La Dorothy Circus Gallery riapre i battenti con una collettiva
Dal 15 ottobre al 30 novembre 2012
di Elena Mandolini
Una galleria d’arte che conduce in un altro universo. Per gli amanti del Pop Surrealism un’occasione da non perdere. La collettiva YES WE CAN, non è solo un azzardo al “noi possiamo tutto”, è una vera e propria presa di posizione rispetto alla visione del mondo contemporaneo. Ogni artista riporta a suo modo tale posizione coi propri canoni artistici.
YWC è la frase principe della campagna elettorale che utilizzò Barack Obama, durante la corsa al primo mandato come Presidente degli USA. L’artista americano Ron English ne prende spunto per raccontarci una sottile speranza di rinnovamento o magari una semplice sovrapposizione di immagini, a testimonianza di un percorso antirazziale realizzato dall’America. Con uno stile che ricalca Andy Warhol, English fa combaciare lo sguardo di Obama alla barba di Lincoln. L’esperimento è così riuscito che non potrebbe non essere un patriota americano esistito realmente.
Come contrapposizione ai vivaci colori utilizzati da English, troviamo il bianco ed il nero di Camille Rose Garcia. Osservandone le opere sembra di ritrovarsi in un film di Tim Burton regista che, guarda caso, utilizza sempre elementi del surrealismo cinematografico. Bambole e grandi polpi antropomorfi sovrastano due opere realizzate in olio su spessa base in legno. Evidente il richiamo alla favola nera. La protagonista è infatti una creatura semidemoniaca (ha denti acuminati e sporgenti) triste e disperata per la sua stessa natura; non a caso piange grandi lacrime e sembra quasi intenta al suicidio tenendo stretta in mano una bottiglia di veleno.
Sul filone delle favole ritroviamo “La Strega”, opera realizzata da Ken Keirns. Definito da molti critici un artista american gothic, Keirns incentra la sua analisi sulla femminilità, inventando di volta in volta le sembianze di una donna come punto di riferimento. In questo caso, la strega è una ragazza dai lunghi capelli mori, apparentemente dolce e pacata; perlomeno è ciò che appare nel quadro centrale. Se invece esaminiamo le due realizzazioni ai lati, radioline vecchio stile realmente funzionanti con piccoli quadri all’interno, la ragazza assume espressioni grottesche ed arcigne con tanto di spauracchio alle spalle.
Si discosta invece Kris Lewis, decisamente più meditativo e malinconico. Punto di raccordo fra i due quadri esposti, è la natura in declino del nostro pianeta a causa dell’uomo stesso. Nel primo un bambino osserva con tristezza i ghiacciai pressappoco completamente disciolti; l’acqua sembra quasi sovrastarlo. Nel secondo, una donna elegante si copre le gambe con una pelliccia d’orso; accanto a lei il fucile ed un bossolo vuoto mentre, dietro lei, un cucciolo impagliato d’orso sembra quasi minacciarla di vendetta.
Infine Francesco Lo Castro presente con un ritratto del regista Fassbinder, scomparso nel 1982. Curiosa un’altra opera dell’artista, dove il protagonista è un bambino dagli occhi socchiusi. Gli amanti dei vampiri magari vi riconosceranno il piccolo Oskar, protagonista del film Lasciami Entrare.
collettiva YES WE CAN
Dal 15 ottobre al 30 novembre 2012
Dorothy Circus Gallery – Via Nuoro 17, Roma
Info: www.dorothycircusgallery.com