La prima volta che sentiamo nominare l’incenso è durante l’infanzia, in occasione del Natale. In particolare il magico momento dell’Epifania, quando I tre magi d’oriente, Baldassarre, Gaspare e Melchiorre, dopo un lungo viaggio intrapreso seguendo la cometa, arrivano a Betlemme per adorare il “Re dei Giudei” portando in dono i beni più preziosi delle loro terre: oro, incenso e mirra.
Tutti conoscono l’oro, ma sono in pochi a sapere cosa sono la mirra e l’incenso. Entrambi sono gommaresine aromatiche, estratte da piante della famiglia delle bursaceae. La mirra si estrae dall’arbusto del genere Commiphora myrrha, cresce in Somalia, Etiopia, Sudan, nella Penisola Araba ed è stata usata fin dall’antichità come antisettico.
L’incenso è la resina odorosa dell’albero o arbusto del genere Boswellia che cresce nelle stesse regioni. La qualità migliore è il frankincenso (da “franco, vero ” e “incendere, bruciare”) è prodotto dalla specie Boswellia sacra che cresce unicamente nella regione meridionale dell’Oman: il Dhofar. Le guide esperte di Al Fawaz Tours potranno raccontarvi la storia ed i benefici della resina preziosa attraverso la visita dei siti della via dell’incenso.
La resina dei poco appariscenti alberi di Boswellia sacra viene raccolta due volte nell’anno, una volta verso la fine di maggio poco prima della stagione delle piogge e la seconda ad ottobre, alla fine della stagione piovosa. Dopo essere stato sfruttato per cinque o sei anni l’albero viene lasciato a riposo per qualche anno. Per la raccolta si utilizza una specie di scalpello chiamato menghaf. Si producono delle decorticazioni ovali di circa 10 centimetri sui rami più forti della pianta dalle quali essuda la resina biancastra che asciuga e solidifica all’aria. La resina viene lasciata fluire per due o tre settimane, dopodiché inizia ad essere raccolta.
Il frankincenso è stato per millenni considerato come un mezzo di comunicazione con il mondo dei morti e quello divino. Per le sue proprietà disinfettanti ed antinfiammatorie veniva utilizzato nel processo d’imbalsamazione. Per le sue proprietà analgesiche ed antidepressive, dovute alla presenza di sesquiterpeni, molecole che hanno lo stesso meccanismo d’azione dei cannabinoidi, veniva bruciato nei riti religiosi per propiziare le divinità. Il fumo bianco azzurro che produce, quando scaldato su un carbone ardente, insieme ad insetti e parassiti (portatori di malattie come la malaria), scaccia gli spiriti maligni.
Non ci sorprende che la regione che produce questa resina miracolosa venisse chiamata Arabia Felix!
Il commercio del frankincenso inizia nel luogo in cui gli alberi crescono. L’UNESCO ha incluso quattro importanti siti della regione del Dhofar nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità.
La richiesta di frankincenso intorno al 2000 a.C. rese necessaria la domesticazione del cammello per utilizzarlo come animale da soma. Le carovane partivano dalla regione predesertica del Nejd e trasportavano il prezioso carico attraverso le zone desertiche fino ai mercati della Mesopotamia, sostando in piccole città fortificate in prossimità di sorgenti d’acqua ed oasi per riposare e rifornirsi.
La prima stazione delle rotte carovaniere è stata identificata nell’oasi di Shisr, interpretata come la mitica Ubar, o Atlantide delle sabbie situata a circa 200 chilometri da Salalah, capitale del Dhofar. I vantaggi di una lingua scritta che registrasse le transazioni furono presto riconosciuti dai regni sudarabici e la scrittura si diffuse rapidamente in tutta la regione.
Verso la fine del primo millennio a.C., vennero gradualmente abbandonate le rotte carovaniere per privilegiare il trasporto marittimo e la tecnologia per la produzione delle imbarcazioni ebbe un rapido sviluppo. Shabwa, capitale del regno di Hadramawt, fondò sulla costa del Dhofar, la città portuale di Sumhurram, conosciuta dai mercanti greci come Moscha limen, per controllare il commercio delle spezie nell’Oceano Indiano.
Conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo antico, il frankincenso pose i regni dell’Arabia meridionale che lo producevano al centro dei collegamenti marittimi con l’India, il Mediterraneo e la via della seta, portando valuta, artigianato e nuove tecnologie dall’Egitto, dalla Grecia e da Roma, ha rivoluzionato per millenni la vita in Arabia divenendo il carburante della prima economia globale. Conoscere le ricchezze e la storia dell’Oman con Al Fawaz Tour