La collezione del Museo di Belle Arti di Budapest. (fino all’8 maggio 2016).
Testo di Luisa Chiumenti
Dal Museo di Belle Arti di Budapest è approdata a Roma, nelle sale del Museo dell’Ara Pacis, la grande mostra sull’opera grafica di Toulouse-Lautrec. Curata da Zsuzsa Gonda e Kata Bodor e organizzata da Arthemisia e Zètema (catalogo Skira) la rassegna espone 170 opere, scelte fra le duecentoquaranta che costituiscono la collezione completa del Museo, che ripercorrono l’attività del grande artista, nato nel 1864 ad Albi nel sud della Francia da un’illustre e antica famiglia aristocratica e morto nel 1901 a soli 37 anni. Colpisce subito l’attenzione del visitatore “Le divan Japonais”, del 1893, che, apre l’esposizione, facendo entrare nella particolare atmosfera dei caffè concerto, tipici dell’epoca. Ed ecco la figura accattivante della famosa ballerina, Jane Avril, riconoscibile dai suoi lunghi guanti neri, sempre raffinata e dall’aspetto elegante, come l’altra bella artista, quella Yvette Guilber Yvette Guilbert che era ben nota sulle scene parigine. Ma un altro manifesto colpisce, quello che rappresenta il cappello e il cappotto nero di Aristide Bruant, lo chansonnier ritratto con la sua grande sciarpa rossa e poi ancora la serie delle famose cromolitografie intitolata “Elles”, dedicate a quelle donne, ritenute “scandalose”, ma che l’artista fa vivere gioiose, nella esuberanza della loro “arte”.
E fu un altro grande manifesto, quello per il “Moulin Rouge” del 1891 fu quasi per certo il “trampolino di lancio”, che portò l’artista all’apice del successo, facendolo conoscere al grande pubblico e si susseguono da allora le immagini del cabaret con la ben nota ballerina di can can, la Goulou, che appare in tutta la sua giovanile ed esuberante bellezza, ammirata da un pubblico entusiasta che viene rappresentato attraverso le nere sagome dei numerosi spettatori, con un accorgimento che forse l’artista derivò dal ricordo del “teatro delle ombre” che aveva visto al cabaret “Le Chat noir”. Cantanti, attrici, ballerine sono fermati con tratti sicuri nei bei disegni di Toulouse-Lautrec, presentati ciascuno, con tratti spigolosi e inquadrature moderne che tagliano la scena, nei tipici atteggiamenti dei frequentatori dei cafè-chantants, delle maisons closes, ma l’artista rappresenta con assoluta spontaneità, senza esprimere giudizi né compiacimenti. Cinque le sezioni in cui si articola la mostra : dalle “Notti parigine”, a “Le dive” alle “ donne della notte”, al “teatro” e la sezione da titolo “Con gli amici”. Si tratta di litografie, manifesti, immagini in bianco e nero , ma anche di gigantografie di strade e cabaret, con frasi celebri e pannelli che illustrano la tecnica litografica e il modo di lavorare dell’artista. La vita dell’artista fu purtroppo segnata, da una pesante malformazione genetica che gli causò una grande fragilità ossea, che venne altresì aggravata da due cadute da cavallo. Egli passava quindi da una convalescenza all’altra, ma sosteneva il suo spirito dedicandosi moltissimo alla lettura , disegnando e dipingendo, seguito da vicino da René Princeteau specialista in dipinti di animali.
Non si trattava di semplice passatempo , ma di una vera e propria passione e quando con la madre si stabilì a Parigi volle prendere lezioni di pittura frequentando lo studio di Léon Bonnat e Fernand Cormon, che lo condussero alla creazione di una sua tecnica personale, basata su leggi della prospettiva e sul l’uso delle luci e dei colori, per valorizzare le figure delle sue modelle. In effetti egli, “partito dalle tecniche impressioniste se n’è allontanato ed ha trovato un suo stile nel rappresentare i personaggi e il loro animo, piuttosto che ipaesaggi. Abitando a Montmartre, Toulouse-Lautrec si venne a trovare in una zona allora piuttosto popolare e piena di locali trasgressivi come il “Moulin Rouge”, ma potè anche facilmente avvicinare artisti come Degas, Renoir, Van Gogh, che avevano aperto i loro studi nelle vicinanze. La mostra dell’Ara Pacis, che fa seguito a quella tenutasi a Budapest, è incentrata sulla produzione grafica di Lautrec. Un’arte giovane la litografia, ovvero il disegno su pietra, che Lautrec pratica con passione. Lautrec è stato illustratore di libri, grafico pubblicitario, ha realizzato copertine di spartiti musicali, ha lavorato per il teatro e ha sperimentato nuove soluzioni tecniche come il “crachis” la tecnica a spruzzo per ottenere effetti pittorici.
Sono esposte centosettanta litografie, i due terzi di tutta l’opera grafica dell’artista. Dopo quella di Albi, quella di Budapest rappresenta una delle raccolte più significative al mondo con opere a tiratura limitata e manifesti firmati e con dedica. E’ da sottolineare come il pittore ponesse su tutte le sue opere il monogramma “HTL” incluso un cerchio inciso sulla matrice, ponendo poi anche la firma a matita aggiunta dopo la stampa. Come ha sottolineato il Soprintendente Claudio Parisi Presicce, Toulouse – Lautrec ha condotto una vita “ai limiti dell’emarginazione” ma ciò gli ha dato la possibilità di penetrare con maggiore sensibilità la natura più intima e nascosta dei personaggi che rappresentava. Lautrec ha in realtà dato l’avvio alla litografia moderna, e inoltre ha fatto comprendere come il manifesto pubblicitario e quindi la locandina fossero mezzi di comunicazione molto indovinati per condurre al successo.
Per informazioni:
060608 e www.arapacis.it