Al Palazzo delle Esposizioni, Roma, via Nazionale 194
(fino a primavera 2021)
di Luisa Chiumenti
Da giovedì 4 febbraio 2021 ha riaperto al pubblico a Palazzo delle Esposizioni a Roma, l’edizione 2020 della Quadriennale d’arte, dal titolo “FUORI”, a cura di Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol. E’ stato così pienamente mantenuto l’impegno di produrre l’evento affidato alla Quadriennale, considerato fra l’altro lo “straordinario accoglimento che la mostra ha avuto nei soli cinque giorni di apertura”, come ha affermato Umberto Croppi, presidente della Fondazione La Quadriennale di Roma, aprendo “ così una nuova stagione per l’arte contemporanea nella Capitale”. Particolare il titolo “Fuori”, di questa diciassettesima edizione della Quadriennale, vista come un coraggioso “attraversamento” delle generazioni, che, come ha segnalato Cesare Pietroiusti, presidente dell’Azienda Speciale Palaexpo, continuano a sviluppare “discipline e attitudini della ricerca artistica contemporanea in Italia”.
Il visitatore è in effetti coinvolto in una visita completa che permea tutti i sensi prima di raggiungere un apprezzamento estetico derivante dalla “presenza fisica, sensuale, delle opere”. E’ da ricordare come, pur rimanendo chiusa al pubblico, per l’attuale emergenza pandemica, la mostra è rimasta visibile attraverso la i canali digitali con l’installazione di Norma Jeane che si è potuta vedere all’esterno di Palazzo delle Esposizioni. Si è trattato dell’ opera dal titolo “Corpo di fabbrica “che respirava” sotto forma di una grande installazione luminosa creata dall’ artista per le arcate di Palazzo delle Esposizioni. Per tutta la durata della mostra “al calare del buio il Palazzo ha pulsato di luce seguendo in tempo reale la frequenza e l’intensità del respiro dell’artista collegato a distanza attraverso un dispositivo indossabile”. Invitata dai curatori Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol a realizzare un lavoro site-specific per l’esposizione, Norma Jeane, “riflettendo sul rapporto simbiotico tra uomo e tecnologia, ha utilizzato la dimensione del respiro, in versione artistica”.
L’opera è stata realizzata con la collaborazione del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano. L’esposizione nel suo complesso si presenta in tutta la sua valenza “transgenerazionale e multidisciplinare”, attraverso il lavoro di 43 artisti presentati negli oltre 4.000 metri quadri di Palazzo delle Esposizioni, suddiviso in 35 sale, alcune delle quali monografiche, spesso con lavori innovativi, a testimonianza dell’intenso lavoro compiuto dall’arte italiana dagli anni Sessanta ad oggi. E in tali ambiti di ricerca i curatori hanno potuto riconoscere tre fasce tematiche secondo le quali hanno organizzato la mostra: “il Palazzo, come metafora della relazione tra arte e potere; il Desiderio, per la necessità di sedurre che da sempre accompagna l’arte; l’Incommensurabile, ciò che porta gli artisti ad abbracciare fino in fondo le proprie ossessioni, evitando di cadere in uno stile ripetitivo.” I visitatori 2020 possono anche (su prenotazione), visitare (grazie alla collaborazione con Banca d’Italia), la sala che ospitava l’ingresso al Bal Tic-Tac, il locale futurista decorato da Giacomo Balla e inaugurato nel 1921 in via Milano, proprio accanto al Palazzo delle Esposizioni. In essa è visibile il dipinto murale di Balla, scoperto nel 2017 e restaurato con la supervisione della Soprintendenza Speciale di Roma.
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