Il suo mito rivive in una mostra collettiva a Castel d’Ario (Mantova)
Le opere di cinquantasei artisti esposte alla Casa Museo Sartori
Giovanni Faccioli , “Nuvolari”, olio su tela, cm. 60×80, 2014
Testo di Michele De Luca
Tazio Nuvolari, il più grande pilota di vetture della prima metà del secolo scorso, è da sempre entrato nell’immaginario popolare, per quelle doti di coraggio, audacia e spregiudicatezza che tutti gli hanno riconosciuto e spesso “invidiato”. Negli anni Trenta, la popolarità di Tazio era straripante, conteso dai grandi dell’epoca: nel 1932, undici giorni dopo il trionfo di Montecarlo, il Vate della letteratura italiana Gabriele D’Annunzio lo riceveva al Vittoriale e lo omaggiava di una piccola tartaruga d’oro, gioiello che Tazio avrebbe poi assunto come proprio simbolo e amuleto. La tartaruga sarebbe stata da lui usata anche nella carta da lettera, dipinta sulla fiancata del suo aereo privato, appuntata sulle sue maglie di colore giallo. Qualche anno dopo, Secondo Casadei, fondatore dell’omonima orchestra, gli dedicava una canzone; Enzo Ferrari, più tardi, di diceva di lui: “Ha un coraggio quasi disumano”. Ed anche nei nostri giorni il compianto Lucio Dalla gli ha dedicato una canzone che tutti abbiamo amato e anche cantato: “Gli uccelli nell’aria perdono l’ali quando passa Nuvolari! / Quando corre Nuvolari mette paura … / perché il motore è feroce mentre taglia ruggendo la pianura”.
Piero Costa , Un slampess e na trunado! È pasà Niula! 2013, olio e getto d’inchiostro su tela, cm 60×60
Al “pilota che sfidava anche gli aeroplani” e che – come cantava ancora Dalla – aveva “un talismano contro i mali”, viene dedicata una bella mostra negli spazi della Casa Museo Sartori a Castel d’Ario (Mantova), sua città natale, che vuol essere un omaggio dell’arte ad un impareggiabile e inarrivabile “artista” del volante. Si tratta della seconda edizione (che fa seguito a quella dell’anno scorso, che ha ottenuto un grande successo) della rassegna collettiva dal titolo “Artisti per Nuvolari”, curata da Arianna Sartori, la quale ha selezionato per l’occasione le opere di cinquantasei artisti nelle quali ciascuno, con la propria fantasia e personalità, fa rivivere il suo mito, in cui si impersonava la sua irripetibile stagione sportiva, ricca di tanti primati e successi, in quel lontano e ora inimmaginabile mondo di aspre competizioni sportive in cui però (come lui stesso ci ha dato testimonianza anche con le sue immagini da sensibile e raffinato fotoamatore) c’era tanta “poesia”.
Alberto Venditti, L.Alfa rossa di Nuvolari 2013, tecnica mista su tela, cm 95×100
Ci dice la Sartori: “Lo abbiamo sentito come un personaggio ideale, capace di ispirare molti artisti perché non anonimo, perché eroe positivo, perché simbolo di un’Italia in crescita, personaggio molto conosciuto, famoso, celebrato e spesso ricordato, da analizzare con attenzione, celebrato sì ma non con l’enfasi che forse meriterebbe”. L’immaginario collettivo nel quale contemporaneamente alle gesta del pilota, ma anche nei decenni successivi, si sono sedimentate le emozioni di generazioni e generazioni di appassionati di automobilismo ma anche di gente comune affascinata dalla sua leggendaria figura di “eroe”, magari immortalata nelle copertine della “Domenica del Corriere” o della “Tribuna illustrata”, viene ora ad arricchirsi delle immagini create dagli artisti in mostra, che sono: Paolo Baratella, Carlo Barbero, Nevio Bedeschi, Franco Bellardi, Simon Benetton, Antonio Bobò, Alberto Bongini, Marco Borgianni, Sabina Capraro, Piero Costa, Nicola Costanzo, Diego D’Ambrosi, Walter Davanzo, Paolo Del Giudice, Marcello Della Valle, Elio De Luca, Alessandro Docci, Rod Dudley, Giovanni Faccioli, Giancarlo Ferraris, Rodolfo Fonsati, Roberto Gaiezza, Barbara Galbiati, Renato Galbusera, Maurizio Galimberti, Alberto Gallerati, Paolo Giorgi, Francesco Giostrelli, Aurelio Gravina, Veronica Longo, Riccardo Luchini, Giacomo Lusso, Licia Mantovani, Patrizia Masserini, Vito Melotto, Antonio Miano, Mauro Molinari, Lisa Nocentini, Claudio Olivotto, Fabrizio Orlandini, Aldo Pagliaro, Gigi Pedroli, Gennaro Perone, Brenno Pesci, Paolo Petrò, Lorenzo Pietrogrande, Ylli Plaka, Gabriele Poli, Carlo Previtali, Flavio Roma, Carlo Sipsz, Antonio Tonelli, Giuliano Trombini, Alberto Venditti, Silvio Vigliaturo e Carlo Zoli.
Renato Galbusera, Viva Nuvolari 2014, tecnica mista su tela, cm 100×70
La curatrice ha voluto affidare agli artisti un compito non poco “arduo” da affrontare, come non può non essere quello di confrontarsi e di esprimere in momento di originale creatività riguardo a un “mito” consolidato e che la testimonianza diretta o la memoria filtrata dalla cultura (anche dell’immagine) ha via via continuato ad alimentare; come se si trattasse di misurarsi ancora con Venezia, o con Marilyn Monroe … Come ben sottolineò l’anno scorso Maria Gabriella Savoia, presentando il catalogo edito – anche quest’anno – da Archivio Sartori, si trattava di porsi davanti a Nuvolari come ad un “nuovo” mito da studiare, da “inventare”, o almeno reinventare: “In effetti – scriveva – gli artisti, di generazioni diverse, provenienti dalle svariate regioni italiane, hanno aderito con entusiasmo, perché coinvolti e stuzzicati, provocati da ‘tanto’ personaggio che bene si prestava alle diverse interpretazioni delle singole personalità. Alcuni artisti avevano vissuto in gioventù il mito di Nuvolari, altri oggi, lo rivivono nel ricordo; ne è nata una raccolta di opere intrigante e curiosa, che solo nel soggetto trova davvero un senso logico, ma più affascinante ancora è rilevare quale sia l’aspetto del personaggio che abbia colpito la fantasia e la creatività dei nostri artisti”; i quali hanno prodotto lavori molto interessanti, che in questa bella mostra-omaggio si susseguono come in una fantasmagorica “passerella” di stili, linguaggi, segni e colori.