Una mostra presso il Casino dei Principi – Musei di Villa Torlonia
Testo di Luisa Chiumenti
Paolo Antonio Paschetto, artista, grafico e decoratore tra liberty e déco, nato a Torre Pellice in provincia di Torino,nel 1885, si trasferì a Roma, con la famiglia, quando era ancora un fanciullo, iniziando ben presto qui a studiare, lavorare e vivere a stretto contatto con il mondo artistico e culturale della capitale. Noto al grande pubblico per l’Emblema della Repubblica Italiana e i bozzetti per le pubblicità della Birra Peroni e per il Piede alato sui francobolli da 50 lire espresso, Paschetto si è realizzato artisticamente per i suoi lavori di grafica e decorazione. Se ne possono ammirare le testimonianza, poco lontano dalla sede della mostra, alla Casina delle Civette dentro Villa Torlonia e poi, nelle Sale degli Stemmi e dei Cimeli Garibaldini in Campidoglio, al Ministero degli Interni al Viminale e al Ministero dell’Istruzione a Trastevere, nel Tempio Valdese di piazza Cavour e nella Chiesa Metodista di via Firenze. Diverse le sezioni in cui si articola la mostra del “Casino dei Principi” : dai grandi cicli pittorici laici e religiosi ai modelli decorativi per gli interni di squisito gusto “art nouveau”, dalla progettazione di oggetti d’arredo e d’uso alle vetrate, fino alla produzione grafica nell’ambito della pubblicità e della filatelia.
E’ stato notato giustamente un particolare legato ad un elemento grafico, il cuore, che nel caso specifico racchiude il nome dell’artista, e che per tradizione, nel folklore europeo, è disegnato in una forma stilizzata (dipinto, ricamato, inciso o scolpito), ma sempre rimanendo simbolo di amore. E così Paschetto, accompagnandolo alla sua firma, lo pone come una affermazione della sua disposizione pacifica verso il mondo intero (cfr. il saggio di Irene Guttry e Maria Paola Maino “Ascesa e declino del folklore” In Catalogo della mostra, ed. Gangemi 2014). ). E del resto negli anni Dieci il disegno del cuore, assegnava a quel certo prodotto artistico, una sorta di “patente di modernità”; né è da dimenticare come sia stato adottato anche dal futurista Fortunato Depero che nel 1917 disegnò per un amico, il gallerista Giuseppe Sprovieri, una seggiolina in legno laccato con un’asola a forma di cuore nello schienale e riproponendo anche più tardi (nel 1922), lo stesso motivo, in una sedia che arreda il Cabaret del Diavolo.
Di grande fascino è la produzione di vetrate di Paschetto, di cui appaiono notevoli esempi in Roma e in particolare alla Casina delle Civette, dove l’Artista lavorò in attenta collaborazione con il maestro vetraio Cesare Picchiarini. Come si legge nel saggio di Alberta Campitelli (v. Catalogo cit.) “Secondo la testimonianza di Picchiarini l’incontro con Paschetto data dall’inizio del 1911” e fu proprio Paschetto “colui che per primo aderì alla nuova tecnica che l’artigiano proponeva (seguito poi da Duilio Cambellotti, Vittorio Grassi e Umberto Bottarini). La tecnica innovativa si basava sul fatto che …”gli effetti cromatici ernoottenuti con le sfumature del vetro stesso, con l’impasto manipolato” in modo..” da ottenere gradazione di toni, mentre profilature a piombo che tenevano assieme i diversi tasselli di vetro, assumevano la valenza della linea disegnata, con effetti vicini alla grafica modernista”. La mostra, che si avvale di un prestigioso comitato scientifico ed è stata affidata alla curatela di Alberta Campitelli e Daniela Fonti, curatrici anche del bel catalogo, edito da Gangemi, è stata promossa da Roma Capitale Assessorato alla Cultura, Creatività e promozione Artistica- Sovrintendenza ai Beni Culturali, ed è stata organizzata da Zètema Progetto Cultura.
Paolo Antonio Paschetto-
Una mostra presso il Casino dei Principi – Musei di Villa Torlonia
Via Nomentana 70 – Roma
(fino al 28/09/2014)
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