di Federico Longo
Edizioni Ultra
A cura di Mariella Morosi
Andare in bici è divertente, mantiene in forma e fa bene alla salute, oltre a far godere della natura. E’ un mezzo rispettoso ma che esige rispetto, e nelle città assediate dalle auto e dal caos del traffico talvolta è una sfida che presenta qualche rischio. Le endorfine, gli ormoni del buon umore che vengono prodotti dal nostro organismo quando facciamo sulle due ruote questa attività fisica poco intensa ma di lunga durata, devono però fare i conti con gli automobilisti aggressivi o poco sensibili ai principi della buona creanza che intralciano il placido scorrere delle due ruote.
E talvolta si divertono a farlo. E’ questo il tema del libro dello scrittore Federico Longo “A ruota libera” appena pubblicato dalla casa editrice Ultra, che tratta proprio – come recita il sottotitolo “Diario di un ciclista urbano”- dei pericoli sempre in agguato nelle strade cittadine. Eppure il gusto delle due ruote si sta diffondendo rapidamente anche in Italia. C’è una crescita esponenziale di chi le sceglie per andare al lavoro o in gita, per trascorrere le vacanze en plein air. Secondo i dati presentati a marzo al Bike Summit 2019, le presenze cicloturistiche di italiani e di stranieri, rilevate nel 2018, nelle strutture ricettive e nelle abitazioni private italiane, sono state 77,6 milioni, l’8,4% dell’intero movimento turistico nazionale, e hanno riguardato 6 milioni di persone. Nonostante molto spesso la ciclabilità nelle nostre città sia stata a lungo ignorata o persino ostacolata, è indubbio il nuovo coinvolgimento di soggetti imprenditoriali, associativi e istituzionali impegnati in direzione della nuova forma di mobilità e di green economy.
Dal 2013 al 2018, inoltre, i cicloturisti sono aumentati del 41% in cinque anni, dal 2013 al 2018, e oggi generano un valore economico pari a 7,6 miliardi di euro all’anno. Sono numeri che sottintendono dati anche più importanti sugli effetti benefici dei viaggi in bici, in termini di ridotto inquinamento e di minore incidenza delle malattie legate alla sedentarietà. Alcune città,come Bari, Modena e Torino, hanno persino proposto ai loro ciclisti urbani che usano ogni giorno la bicicletta per i percorsi casa-lavoro (in tutt’Italia sono già 700.000) un rimborso di circa 25 centesimi a km (un po’ meno se ne usano una a motore). Una catena di hotel di lusso, inoltre, la Luxury Bike Hotels, punta molto sull’offerta di rigenerazione, intesa come mix tra movimento fisico (bicicletta) e remise en forme (wellness e spa). La bici come veicolo per la mobilità in Italia è ancora una realtà lontana ma qualcosa si sta muovendo per rispondere alle esigenze di chi percorre le ciclovie italiane e si aspetta di trovare servizi e percorsi adeguati. Si sta discutendo anche su un progetto di finanziamento di un sistema nazionale di ciclovie. La narrazione di Federico Longo, ciclista urbano da sempre, è leggera, piacevole e velata di ironia, ma coglie appieno la difficoltà di vivere una passione e talvolta una necessità in un mondo che va troppo in fretta. Questo è una sintesi del suo pensiero, nel libro.
“Le automobili sono ovunque e non solo sulle strade, ma sui marciapiedi, sulle corsie preferenziali, sui parcheggi riservati alle due ruote, in divieto di sosta, in doppia fila, in tripla fila, sulle strisce pedonali. Auto fumanti, rabbiose, congestionate. Abbandonare l’auto e salire in sella a una bici può sembrare allora una scelta radicale. Tanto più in una metropoli, dove il pericolo è letteralmente dietro l’angolo, lungo le corsie sbiadite di strade lastricate di buone intenzioni, ma poi squarciate dalle voragini di manti stradali che si arrendono alla prima pioggia invernale.
E così un semplice sciopero, un acquazzone improvviso, un qualunque banale evento si trasforma in emergenza. Impensabile uscire in bicicletta, o forse no? A ruota libera ci racconta la vita di un ciclista urbano, il suo incessante peregrinare tra le piazze, le vie e i parchi, ci parla della necessità di cambiare le politiche sulla mobilità urbana, ma ci permette anche di assaporare il gusto della libertà e dell’indipendenza, la soddisfazione di arrivare in orario agli appuntamenti, la leggerezza di muoversi e di fermarsi ad ammirare uno scorcio.
FEDERICO LONGO
Ci regala memorie, riflessioni e ricordi in cui le persone che incontriamo rappresentano l’anima, a volte ferita, della Capitale. Sullo sfondo della magnificenza imperiale di Roma, con il suo crogiuolo di umanità che la attraversa, la riluttanza al cambiamento, si fa strada infatti il racconto del reale da un punto di vista altro, che ci conduce nella sfera del possibile, ancorché lontano”.
Federico Longo è nato nel 1978 a Noale (VE) e vive a Roma. Ha scritto “Verso dove”, “Vorrei fare il postino” e “Tutte le strade”, segnalato al Premio Calvino XXVII edizione.