Al “VIVE “– Vittoriano e Palazzo Venezia – Roma,
di Luisa Chiumenti
Provengono dall’Italia e dall’estero i numerosi documenti (foto, filmati, installazioni interattive e multimediali, strumenti d’epoca tutti autentici e molti inediti), che sono esposti nelle due sedi del VIVE (Vittoriano e Palazzo Venezia) in cui si può visitare il prestigioso allestimento della mostra “Guglielmo Marconi Vedere l’invisibile”. Il grande genio di Marconi, il pioniere delle comunicazioni via radio, ci ha lasciato una eredità incredibilmente preziosa attraverso la capacità e la passione con cui ha saputo “anticipare il futuro”.
Lucia Borgonzoni, sottosegretario del Ministero della cultura ha promosso la rassegna (corredata da un ricco catalogo edito da Silvana Editoriale), che è stata organizzata e realizzata da Cinecittà e Archivio Luce in collaborazione con la Fondazione Guglielmo Marconi.
Si possono così seguire le varie fasi della vita sia pubblica che privata di Marconi, a cominciare dalla invenzione della Radio o al Premio Nobel per la fisica a soli 35 anni, o al microfono usato dalla URI (RAI odierna) all’inizio delle trasmissioni radiofoniche in Italia.
Ma appaiono in mostra anche foto dello stesso Marconi e della famiglia e degli specifici rapporti con più alti Enti ed Istituti culturali Italiani e stranieri, prestati da ben 34 archivi nazionali e internazionali, fra cui, in particolare vogliamo ricordare l’Accademia dei Lincei, il Museo Storico della Comunicazione, l’Ufficio Storico della Marina Militare e molti altri.
Molte le fotografie, numerosi i documenti importanti come il regio decreto del 1904 di Vittorio Emanuele III in cui si approvava la prima convenzione fra il governo e la Compagnia di Marconi che sarà nominato presidente del CNR, dell’Accademia d’Italia e dell’Enciclopedia Italiana. Si viene così a sapere come Marconi abbia sostenuto l’Istituto di Fisica della Regia Università di Roma e l’attività del gruppo di Enrico Fermi.
E fra le testimonianze giornalistiche è interessante ricordare come in mostra sia esposta la prima pagina del “Resto del Carlino” sulla inaugurazione della Radio della Città del Vaticano, allorquando Papa Pio XI, per poter fare ascoltare la voce della Chiesa in tutto il mondo, incaricò Marconi di progettare e realizzare il Centro che sarebbe stato poi inaugurato il 12 febbraio 1931.
Interessante è ricordare come Marconi, molto legato all’Inghilterra ed agli esperimenti tecnologici che venivano portati avanti nell’ambito della elettromagnetica, avesse deciso a un certo punto delle sue ricerche, di scegliere una località in cui stabilire un proprio laboratorio, scegliendo (e portando anche la famiglia con sé), Villa Griffone, fra il 1893 e il 1895, dove “si chiuse nella soffitta a fare esperimenti con antenne, elettrodi, lastre metalliche e riuscendo un giorno a far suonare un campanello a qualche metro di distanza inviando un impulso elettrico senza fili.
E se le onde hertziane erano già note ai fisici di fine ottocento, soltanto Marconi intravvide la possibilità di utilizzarle per inviare messaggi. E fu così che una mattina Marconi, dalla finestra della soffitta, riuscì a trasmettere a un chilometro e mezzo di distanza la lettera S, in codice Morse, a un suo assistente oltre la collina. Fu il grande inizio di un’avventura: nel 1896 con la madre era partito per Londra per depositare già la prima richiesta di brevetto e cominciare così a divulgare la sua scoperta.Tornato in Italia concesse gratuitamente il suo brevetto al governo italiano e a LaSpezia, su incarico della Regia Marina riuscì a “inviare segnali a una stazione di terra”. E a soli 23 anni costituì a Londra la Wireless Telegraph & Signal Company. E per approfondire quanto accennato in queste note, un invito a visitare la grande mostra e consultare il prezioso catalogo.
Per informazioni
Telefono: 06.32810960
Email: vi-ve.prenotazioni@cultura.gov.it
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