Il mese di agosto si avvicina e così anche le amate vacanze estive, che per la maggior parte degli italiani coincideranno proprio con la settimana di Ferragosto. Per quanto riguarda le destinazioni da cartolina, la scelta è ampia e diversificata: l’Italia offre, infatti, alcune delle mete estive più belle al mondo e molti decidono di trascorrere le proprie vacanze, con amici o famiglia, proprio nel Bel Paese.
Tra le destinazioni più belle, quelle che rappresentano l’idea stessa di vacanza sono sicuramente le isole e gli arcipelaghi, che in Italia non mancano! Basti pensare alle due bellissime isole maggiori, Sicilia e Sardegna, o agli arcipelaghi sparpagliati vicino alle coste della nostra penisola, tra cui le isole Egadi, Eolie o Pelagie ad esempio. Ecco perché Holidu, il motore di ricerca per case vacanza, ha deciso di condurre uno studio sui prezzi delle case vacanza nelle nostre amate isole, per prenotare lastminute il viaggio dei sogni!
Da Erice, mitico balcone della Sicilia, quasi si toccano. Questa manciata di isole che emergono da un mare blu cobalto, sono le antiche “Aegates”, già dalla preistoria intensamente popolate, che formavano un tutt’uno con la Trinacria. Lo stesso miracolo della natura che divise Favignana e Levanzo dalla costa trapanese alla quale erano congiunte, ora le conserva incontaminate, selvagge, brulle. Insieme a Marettimo, la terza e più piccola isola dell’arcipelago, offrono emozioni inusitate, non soltanto per la bellezza prepotente del mare, ma per il sottile incanto delle terre. Grotte, faraglioni, istmi, strapiombi, baie, calette.
Qui restano indelebili i segni dell’uomo primitivo, come gli splendidi graffiti della Grotta del Genovese a Levanzo. E quei tagli reiterati a colpi di mannaia che disegnano le pareti delle cave di tufo a Favignana, ferme nel tempo a fissare l’instancabile lavoro del primo abitatore dell’isola e dei suoi successori. Sottili scivoli di pietra scritti dai blocchi di tufo che finivano nelle barche attraccate, ricordano un commercio fiorente che spinse gli antichi favignanesi a scavare grotte a pelo d’acqua, vere cattedrali silenti e misteriose su cui il mare ha lasciato ogni sorta di conchiglie fossili conficcate nelle pareti, come una preziosa decorazione gemmata. Cala Rossa, la più suggestiva dell’isola, è tutta un intrico di strutture tufacee, antri labirintici che s’internano per centinaia di metri con pilastri, nicchie e sale segrete. Un curioso gioco di architetture immerse ed emerse, di vuoti e di pieni. Una monocromia ossessiva e coinvolgente. In grigio-tufo anche gli ottocenteschi stabilimenti Florio, un tempo fulcro della maggiore attività dell’isola, la lavorazione del tonno, che si affacciano attorno al porto, ormai inattivi e vuoti ma con l’austerità dignitosa di un antico tempio sconsacrato. Raschiate in questa roccia vulcanica, polverosa ma dura, le case dei pescatori sono lì, ferme nel tempo, tutte uguali, mimetizzate con la terra e con la montagna sovrastante. Si specchiano in un mare incredibilmente cristallino, immutabili e silenziose, come pezzi da museo.E’ curioso: le finestre sono pochissime, ridotte all’essenziale. Forse gli egusani non sopportano questo sole che qui splende quasi africano e che cuoce la loro pelle insieme all’aria salmastra.
Favignana, l’isola maggiore dell’arcipelago, è distesa come una farfalla al vento, in gran parte pianeggiante. Deve il suo nome al favonio, il cosiddetto vento fecondatore della primavera. Un’isola sonnolenta, animata giornalmente dall’arrivo del traghetto, motivo di rinnovata attesa. Per visitare Favignana, la più antropizzata delle Egadi e l’unica a disporre di una rete stradale completa, l’ideale è la bicicletta. E’ possibile noleggiarne una con molta facilità. Al costo di qualche breve asperità si può pedalare dovunque, fino a raggiungere le più antiche e spettacolari cave di tufo di Cala Cavallo e Cala Rossa che in passato rifornivano i cantieri in Sicilia, a Malta e in Tunisia. E numerose altre piccole cave, ormai incrostate di fossili e spesso vivacizzate dal viola intenso del fiore di cappero, che affiorano lungo la costa o nel bel mezzo del paese, addossate alle case e sul cui fondo miracolosamente crescono orti rigogliosi. Anche il tufo degli edifici è al naturale, così com’è venuto dalle cave. Pedalando lungo le coste, che qui sono quasi sempre alte, lo spettacolo mozza il fiato. A ogni passo cambia tutto. Ora strapiombi ripidi, ora tratti di terreno scosceso, digradanti verso piccole baie e insenature incantevoli. Un vero eden per visitatori solitari. Ma per scoprire appieno i segreti dell’isola fin nei meandri rocciosi più nascosti, la miglior cosa è osservarla dal mare. Va benissimo anche un gommone, ma se si vuole noleggiare una barca, basta cercare i pescatori nel porticciolo di S. Leonardo. Lì è possibile anche far rifornimento di carburante o ricaricare le bombole per i sub in cerca di emozioni.
Dal porto si raggiunge punta S. Nicola dove una grotta completamente spalancata sulla battigia conserva gli ultimi preziosi graffiti preistorici, e la famosa Cala Rossa, sulla costa orientale di Favignana, che si apre in una baia incantevole ed è percorsa, lungo tutto l’arco, da un sentiero che porta agli antri delle gallerie scavate nella roccia. E’ possibile ormeggiare alle Pietre Cadute, nei pressi di Bue Marino, ben protetto dai venti, e poi spostarsi verso il faro di Punta Marsala, che prende il nome dalla città siciliana verso cui protende inoltrandosi nel mare. Costeggiando Cala Canaleddi, familiarmente detta Cala Azzurra per il colore incredibile del mare, si arriva a Punta Fanfalo, un impressionante litorale di rocce tufacee erose e taglienti. Sembrerebbe il paesaggio di un pianeta disabitato se non fosse per l’enorme villaggio turistico, pochi passi più in là, dalla suggestiva architettura arabesca, a suo tempo voluto da Vittorio Gassman. A Punta Lunga si conclude il periplo dell’ala orientale della “farfalla”. Proseguendo verso l’ala ovest si raggiunge Cala Grande sulla cui estremità si stende la spiaggia dell’Approdo di Ulisse, proprio dove la Montagna Grossa, l’unica altura dell’isola, si spegne digradando verso il mare tra balze di roccioni dolomitici. Dall’altra parte della costa, a Nord-Ovest dell’isola, la montagna scende allungandosi ad istmo verso il Faraglione, guglia biancastra di oltre 35 metri che sembra indicare lungo il mare le altre due isole egusee, Levanzo e Marettimo. Doppiato il Faraglione c’è un tratto di costa letteralmente frastagliato da splendide grotte. La più grande e interessante è la Grotta delle Uccerie (o delle Stalattiti), una sorta di chiesa disegnata da stalattiti, con tanto di organo e di santi. La Grotta del Pozzo, che conserva reperti di civiltà fenicio-puniche tra cui numerose incisioni sulla roccia. Le Grotte degli Archi e della Stele, famose per i resti di tombe con iscrizioni latine. E, grotta grotta si ritorna al porto. Il cuore palpitante di Favignana paese è Piazza Matrice, ritrovo sociale delle autorità locali e degli ospiti che, oltre alle bellezze naturali cercano un contatto umano. Molti anni fa la migliore occasione era quella di imbattersi, proprio all’imbocco del centro storico, nel giardinetto-mostra permanente di “Zu Sarino,” Rosarino Santamaria, ex scalpellino e marinaio, poi scultore naif, galvanizzante affabulatore, raro esempio di una umanità perduta, che ricavava poesia da un blocco di tufo. Capitava anche, e a noi è capitato, che, intrattenendo un visitatore con le sue incredibili storie, scolpisse lì per lì una pietra e poi gliela regalasse in segno di amicizia e ospitalità.
Dallo stesso mare di Favignana, ora blu cobalto e pervinca, ora giada e smeraldo, emergono Levanzo e Marettimo, quasi due iceberg di roccia e di macchia mediterranea, che è possibile esplorare solo scalandole da parte a parte o circumnavigandole con la barca. Niente strade né spiagge, solo sentieri e scogliere, fenditure, istmi, insenature e tante grotte, raggiungibili soltanto via mare. Antri suggestivi, ricchi di concrezioni e tracce del passato come le grotte del Cammello, della Pipa e del Presepe a Marettimo e quella famosissima, del Genovese, a Levanzo, dove si ammirano (contattando il custode che abita in paese) bellissimi e preziosi graffiti dell’età paleolitica. A Levanzo, l’unico centro abitato è un gruppo di casette di pescatori, aggrappate alla scogliera che scende al porticciolo. Le lusinghe del turismo non hanno ancora intaccato l’integrità marinara della popolazione. L’isolotto racchiude a Nord il bacino dove si pratica la mattanza di Favignana; una zona ottimale già scelta mille anni fa dagli arabi che vi installarono le prime tonnare. Marettimo, la più esterna, è più piccola delle Egadi, emerge a una quarantina di chilometri da Trapani. Anche qui le poche case sono attorno al porticciolo, appollaiate alle pendici del Monte Falcone. Numerosi gozzi tirati a secco tra nasse e cordami, quasi fin dentro le case, oltre alla flotta di pescherecci, che si spingono fino alle lontane coste della Tunisia e dell’Algeria, stanno a ricordare che anche quest’isola vive soprattutto di pesca. Il turismo qui è scarso, forse per la lontananza rispetto alle altre due isole. A Marettimo soggiornano soprattutto gli amanti della solitudine e del silenzio.
Testo di: Teresa Carrubba