Una grande mostra a Roma, Parco archeologico del Colosseo – Foro romano e Palatino. (fino al 25 agosto 2019)
di Luisa Chiumenti
“Roma Universalis. L’impero e la dinastia venuta dall’Africa. I Severi” è il titolo della grande mostra promossa dal Parco archeologico del Colosseo, curata da Clementina Panella (con Alessandro D’Alessio e Rossella Rea) e articolata fra Palatino, Foro Romano e Colosseo per l’allestimento dell’architetto Andrea Mandara, E’ così che il grande pubblico viene a contatto diretto con la storia dei Severi, la grande dinastia imperiale che, regnando per quarant’anni, dal 193 al 235 d.C. impresse forti segni di civiltà, cultura, e benessere all’Impero, emanando riforme importantissime fra cui spicca la ben nota “Constitutio antoniniana”. Emessa nel 212 da Antonino Caracalla, essa concedeva la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell’impero, avviandoquella estensione dei diritti civili, premessa sostanziale di quell’ “universalismo e cosmopolitismo” fiore all’occhiello della società imperiale, che due secoli prima già aveva avuto impliciti suggerimenti nell’istituzione imperiale, in alcune realizzazioni volute da Augusto due secoli prima. Una sorta di “ius soli ante litteram”, come ha sottolineato Alfonsina Russo, direttrice del Parco Archeologico del Colosseo.
l percorso della mostra ha inizio alla base del Palatino, laddove, accanto al Tempio di Venere, sono apparse le vestigia delle “Terme di Eliogabalo”, venute alla luce in un angolo delle pendici del colle affiancato dalla via Sacra. E’ da qui che sono emersi ritratti e busti di marmo di pregevole qualità ora riuniti in mostra nel Tempio di Romolo. Si prosegue poi sul Palatino, verso la Domus Severiana per circa due ettari attraverso i palazzi dei Severi, con le loro notevoli arcate, le terrazze e il grande Stadio. E ancora, nel Foro Romano ecco il famoso Arco di Settimio Severo con apertura alla visita, per la prima volta, anche di un tratto del Vicus ad Carinas , una delle più antiche strade di Roma che collegava il Foro con il colle Esquilino. Da qui ancora, il visitatore si può affacciare sui resti del grande Templum Pacis (distrutto da un incendio nel 192 d.C. e ricostruito da Settimio Severo). Ed ecco la Forma Urbis Romae, la mappa catastale di Roma, fatta incidere nel marmo da Settimio Severo, ora sopravvissuta in pochi frammenti il cui valore storico urbanistico scaturisce anche, in mostra, da una ricostruzione multimediale.
Organizzata da Electa ( v. Catalogo) la mostra espone, nel secondo ordine del Colosseo, circa cento tra reperti archeologici e opere provenienti da importanti musei italiani e stranieri organizzati in quattro sezioni, dagli gli sviluppi storico-politici, l’evoluzione artistica e lo sviluppo architettonico e urbanistico sia di Roma che delle regioni dell’impero sotto i Severi. Notevoli tre rilievi scoperti negli scavi della metropolitana di Napoli, appartenenti a un Arco onorario severiano e interessanti anche alcuni prodotti dall’artigianato artistico dell’epoca: vetri finemente lavorati, ceramiche e argenti, giunti a Roma su prestiti del Metropolitan Museum di New York. Notevole è la presentazione dei bellissimi ritratti dei protagonisti della dinastia contrassegnata dal grande Settimio Severo di Leptis Magna, in Libia, dalla moglie Iulia Domna da Emesa, in Siria, nominata “Augusta”, dotata di una eccezionale personalità e di grandi intuizioni politiche e sociali.