di Luisa Chiumenti
Ho qualche ricordo personale legato a Franco Zeffirelli, attraverso brevi contatti in occasione di presentazioni di sue opere; ma c’è un ricordo particolare, che mi vide viaggiare, da ragazza, appena laureata in architettura, da Londra a Stratford on Avon per potermi avvicinare ai luoghi shakespeariani di cui si stava già occupando Zeffirelli in quella città. E del resto fra gli esami da sostenere ad architettura (corso di laurea che anche Zeffirelli seguì a Firenze), c’era allora anche quello di scenografia, che mi aveva molto entusiasmato.
Il segno culturale e artistico profondo lasciato da Franco Zeffirelli rimarrà comunque sempre, indelebile, nel campo di varie manifestazioni dello spettacolo: dal cinema, al teatro, all’opera lirica. Ma egli fu anche attore, costumista e scenografo (sotto la guida di Luchino Visconti) per poi percorrere i filoni più interessanti del cinema legato alla musica e alle grandi opere classiche, che lo portarono, fra gli alti riconoscimenti, ad avere la nomina a Sir (unico in Italia) dalla regina Elisabetta per il suo lavoro di adattamento per lo schermo delle opere di William Shakespeare.
Egli ha concluso il suo viaggio terreno nella sua casa romana sulla via Appia, a 96 anni (era nato a Firenze il 12 febbraio 1923) , ma Firenze rimase sempre la città da lui più amata, la città in cui era stato studente all’Accademia di Belle Arti per poi iscriversi alla Facoltà di Architettura.
Roma lo accolse dal1946 come esordiente proprio nel ruolo di attore sia di cinema che di teatro, e avvenne qui l’incontro, fondamentale per la sua formazione e la sua successiva, splendida ascesa, con Luchino Visconti.
Aveva sempre avuto il desiderio di sollecitare un fervido scambio di alto livello culturale con gli intellettualie gli artisti del tempo, artisti internazionali, tra cui danzatori, musicisti, pittori e attori, da Liz Taylor a Maria Callas e tantissimi altri e a tale scopo aveva dato vita a quella sua splendida residenza di Positano, «Villa Tre Ville» (ora hotel di charme).
Candidato due volte agli Oscar (come regista per Romeo e Giulietta e come scenografo per La Traviata), ha vinto cinque David di Donatello, realizzando film in cui gli apparati scenici, davano vita agli ambienti, come fossero veri e propri, reali personaggi, mentre i costumi, studiati minuziosamente in ogni dettaglio perché rispondessero sempre pienamente alla storia, diventavano veri protagonisti, componendo un tutt’uno con gli attori stessi.
Pur non essendo un fervente seguace della politica attiva, tuttavia la sua personalità, il suo carisma e la sua preparazione, lo condussero ad essere anche eletto senatore nelle fila di Forza Italia nel 1994.
Le opere liriche con la sua regia sono state rappresentate in tutto il mondo, dall’Oman agli Stati Uniti e il Metropolitan di New York ha messo in scena 800 suoi spettacoli. Ma ricordiamo ancora qualcuna delle sue innumerevoli opere attraverso altrettanti riconoscimenti che ha ottenuto: due Nastri d’argento e ben 14 candidature dei suoi film agli Oscar, tra cui due personali (per “Romeo e Giulietta” nel 1968 quale miglior regista e per “La Traviata” nel 1982 quale migliore scenografia).
Nel 2008 Franco Zeffirelli aveva manifestato la volontà di lasciare alla città di Firenze l’intero suo archivio “raccolto per i miei spettacoli di lirica, di teatro e di cinema nell’arco di sessant’anni”. A distanza di quasi dieci anni da quella dichiarazione,il 1° ottobre 2017 ha aperto a Firenze il Centro per arti dello spettacolo–Fondazione Franco Zeffirelli onlus.
www.fondazionefrancozeffirelli.com
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