Un viaggio alla scoperta di tre affascinanti città in Indocina, in passato capitali di possenti regni
di Pamela McCourt Francescone
Foto di Pamela McCourt Francescone e Archivio
Luang Prabang, Hue, Phnom Penh. Nei secoli capitali sfavillanti di importanti regni in Laos, Vietnam e Cambogia, che oggi hanno in comune molto di più di un passato dinastico. Perché queste tre città si trovano tutte su grandi fiumi – Hue sul Fiume di Profumo e le altre due sul grandioso Mekong –tutte hanno storici palazzi reali, poi si trovano in paesi con lunghe tradizioni buddhiste, e sono tra le destinazioni più autentiche e affascinanti dell’Indocina. Da cosa dipende questo loro fascino? La prima impressione, che dura nel tempo, è che in questi luoghi il tempo sembra dilatarsi e rallentare. Poi tutt’intorno c’è un’ abbondanza di maestosità, storia e spiritualità che ancora oggi è una parte integrante del tessuto sociale C’è la bellezza impareggiabile dell’architettura, dei palazzi e dei templi. E poi è impossibile non meravigliarsi di come, nonostante l’intrusione del mondo moderno, la gente di queste città abbia saputo conservare pressoché intatti le loro usanze ancestrali e il loro antico stile di vita. Questa fedeltà al passato si manifesta nei loro costumi e rituali, mestieri e svaghi e anche nelle tradizioni gastronomiche. Il cibo è un elemento onnipresente. A tutte le ore sui marciapiedi si possono gustare ciotole fumanti di minestre, carne e pesci grigliati, montagne di verdure e gli spaghettini senza i quali la vita si fermerebbe o quasi. Una maniera eccellente per cogliere l’essenza di queste città è di tuffarsi nell’attività animata di un mercato locale. Ogni mattina all’alba nel mercato di Luang Prabang vengono stesi ordinatamente lungo i marciapiedi prodotti di ogni tipo, comprese prelibatezze che non necessariamente coincidono con i gusti occidentali come rane, serpenti, pipistrelli, ratti e lumache allo spiedo. Il mercato Dong Ba a Hue offre il meglio della produzione locale e anche i tradizionali cappelli a cono vietnamiti e oggetti di artigianato in ceramica e bambù. A Phnom Penh il Mercato Russo è un labirinto di vicoletti dove si vende di tutto, dai diamanti alle motoseghe, e dove i sorrisi dei venditori ambulanti valgono molto di più di un buon affare! Un ottimo motivo per alzarsi all’alba in queste città è assistere alle processioni dei monaci buddhisti i quali, incamminandosi scalzi per le vie, raccolgono le offerte e gli omaggi dei cittadini. Un momento mistico reso ancora più suggestivo quando è osservato attraverso la leggera foschia svolazzante mattutina di Luang Prabang che si trova nelle montagne centrali del Laos. Sorta come una serie di piccoli insediamenti intorno ai templi, nel 1867 si arricchì dell’elegante architettura coloniale grazie ai francesi che arrivarono qui. Ma l’anima più profonda di Luang Prabang, nei secoli un regno indipendente, risiede nei suoi templi. Il Xieng Thong ne è l’esempio più spettacolare. Uno scrigno della splendida architettura locale, caratterizzata da lunghi tetti spioventi e frontoni incastonati di coloratissimi mosaici. Si può salire il Mekong in barca fino alle grotte di Pak Ou e, in cima alle ripide scale che portano all’ingresso, scoprire centinaia e centinaia di statue di Buddha. Storicamente il Laos era chiamato il Regno del Milione di Elefanti, e una passeggiata attraverso la foresta lussureggiante a dorso di elefante è un momento di grande fascino. Come è il rilassarsi in uno dei tanti piccoli bar e ristoranti lungo le sponde del Mekong, contagiati dall’andatura lenta e spensierata di Luang Prabang, per degustare l’appetitosa cucina locale e un bicchiere di eccellente Lao Beer.
Hue, capitale dei re Nguyen per più di 250 anni è, dopo Hanoi, la destinazione più culturalmente ricca del Vietnam, una città dove la poesia ha il sopravvento sul commercio. Il retaggio lasciato dai Nguyen comprende splendidi templi, centinaia di pagode, e un complesso regale all’interno di un fossato che, a sua volta, si trova all’interno di tre città fortificate. Da non mancare una tappa alla magnifica Tomba di Minh Mang nelle campagne non lontano dalla città. Il modo più efficace per visitare la Città Proibita di Porpora, il complesso che fu la residenza della famiglia Nguyen, è di prendere un cyclo, la versione locale di un taxi, e tenersi forte mentre l’autista-ciclista si insinua nel traffico fermandosi sotto le mura arcigne della Cittadella.
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Phnom Penh, la capitale cambogiana, fonde secolari influenze orientali e occidentali e, a differenza di molte altre città asiatiche, non è stata schiacciata dalla globalizzazione. I francesi qui hanno costruito larghi boulevards e bei monumenti come il Municipio e il Mercato Centrale, un grande edificio color ocra con una magnifica cupola. Il periodo Kmer viene ricordato nel monumento dell’Indipendenza che richiama i templi di Angkor Wat, mentre sono molteplici gli esempi di architettura “New Khmer” risalenti agli anni ‘50 e ‘60. Ma il vero segreto del fascino di Phnom Penh è la sua gente, che ha conservato la sua identità come i “Latini” dell’Asia. Amano scherzare e chiacchierare con il visitatore, e ogni approccio inizia con un bellissimo sorriso. Questa città è come una grande cipolla. Si può tirar via uno strato visitando i ristoranti e bar sul Sisowath Quay, e poi toglierne altri scoprendo stradine stracolme di negozi e venditori ambulanti, e salendo la collina di Phnom dalla quale la città ha preso il nome. Infiniti tasselli del fascinoso patrimonio storico di questa ridente capitale. Si visita il Palazzo Reale, dimora di Re King Norodom Sihamoni, per ammirare il Pagoda d’Argento e il magnifico pavimento di 5.000 piastrelle del peso di un kilo l’una. Gettano ombre scure sulla città la prigione di Tuol Sleng, dove venivano interrogati i prigionieri durante i giorni bui del regime brutale di Pol Pot, e i campi di sterminio di Choeung Ek. Ombre nefaste e penose che sono fondamentali per capire la storia recente della Cambogia: pagine che nessun cambogiano potrà mai dimenticare. Sono una lezione per il mondo su come la forza d’animo e la tenacia di un popolo siano in grado di creare un nuovo mondo.
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