Artista apprezzato in tutto il mondo, realizza sculture bronzee ispirate a idoli protoclassici che, coniugando la femminilità alla natura antropomorfa, trasmettono gioia di vivere e leggerezza di spirito, inebriando l’anima e regalando vitali ed intense emozioni a chi le osserva
di Federica Pagliarone
il talentuoso artista di fama internazionale Matteo Lo Greco – che attraverso le sue sculture racconta la sensualità della donna, della sua Sicilia e di Venezia – ha deciso di aprire una succursale della sua storica galleria veneziana (San Marco 2765/B).
“La mia scelta felsinea – commenta Lo Greco – nasce dall’idea di legare la mia arte ad un territorio culturalmente ricco e dal desiderio di creare un luogo in cui poter dar vita ad un’avvincente interazione tra le mie opere e quelle di altri artisti”.
La seconda sede dello Studio Aoristico è effettivamente un’elegante estensione dall’associazione culturale di Matteo Lo Greco che, in pochi anni, ha già organizzato un gran numero di eventi e di mostre. Tra questi ricordiamo la mostra personale presso il Museo di Ca’ Pesaro (2004) e le esposizioni tenutesi a Ca’ Pesaro (2007) e ai Magazzini del Sale di Venezia (2008).
La sua carriera professionale annovera la presenza permanente di alcune sue opere presso il Museo di Arte Contemporanea di Mirandela (Portogallo), oltre ad esposizioni in Italia, negli Stati Uniti (presso il Museo di Reading), in Europa e in Francia, dove si inserisce nella tradizione dei Saloni d’Arte di Parigi (MAC 2000, Grand Palais). Nello specifico, le sue sculture bronzee (che ritroviamo anche nella nuova galleria bolognese) influenzate dalla cultura greca ed ispirate ai diversi aspetti dell’animo umano e delle forze naturali, negli anni iniziarono a diffondersi nelle gallerie e nei musei americani (Los Angeles e New York), cinesi (Pechino e Shanghai) ed europei (Arte Fiera a Bologna, Gran Palais a Parigi e Ca’ Pesaro a Venezia). E tuttora i prodotti della sua arte astratta occupano con eleganza gli spazi espositivi di una nutrita schiera di collezionisti e di enti in diverse parti del mondo.
La sua creatività si esprime con l’uso di materiali variegati: il bronzo, il marmo, il legno, la terracotta e il vetro resina. La figurazione umana è la caratteristica saliente dell’opera scultorea di Lo Greco, che infatti scolpisce componendo le tante strutture di cui è fatta la figura umana. La donna, in particolare, trova nell’espressione scultorea dell’artista siciliano una trascrizione di rara modernità: la natura femminile infatti viene appresa da una visione maschile per così dire senza limiti. Sono donne immense e allo stesso tempo dolcissime; grasse e ampie ma allo stesso tempo leggere e aeree.
Ciò che colpisce di più delle sue opere è la forma assai sproporzionata della figura umana, figura che di primo acchitto può sembrare mostruosa, ma che a poco a poco con l’osservazione riesce a far comprendere che di mostruosità non si tratta. La grassezza delle figure infatti ha una sua proporzione ed il corpo umano è un corpo addirittura bello, grazie al portamento elegante. In pratica, la forza delle sculture è talmente grande da annullare il volume e farlo diventare leggerezza.
In ogni rappresentazione scultorea del maestro Matteo Lo Greco troviamo svariate sfumature di origine greca, ciascuna intrappolata nei suoi personaggi astratti e volanti. Non è necessario conoscere a memoria la storia del mondo ellenico per capire che queste figure danzanti rappresentate dallo scultore sono impregnate di sapore filosofico essenzialmente greco. In particolare dalla Magna Grecia, dove il maestro è nato e cresciuto, e dove tutto ebbe inizio.
Se si osservano le sue sculture-creature, dai titoli eloquenti – tra cui L’abbraccio, Il bacio, L’amore, La danza, La corsa, L’acrobata, La gitana, Le mani, La Nike, L’Olimpia, Il saluto con allegria, La tenerezza, solo per citarne alcune – quello che colpisce nell’osservarle è la trasfigurazione della figura femminile. Le donne infatti sono rappresentate nella loro eccessiva abbondanza di forme: donne solide è vero, ma che nel loro danzare, abbracciarsi e baciare, emanano grazia e infondono un senso di felicità. Donne forti quindi, come la figura materna ma, allo stesso tempo, donne sensuali e accattivanti nel loro corpo.
“Le curve morbide delle mie sculture sono una reminescenza delle dolci colline della mia terra che intervallano le grandi vallate. Un panorama che offre tranquillità e serenità. Tuttavia esse sono anche il frutto di trent’ anni trascorsi a Venezia, circondato dall’architettura di questa città florida di sensuali linee gotiche” prosegue il Maestro.