I Musei Capitolini ospitano la mostra “Il Tesoro di Antichità”. Questa è una mostra davvero eccezionale per l’elevato interesse storico-archeologico e la bellezza dei manufatti esposti, atti a celebrare gli anniversari della nascita e della morte di colui che è stato il fondatore dell’archeologia moderna, Johann Joachim Winckelmann (1717-1768).
Significativo è senza dubbio il fatto che ad accogliere tale esposizione sia proprio il Museo Capitolino, primo museo pubblico d’Europa, definito dallo stesso Winckelmann quale luogo “in cui il vitale rapporto con l’Antico può essere coltivato in assoluta libertà, von Morgen bis in den Abend (dalla mattina alla sera).
La mostra è articolata in diverse sezioni: da quella che accoglie a Palazzo Caffarelli “I Tondi dell’Istituto Archeologico Germanico”, alla Sezione 1 dal titolo “prima del Museo Capitolino” in cui si coglie la particolare rilevanza del Campidoglio così notevole per l’insieme architettonico, ma anche quale centro religioso dell’antica Roma, sede del governo civico della città medioevale e poi sede del Museo Capitolino.
Ed ecco la piazza michelangiolesca, con la ristrutturazione del Palazzo Senatorio, per cui Michelangelo realizzava la nuova scala a due rampe, portata poi a termine da Girolamo Rainaldi al tempo di papa Clemente VIII Aldobrandini ed il Palazzo dei Conservatori, sede della magistratura elettiva cittadina. Per non parlare delle sculture del Campidoglio che, appartenendo “al Popolo Romano”, “costituiscono l’eredità della “maiestas” della Roma antica.
Ma ecco le altre sezioni della mostra: Sezione 2: “Per promuovere la magnificenza e splendore di Roma;
La Sezione 3: “il tesoro di Antichità”. Il Campidoglio nel Settecento, con “I Papi e il Museo” e la conseguente alta rilevanza del Museo stesso nella vita culturale della Roma del Settecento; “I Primi anni di vita del Museo Capitolino, negli anni d’oro del Grand Tour.
Ma vogliamo fermarci in particolare sulla sezione 4, che introduce assai bene il visitatore proprio sul tema: WINCKELMANN E ROMA, con “Winckelmann e le collezioni romane di antichità”; “La Storia dell’arte nell’antichità” e “L’entourage”.
L’esposizione si conclude con la sezione 5: Al Palazzo Nuovo, con “Gli allestimenti perduti” e “Winckelmann e il Museo Capitolino”; con le “Statue egizie del Museo Capitolino”, con “I disegni di Hubert Robert” (Parigi, 1733-1808) esposti nell’atrio e “La Stanza delle Miscellanee” (oggi Sala delle Colombe), vera e propria (Wunderkammer), fino alla “Stanza del Vaso“ (oggi Sala del Galata), modificato più volte nel tempo, ma ancora oggi magnifico fondale per il “Galata capitolino”, ivi sistemato al centro della sala.
Ogni sezione rivela un patrimonio esteso ed eccezionalmente pregiato, la cui scoperta e conservazione si deve al grande archeologo che ne permette ancora oggi la visione al grande pubblico.
La mostra, che si avvale di un corposo catalogo edito da Gangemi, fa parte integrante delle manifestazioni europee coordinate dalla Winckelmann Gesellschaft di Stendal, dall’Istituto Archeologico Germanico di Roma e dai Musei Vaticani.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali è curata da Eloisa Dodero e Claudio Parisi Presicce, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura.
Testo di Luisa Chiumenti