Prima mostra personale nella Capitale dell’artista Pietro Gentili dopo la sua recente scomparsa, la mostra Soglie di Luce. Opere di Pietro Gentili dal 1970 al 2000 intende far conoscere la grande forza creativa di questo artista, attraverso 50 opere tra quadri, sculture, gioielli, moduli tridimensionali realizzati utilizzando tempera, foglia d’oro e d’argento, sabbia, polvere di specchio, plexiglass, legno.
La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, dall’Archivio Gentili e da Fabrica Associazione Culturale, è a cura di Claudio Cerritelli e Maria
Grazia Massafra con i Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
“Un artista oltre il tempo e lo spazio; un artista filosofo, o meglio un artista “guru”, che ha fatto della via spirituale il suo credo di vita e d’arte”, con queste parole inizia il suo saggio Maria Grazia Massafra, direttrice del Museo Casina delle Civette: “Filosofie orientali, come Buddismo, Zen, Taoismo, mistica islamica, astrologia, si colgono nella produzione artistica di Gentili, alla base del suo pensiero spirituale… “una sorta di tempio della luce e dell’energia cosmica, energia che vivifica il mondo senza limiti spazio-temporali”.
Ed ecco i suoi “ambienti-tempio”, vere e proprie “oasi di pace, luoghi di meditazione con opere pittoriche e scultoree finalizzate al disvelamento delle energie cosmiche che circondano l’uomo e lo conducono verso la ricerca del divino” (M.Grazia Massafra). La Casina delle Civette rappresenta un luogo ideale per accogliere l’opera di Gentili perché il linguaggio dell’artista entra con la massima naturalezza in assonanza con “lo spazio del Principe”, creando una particolare atmosfera di “silenzio e meditazione contemplativa”.
Molti i viaggi e i soggiorni compiuti nell’arco della sua vita, conclusa di recente nella sua casa di San Vito Romano, in particolare dai viaggi negli USA e in Francia e, negli anni ’70, in India, Persia e Pakistan, dove entrò in contatto con le filosofie e le religioni orientali, conoscendo fra gli altri il mistico indiano Baba Bedi XVI, da cui venne definito “artista cosmico”.
Pietro Gentili divenne così uno degli artisti di punta della cosiddetta “arte psichica”, diffusa poi in Italia negli anni Settanta per trasmettere le tecniche per lo sviluppo della personalità umana: gli anni Settanta sono gli anni delle prime sperimentazioni nell’area milanese, a cui partecipa anche Pietro Gentili.
Testo di Luisa Chiumenti