Dii Mariella Morosi
E’ una piccola città, Forlì, proprio al centro della Romagna, “meditullum”, come la definiva Dante. Ha l’orgoglio di un grande passato ma anche la vivacità di un’offerta turistica in continua evoluzione per il visitatore che -anche se solo per pochi giorni- vuole sentirsene parte. E’ una città che sa proporsi, nell’Italia delle tante bellezze, con la contaminazione delle sue due anime: quella del centro storico e quella moderna del periodo razionalista del discusso Ventennio. Come Forum Livi fu nodo strategico romano sulla Via Emilia, soffrì degli scontri tra Guelfi e Ghibellini, fu protagonista dei fasti rinascimentali con Caterina Sforza. Di stirpe guerriera, alchimista e cacciatrice, la “tigre di Forlì” dominò la città fino a quando Cesare Sforza la umiliò cacciandola dalla sua Rocca di Ravaldino. Consegnata al Papa, fu incarcerata a lungo a Castel S. Angelo e morì ad appena 46 anni. Nei secoli la città si abbellì con le linee sinuose del barocco per poi, nel Novecento, integrare in sé quelle tanto diverse, imponenti, dell’arte razionalista. Finalmente, dopo decenni di silenzio, quella di Forlì ora viene finalmente vista come vanno viste tutte le arti, senza contaminazioni politiche, tanto che oggi, con una cinquantina di edifici, costituisce un vero e proprio museo urbanistico all’aria aperta, oggetto di studio in progetti europei sugli stili del secolo scorso con le sue opere di architetti come Valle, Fuzzi e Bianchi.
Dalla monumentale piazza Aurelio Saffi, che secondo Vittorio Sgarbi è una delle più belle d’Italia perché sintesi del patrimonio culturale della città, può prendere avvio un itinerario alla scoperta dei monumenti più significativi. La Basilica di San Mercuriale, con annesso il Chiostro dei Vallombrosiani, ha origini antichissime. Distrutta da un incendio e riedificata in stile romanico lombardo, racchiude opere d’arte tra cui preziose tavole di Marco Palmezzano e Francesco Menzocchi e il Monumento funebre a Barbara Manfredi, moglie di Pino III Ordelaffi, Signore di Forlì. Il portale gotico in pietra rosa ospita una preziosa lunetta trecentesca con l’adorazione dei Magi. Si può provare anche l’emozione di salire i 273 gradini del campanile di 72 metri, originale del 1180. Al lato sud della piazza sorgono il quattrocentesco Palazzo del Podestà con la facciata in cotto, il Palazzo Albertini e quello Comunale con la Torre dell’Orologio. Di forte impatto è il Palazzo delle poste, razionalista con suggestioni neo-liberty. Il vicino Duomo ospita la cappella della Madonna del Fuoco, patrona di Forlì, con l’immagine trecentesca della Madonna con il Bambino, una delle più antiche xilografie conosciute. La cupola è decorata dall’affresco dell’ Assunzione di Carlo Cignani.
A Palazzo Gaddi, da non trascurare, c’è il Museo del Risorgimento, un periodo storico che vide i forlivesi protagonisti, mentre Palazzo Romagnoli ospita le Collezioni civiche del Novecento con opere di Guttuso, Donghi, Vedova, tutti sul tema del lavoro. Motore culturale della città sono i Musei San Domenico, monumentale complesso conventuale dell’Ordine dei Domenicani che comprende anche la Chiesa di S.Giacomo. La Pinacoteca intitolata a Melozzo da Forlì è un imperdibile itinerario tra capolavori, dal Beato Angelico all’Ebe di Canova. Ogni anno viene proposto un calendario di mostre: dopo “L’Eterno e il tempo tra Michelangelo e Caravaggio” sarà la volta della mostra fotografica di Ferdinando Scianna. Importanti iniziative culturali si svolgono anche nel chiostro sconsacrato di San Sebastiano. Questa è città d’arte e di cultura – c’è anche il Polo Universitario dell’Università di Bologna- ma ha anche un’anima verde, con i Giardini del Parco della Resistenza e il parco urbano di ben 26 ettari a ridosso della vecchia città muraria, delimitato dal fiume Montone. La sua vallata, un parco fluviale incontaminato, ha percorsi ciclabili su entrambi gli argini.
Ma la città è anche punto di partenza per le altre rigogliose vallate del Tramazzo, del Rabbi e del Bidente. L’orgoglio di essere una città speciale, vocata all’ospitalità, viene celebrato ogni anno con “Piazze d’estate” e a settembre con la “Settimana del Buon Vivere” dedicata alle buone pratiche e alla cultura. Quest’anno, dal 23 al 30 settembre il tema sarà “Luoghi”, con eventi sui temi della next economy, sulla cultura, sulla sostenibilità e sulla grande risorsa dei giovani. Da Forlì parte anche la Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì e Cesena. I vigneti danno ottimi vini, dal Sangiovese all’Albana fino al Trebbiano e al Pagadebit e gli incontri ravvicinati con la squisita cucina romagnola avvengono dovunque. Numerosi i chioschi dove gustare piadine calde al prosciutto o ai formaggi come Squaquarone, di Fossa o Raviggiolo e anche i locali eleganti non prendono le distanze dalla tradizione. Da gustare tutta la fantasiosa cucina territoriale come passatelli, cappelletti e quelle tagliatelle all’uso di Romagna che l’Artusi ha reso immortali.