Le opere scientifiche in mostra alle Scuderie del Quirinale. Via XXIV Maggio 16 – Roma. Fino al 30 giugno 2019
di Luisa Chiumenti
Duecento sono le opere esposte alle Scuderie del Quirinale nella mostra “Leonardo da Vinci La scienza prima della scienza”, che, a mio avviso, mette in luce, oltre al grande interesse delle numerose tematiche cui Leonardo si è realmente avvicinato, proprio l’ansia giovanile con cui il nostra grande artista e studioso, mostra di volersi applicare ad ogni necessità, ad ogni urgenza che si manifesti nei vari territori e coltivi il sogno di risolvere ogni problema. I pannelli informativi posti durante il percorso aiutano a seguire in certo modo ogni percorso progettuale e realizzativo. L’occasione per la grande mostra è stata offerta dal cinquecentenario di Leonardo; lungo tutto il percorso le pareti delle sale accolgono le gigantografie che ricordano eventi legati al fervore artistico che rende vivo quel periodo del rinascimento italiano, insieme con un gran numero di modelli “in scala”, di libri, di stampe, di armi e di strumenti musicali, come un bel liuto.
Assai significativa appare quindi l’esaltazione particolare, piuttosto che di Leonardo artista assai ben conosciuto anche dal grande pubblico oltre che dagli specialisti, un Leonardo (forse nuovo per molti), volto alla scienza e direi quasi alla tecnologia, La rassegna, che è stata organizzata da Mario De Simoni, presidente e amministratore delegato di Ales e responsabile delle Scuderie, in collaborazione con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano e la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, è stata curata da Claudio Giorgione del museo scientifico milanese, insieme con un comitato scientifico presieduto da Pietro Marani.Un corposo catalogo arte’m realizzato in coedizione con l’Erma di Bretschneider accompagna il visitatore nella comprensione e nel maggior “godimento” possibile di una esposizione così particolare, che tanto si avvicina alla figura di Leonardo come ingegnere, ideatore e costruttore di macchine.
Sono dieci i disegni autografi del Codice Atlantico (1119 fogli per un totale di 1750 disegni), prestati dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano Ed ecco il fascino di quei calchi che, lungo la parte della prima sala espositiva, corrispondono alle 72 formelle con il fregio dell’Arte della guerra commissionata da Federico di Montefeltro per il postergale del Palazzo Ducale di Urbino con rappresentazioni di macchine come elementi decorativi, scolpite da Ambrogio Barocci. Per non parlare poi del grande interesse che suscitano i suoi “studi dell’antico che ad esempio lo portano ad indagare su una sorta di confronto tra le proporzioni degli edifici e quelle del corpo umano, che Leonardo ripropone sulla scorta dell’uomo vitruviano. Ma non è da dimenticare la particolarissima biblioteca di Leonardo che, pur definendo se stesso “omo sanza lettere”, avendo una formazione pratica e pur non conoscendo il latino, si confronta ugualmente con i classici leggendoli in volgare e darà vita ad una biblioteca di 150 volumi, eccezionale per un artista dei suoi tempi, purtroppo andata dispersa.
Si è salvato solo il “Manoscritto Laurenziano” che è presente in mostra. E a questo proposito va ricordato quanto gli scrisse Francesco I nella lettera d’invito del 1515: “Sarete libero di sognare, di pensare, di lavorare”, E ritorna in mostra l’antico sogno di volare dell’uomo, il mito di Dedalo e Icaro, con gli esperimenti sul volo e gli studi della dinamica degli uccelli trattati nel “Codice sul volo degli uccelli” che si riverbera nelle macchine volanti esposte a conclusione della rassegna. Dal volo meccanico, strumentale al volo librato degli uccelli ”senza battito d’ali”, con i bellissimi disegni di macchine fantastiche, alianti, navicelle volanti e “futuribili” elicotteri.