Bruno Albertino
Anna Alberghina
Un viaggio estetico e antropologico nell’arte africana, alla scoperta della maternità, concetto ispiratore di opere scultoree di grande originalità
In tutte le civiltà l’evento della maternità è sacralizzato, spesso divinizzato fino a diventare metafora della genesi. La ricerca di Bruno Albertino e di Anna Alberghina muove dal tema scultoreo della maternità, conducendo il lettore in un viaggio esplorativo attraverso l’Africa subsahariana e occidentale, fino alle aree più inaccessibili di quella centro-equatoriale. In rassegna, le opere più geometriche, cubiste dei popoli Dogon e Bamana del Mali e quelle estremamente naturalistiche dei Baoulé, dei Dan e degli Attié della Costa d’Avorio e della Liberia.
Il repertorio fotografico consente di osservare e scoprire i segreti delle sculture femminili e delle bamboline di fertilità, che evocano la donna e la madre. Troviamo poi descritte figure di coppie mitiche alle origini del lignaggio e immagini di gemelli, oggetto di culti ancestrali. Le sculture possono essere di legno, metallo, avorio, terracotta e pietra. Ognuna riporta tracce di un uso attivo, magico-religioso nel mondo africano. Ognuna di esse non è un mero oggetto di contemplazione, ma soprattutto uno strumento per la comprensione di una cultura profondamente diversa dalla nostra.
Bruno Albertino, medico e viaggiatore, è nato a Carmagnola nel 1960. Si laurea a Torino nel 1985. Viaggia dall’età di diciassette anni. Ha maturato un vivo interesse per le arti primitive e, in particolare, per l’arte africana di cui è collezionista. Ha curato la mostra “Le figure di maternità nell’arte tribale africana” (novembre 2012). Nel 2012, è stato curatore della mostra “Essere ed apparire − volti e sculture dell’Africa tribale” a Torino. Ha curato la mostra “Africa: alle origini della vita e dell’arte” (Carmagnola, 2013). Da novembre 2014 a gennaio 2015, ha curato a Torino la mostra fotografica di arte africana “Vanishing Africa”. Nel 2014 pubblica Maschere d’Africa (Neos). Ha curato la Mostra “African Style” (Cherasco, 2015-16). Ha contribuito alla realizzazione del libro Lo spirito della maschera (2015). Ha visitato i principali musei etnografici del mondo e mantiene relazioni con alcuni grandi protagonisti dello studio e del collezionismo dell’arte africana.
Anna Alberghina, nata nel 1960, vive e lavora come medico a Torino. Affascinata dalle culture lontane, approfondisce lo studio delle lingue straniere e si appassiona al fotoreportage. L’interesse per l’etnografia e le arti primitive la spinge a scegliere destinazioni ove poter studiare tradizioni ancestrali. Il suo stile fotografico è caratterizzato da una predilezione per il ritratto e l’universo femminile. Collabora con svariate riviste e associazioni culturali. Nel 2013 pubblica African beauties (Neos), un libro fotografico che presenta cento immagini di donne appartenenti ai gruppi etnici minacciati dalle trasformazioni sociali. In questa occasione presenta l’omonima mostra presso la Sala del Conte Verde a Rivoli. Dal 2014 al 2015 presenta la personale “Vanishing Africa”. Nel 2014 pubblica il libro Maschere d’Africa (Neos). Nel 2015 partecipa alla stesura del libro Lo spirito della maschera. Ha curato le mostre di arte africana “Essere ed Apparire − volti e sculture dell’Africa tribale” (2012-2013), “Africa: alle origini della vita e dell’arte” (2013), “African Style” (2015-2016).
NEOS
EDIZIONI
RIVOLI – TO TEL 011/9576450
www.neosedizioni.it info@neosedizioni.it
176 pagine – ISBN9788866082392 – € 27.00
Collana Arte e fotografia