Tesori recuperati dall’Arma dei Carabinieri
Roma, Palazzo del Quirinale
(fino al 16 marzo 2014)
Testo di Luisa Chiumenti
Curata da Louis Godart, Consigliere del Presidente della Repubblica per la Conservazione del patrimonio Artistico, si è aperta, presso Il Quirinale la bella mostra dal titolo “La memoria ritrovata. Tesori recuperati dall’Arma dei Carabinieri”.
Articolata in due sezioni, l’esposizione è stata allestita nella Sala degli Scrigni, nella Sala di Ercole e nella Sala degli Ambasciatori (prima delle tre sale create dai Francesi in seguito alla divisione della Galleria chigiana). Si tratta di una grande mostra che documenta ampiamente il lavoro di recupero, analitico, appassionato e altamente qualificato, che i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, continuano a svolgere da oltre quarant’anni, per fare sì che un gran numero di capolavori sottratti alla visibilità di tutti a causa di scavi clandestini e furti siano restituiti alla comunità scientifica e all’ammirazione del pubblico. 110 sono le opere esposte, che coprono un arco di tempo che va dal VI secolo a.C. (periodo cui appartiene la testa di leone recuperata dagli uomini dell’Arma e oggi assegnata al Museo Nazionale di Villa Giulia) al Settecento (esemplificato da un’Adorazione dei Magi di Francesco Solimena), ricoprendo quindi testimonianze di arte etrusca arcaica, greca e romana,duecentesca e settecentesca, attraverso i preziosi recuperi effettuati dal Comando Tutela Patrimonio Culturale.
E’ ben noto quanto estesa sia la ricchezza e la varietà del patrimonio culturale italiano, i cui manufatti sono peraltro assai fragili, sia perché minacciati dall’usura del tempo, ma anche purtroppo in balia della speculazione edilizia da un lato e del vandalismo dei predatori di opere d’arte. L’opera dedicata attentamente dalle Soprintendenze, con tutti i restauratori e il personale a vari livelli, non è purtroppo sufficiente a tenere sotto controllo la miriade di tesori spesso anche nascosti e disseminati in Italia, tra centomila chiese, ventimila centri storici, quarantacinquemila castelli e giardini, trentacinquemila dimore storiche e tremilacinquecento musei pubblici e privati: patrimonio unico al mondo, tanto che il nostro Paese, come ben sappiamo, è quello che annovera il maggiore numero di siti (quarantanove) inseriti dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. A volte avviene che la rimozione di reperti da parte di mani inesperte abbia irrimediabilmente compromesso analisi che avrebbero potuto fornire ulteriori informazioni sulla vita e la società di una grande metropoli etrusca dell’Italia antica. Da qui la necessità di operare una “formazione” di coloro che si devono occupare dei ritrovamenti ed è quanto, da anni sta facendo il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale non solo in Italia, ma ormai in tutto il mondo. E infatti Il Comando CC TPC, organo di diretta collaborazione del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, rappresenta il modello di riferimento per gli Stati che si vogliono dotare di un servizio specializzato nella salvaguardia dei beni d’arte e cultura.
Così, in mostra, nella Sala di Augusto il visitatore può ammirare una serie di urne funerarie, insieme a una parte del corredo, provenienti da uno scavo effettuato in occasione della costruzione di una moderna abitazione a Perugia. Le ruspe hanno raggiunto e “sventrato” un mausoleo etrusco risalente al III-I secolo a.C. che apparteneva alla grande famiglia etrusca dei Cacni. Le urne con le raffigurazioni di scene ispirate al mondo greco sono per la maggior parte dei capolavori assoluti, ma in gran parte depauperati della decorazione aurea, ancora visibile in piccoli tratti. Le raffigurazioni del sacrificio di Ifigenia, della lotta tra Pelope ed Enomao, delle centauromachie suscitano stupore e ammirazione per la bellezza dell’intaglio e della espressività delle figure scolpite. Ma ecco la “storia” di questo ritrovamento: “Le ruspe hanno raggiunto e sventrato un mausoleo etrusco risalente al III-I secolo a.C.; invece di avvertire la locale Soprintendenza, i responsabili del cantiere hanno recuperato alla meglio il materiale venuto alla luce con l’intento di smerciare i reperti. Le attente indagini dei carabinieri, a seguito di una segnalazione dell’archeologa della Soprintendenza dell’Umbria, Luana Cenciaioli, hanno permesso di individuare il luogo dove erano conservate le urne e di recuperare buona parte dei capolavori depositati nel mausoleo che apparteneva alla grande famiglia etrusca dei Cacni”.
La mostra è stata anche l’occasione per condurre un intervento di restauro sulle urne funerarie, restauro che è stato realizzato dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro e reso possibile anche grazie al contributo dato dalla vendita della Carta Civita che dà spazio alla cultura e sostiene l’arte. E’ da segnalare altresì come un importante progetto, il Progetto “PSYCHE” (Protecting System for the Cultural Heritage) di cui ha parlato il generale Mariano Mossa, Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, e che contribuirà ad apportare un notevole incremento della “Banca Dati” delle opere d’arte rubate, e che vede coinvolti, oltre al Comando CC TPC in qualità di “Partner Leader”, anche 15 comandi di Polizia esteri. Per l’importanza dei dati catalogati e la funzionalità in ambito investigativo, la Commissione Europea ha finanziato il progetto ritenendo che, se la descrizione del bene e la qualità delle immagini fotografiche che lo ritraggono saranno soddisfacenti, risulterà più efficace l’identificazione e una meno ardua azione di recupero.
Per informazioni:
Tel. 06 692050220-258