In mostra alle Scuderie del Quirinale Via XXIV Maggio n.16 -Roma
(fino al 20 gennaio 2019)
di Luisa Chiumenti
Se Ovidio ha affascinato per secoli con tutte le sue opere, la grande mostra allestita alle Scuderie del Quirinale in Roma, riscuote, nei visitatori attuali, in occasione del bimillenario del Poeta, il medesimo plauso e determina le stesse forti emozioni di fronte ad un illuminato “gioco di specchi” fra parola e immagine. Sono 250 le opere (affreschi e sculture, ma anche volumi, vasi e gioielli) che sono proposti da un prezioso allestimento che mostra capolavori come la ‘Venere pudica’ di Botticelli, o la ‘Venere callipigia’ dell’Archeologico di Napoli, ma anche raffigurazioni dei miti presenti nella poetica di Ovidio e interpretati da altri grandi artisti nel tempo, quali Cellini, Tintoretto, Ribera, Poussin, Batoni, che ne sentirono la forte suggestione. Ed è la curatrice Francesca Ghedini, che ricorda quanto sia stato profondo, lungo ed appassionato l’impegno profuso per la realizzazione di un simile evento, “frutto di dieci anni di ricerche e due di lavoro, partito dall’Università di Padova” coinvolgendo numerosi studiosi, fra cui ricordiamo Isabella Colpo e Giulia Salvo.
Le opere provengono da circa 80 musei del mondo fra cui il Louvre, gli Uffizi, l’Archeologico di Napoli a quello di Eretria in Grecia, la National Gallery di Londra e la Royal Danish Library di Copenaghen, ma anche, ricordiamo, le “cento piccole api provenienti dal corredo funerario di una fanciulla prestate dal Museo di Aquileia”. L’allestimento è organizzato, nelle varie stanze, per temi, a partire da quello di fortissimo impatto, dell’amore e dell’erotismo che affascina il visitatore in modo assai particolare, per non parlare poi del conflitto con Augusto che, nell’8 d.C., lo condannò all’esilio nella lontana Tomi sul Mar Nero. Ma ecco anche le sue divinità e soprattutto la particolarissima raffigurazione delle Metamorfosi del grande poeta di Sulmona.
Il direttore delle Scuderie Matteo Lanfranconi ha messo in luce altresì il grande interesse culturale che riveste la mostra per la sua capacità di “mettere insieme arte antica e contemporanea”, sottolineando come, nel corso del tempo, fino alla chiusura della mostra si sarebbero svolti numerosi incontri, conferenze e laboratori relativi alle diverse tematiche proposte dalla esposizione stessa. Ed ecco infatti che già nella prima stanza, il visitatore è accolto da uno sguardo al contemporaneo, con l’opera ‘Maxima Proposito’ di Joseph Kosuth. Segnaliamo anche la presenza in mostra della prima versione a stampa delle opere di Ovidio del 1471, ma anche, al termine del percorso, l’emozionante e coinvolgente ascolto della voce di Sebastiano Lo Monaco che recita versi di Ovidio. Mario De Simoni, presidente e amministratore delegato di Ales, ha dichiarato come la mostra sia stata programmata “perché era un dovere rendere omaggio al bimillenario” -di Ovidio- “e farlo non in modo inutilmente celebrativo, ma per raccontare il poeta che meglio di ogni altro ha dato voce ai momenti di crisi”.
Ricordiamo che la mostra si avvale di un prezioso Catalogo edito da Arte’M per l’Erma di Bretschneider. www.scuderiequirinale.it