
in mostra ai Musei di Villa Torlonia. Casina delle Civette.
(fino al 6 aprile 2025)
di Luisa Chiumenti
Villa Torlonia, alla Casina delle Civette ospita una panoramica completa della produzione di arazzi realizzati dall’eminente tessitrice e artista Niki Berlinguer, vera e propria “pioniera nel tradurre la pittura in narrazioni tessili, unendo l’antica tecnica del piccolo punto con influenze contemporanee”.
La bella esposizione presenta lavori per lo più poco noti e da lungo tempo non visibili al grande pubblico.
Ma ecco la bella immagine con cui Bianca Berliguer apre la sua presentazione del Catalogo della mostra “Niki Berlinguer. La signora degli arazzi” (Il Cigno ed. ) : “Quando penso a Ninna mi viene in mente l’immagine di lei china sul telaio a tessere i suoi arazzi con il piccolo punto in mezzo a matassine di fili dai mille colori”.
E percorrendo le sale del Casino dei Principi in cui è stata allestita la mostra, ogni visitatore ha l’impressione di intravvederla al di là di quella splendida successione di colori e linee intrecciate.
Una donna “molto emancipata per i suoi tempi” ha ideato i suoi arazzi sempre ispirandosi o ad un quadro (tra quelli che aveva in casa) o ad una foto degli artisti che più le erano congeniali come Mastroianni o Klee; o Cagli, Kandinsky e Guttuso; più tardi però avrebbe iniziato anche a sviluppare gli arazzi da suoi disegni originali.
Ed è così che continua a ricordarla Bianca (v. Catalogo a cura di Claudio Crescentini, ed. “Il Cigno Arte”): “…Me la ricordo, seduta su una seggiolina davanti al suo telaio e di fronte a una libreria sui cui ripiani accanto ai libri si trovava una sfilata di decine e decine di matassine di tutti i colori e le tonalità.”
Il “viaggio nell’arazzo” compiuto dalla Berlinguer ha visto e studiato, con le sue abili mani che usavano con tanta destrezza aghi e telai, si profila anche come interpretazione dell’arte contemporanea, con riferimento particolare all’astrattismo italiano, nel suo momento forse più elevato.
Niki Berlinguer, come sottolinea l’assessore alla cultura di Roma Capitale Miguel Gotor (Catalogo, pag.13), come è avvenuto per molti artisti del Secondo Novecento, “ha visto nell’arazzo una possibilità particolarmente efficace di sperimentazione linguistica della loro pittura, realizzata concretamente per il tramite di centri manufatturieri d’artigianato artistico, imponendosi come artista, proprio grazie a questa tecnica”.
Ed è interessante sottolineare, quanto segnalato dal Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali Claudio Parisi Presicce, ossia la oculata scelta di promuovere questa mostra, curata da Claudio Crescentini, per presentare anche opere provenienti dalle collezioni capitoline (Museo di Roma Palazzo Braschi e depositi di Sovrintendenza presso il MACRO) per rimettere in luce la tanto interessante figura di un’artista di così grande spessore come Niki Berlinguer.