Magnifica l’atmosfera e particolare il coinvolgimento per il terzo anno consecutivo, che vede esposta l’arte contemporanea in un luogo archeologico, Caracalla, il più grande complesso di architettura romana della Capitale.
L’occasione si è manifestata per offrire un tributo doveroso ad uno dei più grandi scultori italiani del dopoguerra, scomparso, all’età di 80 anni, il 1° gennaio 2018 per il quale, ricordiamo, era stata allestita, nel 2011, una grande mostra all’interno di un altro complesso archeologico, quello del Parco di Scolacium. Ora, a Caracalla, ecco allestita la prima retrospettiva e non era semplice, racconta il curatore, Alberto Fiz, presentare l’opera di un artista come Staccioli, che sapeva coinvolgere nel suo operato il rapporto imprescindibile da realizzarsi tra l’opera stessa e il suo intorno, l’ambiente destinato ad accoglierla.
Così ad esempio a Scolacium ricordiamo come egli si aggirasse fra i monumenti con un metro, per controllare distanze e misure e quindi collocare al meglio i suoi lavori fra le antiche pietre. E tutti i collaboratori sono stati sempre molto rispettosi di questa sua particolare attitudine che verteva a stabilire il rapporto giusto fra la sua opera e l’ambiente in cui sarebbe stata inserita, facendo proposte e non imposizioni.
Caracalla ha così accolto una mostra prestigiosa ed anche ben allestita, nello sforzo, da parte del curatore, di seguire le direttive dell’artista scomparso. Come ha sottolineato Marina Piranomonte, direttrice del complesso archeologico di Caracalla, è molto suggestivo l’accoglimento delle opere di Staccioli nell’ambito di un monumento che, dedicato al benessere dei Romani, riflette ancor oggi ampiamente tale obiettivo realizzando oggi nei visitatori, un analogo godimento del monumento e del verde in uno stimolante dialogo fra l’antico e il contemporaneo.
Staccioli viene così a sottolineare l’architettura e gli spazi con i suoi segni “di sintesi”, come la “Diagonale Palatina” ad esempio, che si impone quasi a “forare lo spazio” e che, al termine della mostra entrerà a far parte della collezione permanente di Caracalla.
La mostra si avvale di un bel Catalogo pubblicato da Electa ed è stata promossa dalla Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti Paesaggio, in collaborazione con Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma- Archivio Mauro Staccioli.
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Testo di Luisa Chiumenti