CAPOLAVORI PRIVATI RIUNITI PER LA PRIMA VOLTA NELLA GRANDE MOSTRA CURATA DA VITTORIO SGARBI
Di Mariella Morosi
Non è facile ammirare tanti capolavori per lo più sconosciuti al pubblico perché proprietà di privati o di istituzioni bancarie, quindi di rado visibili se non esclusivamente dai fortunati proprietari. E’ quindi un’occasione da non perdere quella che offre nelle Marche la mostra “Rinascimento segreto” curata da Vittorio Sgarbi, aperta fino al 3 settembre e divisa in tre sezioni localizzate a Pesaro, Urbino e Fano. Si tratta della realizzazione di un progetto ambizioso che dopo anni di preparazione e di difficoltà burocratiche è finalmente andato in porto grazie al sostegno dei comuni di Urbino, Pesaro e Fano, della Regione Marche , dell’assessorato della Cultura di Pesaro e Urbino e dall’Anci Marche. La produzione è affidata alla Società Sistema Museo, partner di Marche Multiservizi. Le opere finalmente svelate appartengono tutte al Rinascimento, importante periodo storico, il più ricco di tutta la storia dell’arte, che va dall’inizio del Quattrocento alla metà del Cinquecento. «Questa è una mostra difficile- aveva detto Sgarbi all’inaugurazione. C’è una complessità di ricerca, sia delle opere che degli autori, che rende questa iniziativa di livello sofisticato. Accanto a Raffaello e Perugino, si possono ammirare tanti artisti che ancora si muovono nell’anonimato, conquiste della ricerca critica recente o artisti pur conclamati ma ancora oggetto di studio”.
Tutte le scuole del Rinascimento italiano sono raccolte nelle tre sezioni mentre a Fano in riferimento alla grande tradizione romana, sono le sculture che raccontano meglio il collegamento con l’arte plastica del mondo antico, insieme a ceramiche ed oreficeria. “Questo Rinascimento segreto nel suo percorso d’insieme – aveva sottolineato ancora il curatore- diventa così per il visitatore un Rinascimento rivelato”. Ammirare le opere degli artisti meno conosciuti significa ricollocarle nel loro valore, non come minori ma come eseguite da comprimari di un grande momento di fioritura delle arti che non ha eguali nella storia dell’arte. Se Giacomo di Nicola da Recanati, autore di una straordinaria Crocifissione e Giovanni Antonio da Pesaro con la sua Madonna in trono con il bambino, Sant’Onofrio, San Giovanni Battista e San Girolamo sono maestri di scuola marchigiana, grande risalto è stato dato a tutt gli artisti delle principali scuole pittoriche della penisola, allora divisa in tanti piccoli regni e possedimenti indipendenti. Un’unificazione ante litteram fu operata proprio dagli stimoli artistici che sanno valicare i confini imposti dalla storia. Tra i maestri toscani sono presenti tra gli altri, Francesco di Giorgio Martini, Benvenuto Cellini col suo studio di una statua antica, Jacopo Carucci detto il Pontormo, (suo il bellissimo tondo “Imposizione del nome al Battista”), Baccio Bandinelli, Giovan Francesco Rustici , Agostino di Duccio, Desiderio da Settignano, mentre di scuola veneta sono Bonifacio de’ Pitati, Giovanni Bonconsiglio detto il Marescalco, Filippo da Verona). Ferraresi sono invece il Maestro di Casa Pendaglia con il doppio San Cristoforo e Crocifissione, Benevento Tisi detto il Garofalo con la suggestiva Madonna col banbino, Dosso Dossi, Giovanni Battista Benvenuti detto Ortolano).
Ricco il campionario della scuola lombarda: Antonio de Carro, Gasparo Cairano, Agostino de Fondulis, Giovanni Agostino da Lodi, Cesare Magni, Defendente Ferrari, Gaudenzio Ferrari) così come quella emiliana e romagnola con il Maestro di Castrocaro, Giovanni Francesco da Rimini, Bernardino da Tossignano, Severo da Ravenna, Marco Palmezzano, Bartolomeo Ramenghi detto il Bagnacavallo, Girolamo Marchesi detto da Cotignola, Antonio da Crevalcore, il Parmigianino, Giacomo e Giulio Francia. Meno rappresentata ma con interessanti opere sono la scuola umbra, l’adriatica e quella del centro sud con Paolo da Visso, Nicolò di Liberatore detto l’Alunno (con un suggestivo Cristo in Pietà) e tra i più conosciuti, Raffaello con lo studio per la figura di un generale romano e Pietro Vannucci detto il Perugino, autore di uno straordinario San Sebastiano, appena raggiunto da una freccia che neppure nel dolore perde la sua giovane bellezza. Poi c’è Giulio Romano, Giovan Francesco Penni con l’Allegoria della fortuna, Giovan Francesco Rustici Liberale da Verona, Cola dell’Amatrice. Anche prima di quegli anni l’arte era stata sublime, ma Piero della Francesca la arricchisce di una intelligenza che trasforma la pittura in pensiero, in teorema, ben oltre le esigenze devozionali. Davanti alla sua Flagellazione non è più sufficiente l’iconografia religiosa, e così davanti all’Annunciata di Antonello da Messina, alla Tempesta di Giorgione, all’Amor Sacro e Amor profano di Tiziano e alla Deposizione di Cristo del Pontormo.Fino alla metà del Cinquecento l’arte dei pittori e degli scultori raggiunge il livello più alto con Mantegna, Cosmè Tura, Botticelli, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, influenzando tutti i protagonisti della pittura e della scultura dell’epoca.
Le tre mostre sono localizzate rispettivamente a Urbino, nelle Sale del Castellare di Palazzo Ducale, al Museo Archeologico e Pinacoteca del Palazzo Malatestiano, Sala Morganti, a Fano e infine nei Musei Civici di Palazzo Mosca a Pesaro. Ma in queste città delle Marche c’è molto da ammirare anche al di là del “Rinascimento Segreto”. A Urbino è imperdibile una visita alla Galleria Nazionale delle Marche nel Palazzo Ducale. Tra le opere esposte, simbolo della cultura umanistica, è da ammirare la quattrocentesca Città Ideale, la Muta di Raffaello la Flagellazione e la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca e tante altre grandi opere. Il Palazzo Ducale è un grandioso edifico divenuto polo d’arte grazie a Federico da Montefeltro. Il principe volle riunire a Urbino, definita da Baldassarre Castiglione “una città in forma di palazzo” i più grandi artisti del suo tempo. Oggi l’edificio progettato da Francesco Laurana e completato da Francesco di Giorgio Martini attira decine di migliaia di visitatori ogni anno. Da ammirare al piano nobile, lo straordinario Studiolo di Federico, le cui pareti sono rivestite da tarsie lignee realizzate da Giuliano e Benedetto da Milano. E’ l’ambiente più intimo del Palazzo e simboleggia il ritratto interiore di Federico, la sua cultura, le sue scelte intellettuali ed estetiche. Nella parte più alta si incontrano i ritratti degli Uomini Illustri attribuiti al fiammingo Giusto di Gand e allo spagnolo Pedro Berruguete. Le mostre sono l’occasione per visitare anche Pesaro con la sua Cattedrale con uno straordinario pavimento in mosaico, i vari musei e biblioteche storiche, Casa Rossini, dove nacque e dove sono esposti i cimeli del grande compositore e l’Area Archeologica di Via dell’Abbondanza. Anche Fano, dalle belle spiagge e dal famoso Carnevale, è di grande interesse turistico. Imponenti la Rocca Malatestiana, la Porta Maggiore e l’Arco di Augusto. L’organizzazione delle mostre e la fruibilità di un territorio dalla grande valenza storica e a artistica è curata dalla Società Sistema Museo, da 25 anni nel settore dei Beni Culturali che pone il visitatore al centro di un progetto esperienzale personalizzato, coinvolgente e ricco di emozioni. E’ nata così Italy to live, una nuova piattaforma digitale che guida il visitatore in un viaggio attraverso la storia, l’arte e i costumi delle varie località turistiche anche meno note.
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