Parco Archeologico dell’Appia Antica.
Complesso di Capo di Bove. (fino al 9 ottobre 2022)
dI Luisa Chiumenti
E’ davvero eccezionale il fascino che la via Appia, percorsa in qualunque tratto della sua straordinaria esistenza nel tempo, ha esercitato su ogni viandante, stimolandone la fantasia e il desiderio di approfondimento e di ulteriore conoscenza di ogni manufatto incontrato. Pur non avendo sempre avuto nel tempo il giusto riconoscimento, valorizzazione e tutela, siamo giunti oggi a vederla scelta finalmente per la candidatura a far parte dei Siti UNESCO. Ed è così che lo scorrere delle immagini di Ielardi, nella bella mostra allestita negli spazi del Complesso di Capo di Bove al Parco Archeologico dell’Appia Antica ha permesso di approfondire ancora di più le ragioni di un tanto vasto fascino, che ha sempre riscosso questa illustre consolare. Ricordiamo le sue descrizioni nei diari dei viaggiatori del Grand Tour, che, assetati di cultura e di storia, vi ritrovavano le glorie dell’antica Roma, attraverso gli imponenti resti che la trasformavano in una sorta di “museo all’aperto”.
Le immagini di Giulio Ielardi sono molto significative perché in certo modo, scegliendo angoli particolari di diversi percorsi lungo tutto l’iter della “Regina Viarum”, conducono verso la possibilità, già stimolata dagli scritti di Paolo Rumiz, di percorrere a piedi quella che si può definire come l’intera “diagonale d’Oriente”. E’ così infatti che, già dalle prime miglia della via, i turisti e i viandanti riescono ad entrare in contatto con un bel tratto di quella “campagna romana” che non solo fa rammentare certi scorci di alcuni storici kolossal che vi ambientavano brani di storia conosciutissimi, ma divenne ben presto luogo ambito da registi ed attori di chiara fama, che la vollero eleggere quale propria splendida residenza. Ma oggi finalmente la riscoperta del verde in cui la consolare è ancora immersa, salvato da innumerevoli, appassionate campagne, sta riportando la via al riconoscimento del pieno valore di un patrimonio materiale e immateriale che bene si inserisce nell’ambito degli itinerari culturali, e di quei cammini denotati da un alto valore identitario, anche connesso ad un turismo diffuso.
E facciamo nostro l’augurio lanciato dall’architetto Quilici, direttore del Parco Archeologico dell’Appia Antica, “che le mostre come questa possano non solo migliorare la conoscenza e la consapevolezza del pubblico in merito al valore storico, artistico e ambientale del patrimonio generale e dell’Appia in particolare, ma che possano stimolare una riflessione su modalità di fruizione che coniughino il beneficio ecologico del cammino con un’idea di turismo e mobilità in cui il viaggio stesso inteso come percorso a riacquisire il proprio spazio esperienziale e non solo l’arrivo/meta finale.
E il Ministero della Cultura ha così avviato l’iter di candidatura della Via Appia Antica, nel percorso integrale da Roma a Brindisi e comprensivo della variante traianea, per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco prima grande direttrice di unificazione culturale della penisola italiana che Ielardi ha percorso interamente a piedi. Ed è anche per questo che la mostra si concluderà il 9 ottobre 2022, nella Giornata del Camminare, la manifestazione promossa da Federtrek per favorire la diffusione della cultura del camminare, presupposto fondamentale di questo progetto.
Ricordiamo che la mostra è stata organizzata dal Parco Archeologico dell’Appia Antica e curata da Luigi Oliva e Simone Quilici – Direttore del Parco.
L’evento vede il patrocinio dei Consigli Regionali del Lazio, della Campania, della Basilicata e della Puglia, oltre il patrocinio del Parco Regionale dell’Appia Antica, del Parco Regionale dei Castelli Romani, del Comune di Mesagne, di Italia Nostra e della Compagnia dei Cammini.
Partner Culturale: FIAF – Federazione italiana associazioni fotografiche.