dal ghiacciaio di Vatnajokull, il maggiore dell’isola e terzo al mondo con 8.400 km2 e uno spessore di un chilometro; anche qui due crateri attivi sotterranei provocano lo scioglimento e generano nuvole di vapore. Il parco nazionale di Skaftafell, il più esteso e il più amato dai locali, presenta spettacolari cascate, basalti colonnari e rocce levigate. Infine la laguna glaciale di Jokulsarlon, dove galleggiano numerosi iceberg.
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