Di Teresa Carrubba
Dal 6 all’8 marzo, la capitale lituana si è trasformata in un mercato artigianale a cielo aperto con notevole affluenza di visitatori da ogni parte della Lituania, e non solo
L’algida Vilnius si stempera nell’atmosfera festaiola della Fiera di San Casimiro, veneratissimo patrono della Lituania. Ogni anno, nel fine settimana più vicino al 4 marzo, giorno della ricorrenza del santo, la città tutta respira aria di festa con la voglia di allontanare l’inverno pur se il languore di un cielo pallido e il freddo a volte pungente farebbe pensare che la primavera sia ancora lontana. Più di dieci chilometri di bancarelle di tela bianca si snodano ordinate tra le strade del magnifico centro storico di Vilnius, a buon motivo annoverato tra i siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, tra le forme pulite dei palazzi in stile barocco delle strade principali come Gediminas Avenue e Pilies Street e nelle piazze simbolo della città come quella della Cattedrale e quella dell’ex Municipio.
Nell’aria aleggia l’odore acre dei salumi affumicati e dei formaggi che si mescola al profumo aromatico del vin brulé e a quello dei dolci preparati al momento. Su una sorta di spiedo, infatti, gira un cilindro coperto da un impasto morbido a base di uova, zucchero, farina e panna, che ruotando sul fuoco cola lentamente creando delle asperità. Il risultato è sorprendente: una forma conica che ricorda un abete. Si tratta del šakotis, un dolce tipico della tradizione lituana, risalente addirittura al 1600. Ancora, il simptalapis, una sorta di strudel con ripieno di semi di papavero. Molto decorativi i biscotti di pan di zenzero a forma di cuore guarniti con glassa colorata, dono beneaugurante per la Pasqua. Molte bancarelle espongono montagne di baranka, ciambelle calde di pasta di frumento lievitata, o pane nero di segale nelle sue varietà con spezie, semi e frutta secca.
Cibo a parte, nel mercatino di San Casimiro fanno bella mostra di sé i più caratteristici prodotti dell’artigianato lituano. Telerie di lino pregiato nei sobri colori naturali, monili in ambra in tutte le sue nuances, dal giallo pieno al miele trasparente, al marrone, utensili di legno grezzo, piccoli oggetti di ceramica, cinte tradizionali ovvero lunghe strisce di tessuto tipo arazzo che termina in vistose frange laterali. Ma l’elemento più diffuso tra le bancarelle è costituito dalle palme pasquali, cosiddette “verba”, che, a mo’ dei nostri ramoscelli di olivo, vengono portate in chiesa la domenica delle Palme per farle benedire. Sono delle singolari composizioni di spighe e fiori secchi, al naturale o dipinti, che esprimono, nella loro infinita varietà, una grande fantasia creativa. E’ un oggetto devozionale, dunque, e come tale lo si vede spesso durante i tre giorni di mercatini in mano ai passanti ansiosi di portarlo a casa.
Per una pausa tra un giro e l’altro tra le bancarelle, merita una sosta un affascinante localino, il “Beigelistai” in Literatų g. 7. In un’atmosfera raccolta, quasi da cafè letterario con tanto di libreria a parete, questa ciambelleria prepara deliziosi bagel, un panino lievitato a forma di ciambella che origina dalla cucina ebraica polacca, che qui viene farcito in modo davvero ghiotto. Primo tra tutti il bagel con salmone affumicato e formaggio morbido tipo feta, ma anche con pomodoro e mozzarella ed altro ancora. La versione dolce prevede una farcitura di crema acida e frutti di bosco. Un bagel o due, accompagnati da birra o, per i più salutisti, da una tisana alle erbe, costituisce un pranzo light e soddisfacente. Per una sosta pomeridiana, invece, Vilnius offre alternative curiose. Gli amanti dei felini, per esempio, possono fare merenda al Cat Cafè in Gedimino pr. 5, un locale singolare in cui una quindicina di gatti scodinzolano tranquillamente tra i tavoli o si appollaiano indisturbati su appositi trespoli. Qui si può gustare un’ottima cioccolata calda e torte deliziose come quella alle noci o il brownies.
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