Insieme alle attività didattiche ritorna la rassegna di concerti:
tra i protagonisti il sassofonista Joe Lovano,
le cantanti Maria Pia De Vito e Franca Masu, il contrabbassista Attilio Zanchi.
Edizione numero ventotto, questa estate, per il Seminario Nuoro Jazz: dal 23 agosto al 2 settembre ritornano i corsi organizzati nel capoluogo barbaricino dall’Ente Musicale di Nuoro, appuntamento di rilievo nel panorama della didattica jazzistica nazionale. Un’edizione che si presenta subito sotto i migliori auspici: alla scadenza del termine del 30 maggio, che consentiva l’iscrizione a un costo agevolato (200 euro anziché 280), erano già oltre sessanta gli allievi registrati, una cinquantina dei quali previsti in arrivo dalla penisola (e diversi anche dall’estero). Un numero significativo e destinato evidentemente a crescere entro l’inizio dei corsi coordinati da Roberto Cipelli, da tre anni al timone del seminario ideato nel 1989 da Paolo Fresu (che l’ha diretto per cinque lustri) e dalla compianta Antonietta Chironi, la cantante lirica, all’epoca alla guida dell’Ente Musicale di Nuoro, di cui ricorre il ventennale della scomparsa.
A tenere lezioni, insieme al pianista cremonese, il corpo docente già in cattedra nelle precedenti due edizioni e formato da jazzisti come Emanuele Cisi (per la classe di sassofono), Dado Moroni (pianoforte), Marcella Carboni (arpa jazz), Bebo Ferra (chitarra), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Stefano Bagnoli (batteria), Enrico Merlin (storia del jazz), Francesca Corrias (canto), Salvatore Maltana (propedeutica e musica d’insieme), Giovanni Agostino Frassetto (tecnica dell’improvvisazione) e Fulvio Sigurtà (tromba e flicorno, subentrato nella passata edizione a Marco Tamburini, tragicamente scomparso pochi mesi prima dell’inizio del seminario).
Come già annunciato, novità di quest’anno è il corso di armonica cromatica (forse l’unico in un seminario jazz in Italia) tenuto da uno specialista dello strumento come Max De Aloe, mentre la masterclass internazionale che impreziosisce ogni edizione del seminario stavolta vedrà in cattedra il sassofonista statunitense Joe Lovano (dal 26 al 30 agosto); alla cantante Franca Masu, voce della cultura e della lingua catalana ancora vive nella cittadina sarda di Alghero, il compito di condurre invece la consueta master dedicata alla musica tradizionale (il 31 agosto). Forte della positiva esperienza della scorsa estate, ritorna poi l’ingegnere del suono americana (ma da tempo trapiantata in Italia) Marti Jane Robertson con il suo corso per fonici (titolo: “Il fonico nel jazz”) e quello dedicato invece ai musicisti (“Parlare con il fonico”).
Anche quest’anno sono previste diverse borse di studio che verranno assegnate al termine dei corsi. Una offre al migliore allievo di ogni classe di strumento l’iscrizione gratuita alla prossima edizione; la borsa “Billy Sechi” (dedicata al ricordo del batterista cagliaritano scomparso quasi undici anni fa) dà invece la possibilità di partecipare al seminario di Siena Jazz; i docenti dovranno anche scegliere un allievo da proporre come finalista al premio “Massimo Urbani” di Camerino e Urbisaglia, e uno da ciascuna classe per formare il gruppo che l’estate prossima avrà modo di esibirsi, oltre che a Nuoro, al festival Time in Jazz di Berchidda, nel rispetto del legame di collaborazione che unisce da sempre le due realtà jazzistiche sarde.
Allievi e docenti sono dunque attesi a Nuoro da undici giornate dense di impegni, dal mattino alla sera, tra lezioni strumentali e teoriche, prove aperte di gruppo e musica d’insieme, che il 2 settembre culmineranno nell’immancabile concerto-saggio finale: un appuntamento rituale che quest’anno andrà in scena nel centro storico di Oliena, il paese alle pendici del Monte Corrasi, a un decina di chilometri da Nuoro.
Il suggello ai corsi sarà anche l’evento conclusivo della rassegna di concerti che, come sempre, accompagna quotidianamente le attività didattiche; un ricco cartellone con fulcro a Nuoro ma con appuntamenti anche in quattro centri della sua provincia: Onanì, Orosei, Posada e Oliena, appunto. Il programma rispecchia in larga parte il vincolo che unisce il festival al seminario. Si comincia nel capoluogo barbaricino alla vigilia dell’inizio della attività didattiche, lunedì 22 agosto, con una jam session all’ExMe’, in piazza Mameli, che coinvolgerà allievi e docenti.
L’indomani sera (23 agosto) microfoni e riflettori si trasferiscono al Museo del Costume, palco principale dei concerti in calendario a Nuoro. Di scena Maria Pia De Vito, uno dei capisaldi del corpo docente “storico” dei seminari nuoresi, che tre estati fa ha passato il testimone a quello attuale. La cantante napoletana, tra le voci più importanti della scena jazzistica nazionale, si presenta per l’occasione in duo con il pianista gallese Huw Warren, col quale condivide da tempo una riuscita collaborazione apprezzata anche in dischi come “Dialektos” (2008) e “‘O pata pata” (2011).
Due docenti del “nuovo corso”, l’arpista sarda Marcella Carboni e l’armonicista lombardo Max De Aloe sono invece i protagonisti del set d’apertura della serata di mercoledì 24. Tra brani originali e di autori che vanno da Piazzolla ai Beatles, da Gabriel Fauré a Sting, da Irving Berlin ad Antonio Carlos Jobim, il loro album del 2013, “Pop Harp”, mostra come due strumenti così diversi per forma e storia, come l’armonica e l’arpa, diventino malleabili, elastici e plasmabili nelle loro mani.
La seconda parte della serata presenta il gruppo formato dai migliori allievi della scorsa edizione dei seminari: Daniela Pes (voce), Dora Scapolatempore (arpa), Paride Pignotti (chitarra), John Bramley (pianoforte), Filippo Mundula (contrabbasso) e Alessandro Ruocco (batteria). Triple Point, questo il nome del sestetto, propone un repertorio inedito che mira a calibrare le diverse estrazioni musicali dei suoi componenti, dal jazz alla classica, dai ritmi sud-americani al groove di nuova generazione black newyorkese.
All’incrocio tra jazz e musica contemporanea del Medio Oriente si colloca invece Cairo Jazz Station (di scena il 25 agosto), una collaborazione tra il festival di Aix-en-Provence, il Makan Egyptian Center for Culture and Arts e Nuoro Jazz con il supporto dell’Institut Français del Cairo. Quattro giovani musicisti – l’italiano Loris Lari (contrabbasso), l’egiziano Abdallah Abozekry (saz), il portoghese João Barradas (fisarmonica) e il turco Ismail Altunbas (percussioni) – alla ricerca di una nuova identità musicale comune: universi sonori differenti che si incontrano in un inedito connubio di timbri.
A un altro universo sonoro guarda invece il Melodrum Ensemble, in arrivo a Nuoro il 26 agosto (in collaborazione con il Conservatorio di Torino). L’idea di base del trio formato dal pianista Salvatore Spano, dal contrabbassista Luca Curcio e dal batterista Francesco Brancato, affiancati per l’occasione dal sax tenore di Emanuele Cisi, è infatti quella di cercare una nuova espressione del linguaggio jazzistico attingendo alle fonti della musica lirica europea attraverso una libera rielaborazione di arie, intermezzi, overture e frammenti tematici. Una formula consegnata alle tracce del cd d’esordio, “Perspectives”, dedicato ai personaggi femminili delle opere liriche, Violetta, Tosca, Despina, Carmen e altre celebri figure dell’universo del melodramma.
Prima tappa fuori Nuoro, la sera dopo (sabato 27): a Orosei, nel consueto spazio di Casa Cabras, suona il quartetto di Mariano Tedde, con Stefano D’Anna al sassofono, Piero Di Renzo al contrabbasso e Luca Piana alla batteria. La formazione del pianista sassarese propone un repertorio di pezzi originali scritti e arrangiati dal suo leader che sintetizzano le sue diverse influenze ed esperienze musicali in uno stile dei brani ben articolato, composto da alcune suite che prendono ispirazione da vari periodi e stili del jazz, dove passato e presente si incontrano.
Il giro di concerti “extra moenia” continua ancora sulla costa orientale, a Posada, con il progetto “Ethnico” di un altro musicista sardo, Mauro Usai (a suo tempo passato attraverso i seminari nuoresi), che ha raccolto nel disco omonimo sue composizioni legate a esperienze di teatro, danza, video, esplorando atmosfere diverse tra loro ma accomunate dalla fisicità dei suoi strumenti a fiato. Lo affiancheranno nell’appuntamento del 28 agosto Matteo Cara al pianoforte, Fabio Coronas al bandoneon e al vibrafono, Pierluigi Manca al contrabbasso e Alessandro Garau alla batteria.
Altra data in trasferta quella che lunedì 29 porta a Onanì (in piazza Funtana Manna) l’electro jazz trio Connected di Stefano Giordani (chitarra) con Juan Manuel Moretti (basso) e Matteo Giordani (batteria), formazione che miscela il sound della chitarra acustica e il beat tipico della musica elettronica, passando dalle sonorità mediterranee a quelle più underground tipiche della scena jazz newyorkese.
Sceso dalla cattedra della sua masterclass, il 30 agosto Joe Lovano sale sul palco del Museo del Costume di Nuoro per esibirsi con la cantante Judi Silvano, sua compagna nella vita. E sarà una gustosa occasione per apprezzare il talento del sassofonista di Cleveland, classe 1952, che nel corso di una carriera ultraquarantennale ha lavorato con jazzisti del calibro di Lonnie Smith, Brother Jack McDuff, Woody Herman, Mel Lewis Orchestra, Paul Motian, John Scofield, Herbie Hancock, Elvin Jones, Charlie Haden, Carla Bley, Bobby Hutcherson, Billy Higgins, Dave Holland, Ed Blackwell, Michel Petrucciani, Lee Konitz, Abbey Lincoln, Tom Harrell, McCoy Tyner, Ornette Coleman, Jim Hall, Dave Douglas, Gonzalo Rubalcaba, tra i tanti, e sperimentato con diverse formazioni e situazioni, dal solo, al duo, in trio, in quartetto e in quintetto, i suoi Wind Ensemble, Street Band e Nonet, che riflettono la sua ricerca e la dinamica personalità.
Anche Franca Masu, impegnata il 31 nella sua masterclass sulla musica tradizionale, è attesa in serata sullo stesso palco con “Azulejos”, un live in cui si coglie l’aspetto più intimo della sensibilità e della forza femminile dell’artista algherese che con il suo canto tiene stretto il legame con le sue radici, prima sarde poi catalane, senza dimenticare di essere naturalmente italiana. Accompagnata da Fausto Beccalossi alla fisarmonica, Alessandro Girotto alla chitarra, Salvatore Maltana al contrabbasso e Andrea Ruggeri alla batteria, con “Azulejos” Franca Masu torna ad addentrarsi in antiche e nuove melodie della sua Alghero, ma apportando anche alcuni tra i temi più noti in lingua sarda, portoghese e castigliana che ormai fanno parte del suo repertorio.
Protagonista dell’ultima serata in programma al Museo del Costume, il primo settembre, un musicista che è stato tra i primi (e per lungo tempo) docenti dei Seminari di jazz nuoresi: Attilio Zanchi. Classe 1953, il contrabbassista milanese è tornato l’anno scorso, e dopo quventi, a registrare un disco a suo nome: “Ravel’s waltz”. Nel concerto proporrà le sue nuove composizioni, alcune delle quali dedicate ad autori vari come Ravel, Verdi, Hermeto Pascoal e Charles Mingus, alla testa di un quintetto che vede accanto al suo contrabbasso un’altra vecchia conoscenza dei corsi di jazz nuoresi, il sassofonista Tino Tracanna, Max De Aloe alla fisarmonica e all’armonica, Massimo Colombo al pianoforte e Tommy Bradascio alla batteria.
Altri momenti musicali fanno da contorno alle undici giornate del seminario. Il 21 agosto, la Casa Manconi, nel centro storico di Nuoro, ospita un’interessante anteprima: protagoniste The Daleths, ovvero Dora Scapolatempore e Daniela Pes; entrambe componenti del sestetto Triple Point, formato dai migliori allievi della scorsa edizione dei corsi, l’arpista milanese e la cantante sarda (di Tempio) hanno formato questo duo che lo scorso maggio si è esibito a Rio de Janeiro al Rio Harp Festival.
Ancora da definire, invece, le date di alcuni appuntamenti tradizionali di Nuoro Jazz: il concerto nella Casa Circondariale di Badu ‘e Carros, che quest’anno vedrà di scena Marcella Carboni e Max De Aloe; quello nell’Ospedale San Francesco, con Emanuele Cisi (sassofono) e Fulvio Sigurtà (tromba); e quello al Museo MAN, che proporrà un altro duo formato da docenti dei seminari: Francesca Corrias (voce) e Salvatore Maltana (contrabbasso).
Ritornano infine i “Quattro passi nel jazz”, una serie di conferenze aperte al pubblico, alla Scuola Civica di Musica (il 25, 26, 30 e 31 agosto), sul tema del jazz come musica senza confini, a cura del musicista e storico della musica Enrico Merlin, che il 22 agosto (a Casa Manconi) presenterà anche il suo libro “1000 dischi per un secolo: 1900-2000”.
Notizie e altre informazioni sul seminario e sulle modalità di iscrizione si trovano nel sito dell’Ente Musicale di Nuoro (www.entemusicalenuoro.it), mentre la segreteria risponde al numero di telefono 078436156 e all’indirizzo di posta elettronica nuorojazz@entemusicalenuoro.it.
La ventottesima edizione del Seminario Nuoro Jazz è organizzata con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato alla Cultura e Assessorato al Turismo) e della Fondazione di Sardegna, con la collaborazione delle Amministrazioni Comunali di Nuoro, Oliena, Onanì e Posada, dell’associazione culturale Casa Cabras di Orosei, della Casa Manconi di Nuoro, del festival di Aix-en-Provence, dei seminari Siena Jazz, della cooperativa LARISO e il C.E.S.P. di Nuoro, dell’associazione i-Jazz, del Premio “Massimo Urbani” di Camerino (Macerata), del C.T.S. Viavai di Nuoro, del Locomotive Jazz Festival di Sogliano Cavour (Lecce) e di De.sa.crè (Design Sartoriale Creativo Ecosostenibile) di Nuoro.
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